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Un ottimo videoclip

di Elisa Uffreduzzi
  Spring Breakers
Data di pubblicazione su web 08/09/2012  

Arrivano le vacanze di primavera e quattro avvenenti studentesse vogliono partire per un viaggio indimenticabile. Qualche bugia ai genitori, la rapina a un fast food, perché - si sa - le vacanze costano e via verso le spiagge della Florida, tra alcol, droghe e sesso occasionale. Come prevedibile finiscono ben presto per mettersi nei guai. A tirarle fuori di prigione ci pensa Alien (James Franco), “spacciatore dal cuore d’oro”, come ama definirsi. A questo punto, vista la mala parata qualcuna si ravvede, piange e torna a scuola, mentre le irriducibili bad girls restano con Alien, a combinare guai.

 


Girato come il videoclip di un rapper americano, Spring Breakers sfoggia tutto il repertorio del genere: ragazze procaci in bikini, abbigliamento hip hop, armi da fuoco, vistose ville, belle macchine e feste in spiaggia. Tutto questo sul tappeto sonoro pressoché costante realizzato da Cliff Martinez e il giovane dj Skrillex (alias Sonny Moore), specialista della electro house. E in effetti il timing di un videoclip musicale sarebbe stato più che sufficiente per dire quello che Harmony Korine aveva da dire.

Noioso e  ripetitivo il film gira su se stesso dall’inizio alla fine. La sceneggiatura si ripete spesso in modo ossessivo, volutamente – d’accordo –, ma questo non basta a giustificare il senso di esasperazione che attanaglia lo spettatore dopo pochi minuti. Si ripetono più volte anche numerose inquadrature, come quelle al ralenti della festa in spiaggia, in un ricercato effetto kamikaze di creare l’atmosfera desiderata.

 


Korine torna su una tematica cinematografica a lui cara, quella degli adolescenti sbandati (vedi sceneggiature alle quali ha collaborato, come Kids, Larry Clark 1995 e Ken Park, Larry Clark 2002) con un film moralista, che se fallisce come lungometraggio, si rivela però potenzialmente ottimo come videoclip. In effetti il regista si è già dedicato in passato alla realizzazione di music video (come quello della canzone Living Proof, Cat Power, 2006, per citarne uno) anche se di tutt’altro genere musicale rispetto a quelli scelti per Spring Breakers. Tra le soluzioni registiche più efficaci, si segnalano le inquadrature in primissimo piano dei volti delle ragazze che si sgretolano in mille pixel fluttuanti, per tradurre lo stordimento provocato da alcol e droga. Il picco dell’imbarazzo lo raggiunge invece la scena in cui Alien e le studentesse rimaste con lui intonano una canzone di Britney Spears, mentre lui suona un pianoforte. Bianco.

Decisamente inquietante James Franco con le placche metalliche ai denti.




Spring Breakers
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