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Pensieri flebili

di Roberto Fedi
  Alain Elkann
Data di pubblicazione su web 07/12/2002  
Alain Elkann è quello che si dice - chi lo dice: non noi, che infatti adoperiamo l'espressione con malcelato disgusto - un Vip. Ex parente acquisito dell'avvocato Agnelli, ha un figlio nel consiglio di Amministrazione della Fiat - ogni commento a questo punto è fuori luogo, per piacere. È molto elegante. Frequenta abitualmente salotti e salottini, presentazioni e vernissages a Roma e dovunque lo si noti, regolarmente fotografato da compiacenti paparazzi e regolarmente pubblicato (in effigie) da altrettanto compiacenti periodici, segnatamente del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera. Scrive (?) romanzi, regolarmente recensiti, e probabilmente venduti, non uno dei quali - a parer nostro - meriterebbe cinque minuti del tempo di nessuno, parenti inclusi. Appariva in Tv, quand'era vivo Montanelli, in conversazioni di una superficialità sconcertante - se ci è concesso parlar male di Garibaldi, pardon Montanelli - , e che nemmeno la residua irruenza toscaneggiante del novantenne giornalista riusciva a vivacizzare.

Si materializza spesso su La7 con qualche autore di solito amico, a parlare sommessamente cinque minuti di qualcosa che ha a che vedere con il 'curturale' - avrebbe detto l'iconoclasta Benigni d'un tempo, sempre rimpianto. Per un po' seguì le fortune ministeriali di Vittorio Sgarbi come suo assistente non meglio identificato, per esempio in viaggi in terre lontane (se ne ricorda uno in Afghanistan subito dopo la guerra, ma solo perché sollevò un sacco di polemiche per l'uso, che a molti sembrò improprio - c'era anche la fidanzata dell'on. Sgarbi -, di mezzi e aerei dello Stato): calata la stella sottosegretariale di Sgarbi, ebbe l'accortezza di andarsene all'inglese. Insomma, Alain Elkann è uno che sa vivere.

Ovviamente non è poco, in un mondo (non solo televisivo) di rozzi. Anzi, questo ce lo renderebbe se non simpatico, almeno non antipatico: a noi un po' di snobismo, lo confessiamo, piace. Ma, da uno snob, si pretenderebbe anche un certo snobismo dell'intelligenza: qualche lampo, qualche guizzo, anche qualche sgradevolezza intellettuale. Qualche calembour, che diamine. Un tocco di avventatezza. Qualche tic, se non altro. Sennò, che differenza c'è con uno che è appena uscito da un buon parrucchiere e da un buon sarto?

E invece il suo angolino settimanale su La7 (La settimana di Alain Elkann, sabato 12.20, per circa 10 minuti), e la sua striscina quotidiana sulla stessa Rete (Due minuti un libro, 8.05: ma purtroppo dura un po' di più) sono la versione televisiva di una chiacchieratina in qualche salottino con qualche signorina (o signorino) che ha scritto un librino oppure che ci racconta per un pochino quello che pensa dell'Italina, dell'Europeina, o del mondino. Rispondendo alle domandine di Alain elegantino che, con un sorrisino e una bella vocina impostatina, ci regala un angolino di informazioncina.

Un concentrato, di solito, di banalità e ovvietà: come quelle che si dicono o si ascoltano con grazia, pensando ad altro, in qualche cenetta più o meno elegante, in un ambiente di quelli che si definiscono discreti, con gente educata e ben vestita. Dove si può parlare con un noto giornalista, a bassa voce, di Bush o di Islamismo, di terrorismo o di politica nazionale: ma, per carità, lievemente, leggermente, educatamente, con la testina un po' reclinata e un'occhiata di sotto in su.

Si consiglia di vederlo. Soprattutto a chi ha della cultura, dei libri, della Storia o della politica un'idea magari meno elegante, qualche volta un po' gridata, qualche altra un po' nervosa, un po' spettinata, ma che si presume debba anche essere viva. In questo modo questi avrà l'occasione di rivalutare - chi l'avrebbe detto - alcuni bistrattati della Tv: come Gigi Marzullo, per esempio, che almeno va in onda di notte, e può magari conciliare il sonno. Che, in un paese sempre più stressato e popolato da gente che o non dorme o dorme male (statistiche recenti: quasi la metà), andrebbe fatto come minimo sottosegretario.  
La settimana di Alain Elkann

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