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Ménage a trois

di Assunta Petrosillo
  The Suit
Data di pubblicazione su web 25/06/2012  

 

Peter Brook ha presentato, nell’ambito del Napoli Teatro Festival, The Suit una rielaborazione in chiave musicale di Le Costume. Questo nuovo spettacolo firmato insieme a Marie-Hélène Estienne e Franck Krawczyk, ha debuttato lo scorso aprile a Parigi al Théâtre Les Bouffes du Nord, riscuotendo molti consensi di pubblico e critica.

 

La storia è tratta dal testo originale inglese di The Suit dello scrittore sudafricano Daniel Canodoce, detto Can Themba, morto nel 1968 nello Swaziland dell’apartheid.

 

La storia è quella di un tradimento. Philémon (William Nadylam) ritorna a casa e trova sua moglie Matilda (Nonhlanhla Kheswa) a letto con un altro uomo (Rikki Henry), che scappa dalla finestra e lascia il suo abito sulla sedia. Philémon per punire la moglie la costringe a convivere con quell’abito in una sorta di ménage a trois, fino a quando la donna ne morirà.

 


William Nadylam (Philémon) e Nonhlanhla Kheswa (Matilda)
Foto: Laura Ferrari

 

Si tratta di una storia nata in versione orale negli shabben, locali clandestini della periferia di Johannesburg, in cui ai tempi dell’apartheid i sudafricani si riunivano per discutere di politica e questioni sociali. Un racconto che fonda le sue radici nella tradizione orale di un popolo che attraverso la musica e i versi di un griot rievoca miti, leggende e credenze popolari. Racconti metaforici, allusivi che rimandano alla memoria collettiva di un popolo, con l’intenzione di ammonire o sbeffeggiarsi – come un moderno pulcinella − dei propri governanti.

 

E proprio come un griot, Jared McNeill (il narratore), giovane uomo africano ci introduce nella storia. In una scenografia minimalista, con poche sedie colorate e qualche appendiabito (che diviene all’occorrenza finestra, armadio, autobus), si dipana l’intera vicenda umana e psicologica dei protagonisti.

 


Un momento dello spettacolo. Foto: Elisabetta Gori

 

Tra incursioni in platea e l’invito di alcuni spettatori sul palcoscenico, la narrazione si trasforma in intrattenimento. La musica diventa protagonista della pièce, soprattutto quando a cantare è la giovane Nonhlanhla Kheswa che intona, tra le altre canzoni, la struggente Strange fruit (Un corpo nero dondola nella brezza del Sud), portata al successo dall’insuperabile Billie Holiday. Gli attori si muovono con leggerezza e tratteggiano scene come in un film muto.

 

Gli stessi musicisti Arthur Astier (chitarra), Raphaël Chambouvet (piano) e David Dupuis (tromba) − che suonano rigorosamente dal vivo − partecipano alla rappresentazione e si prestano in ruoli comici. Un uso sapiente delle luci enfatizza i momenti salienti della storia.

 

Peter Brook riesce ad alleggerire con poesia e disincanto, le brutalità della storia, nonostante si esca dal teatro canticchiando: «Southern trees bear a strange fruit, blood on the leaves and blood at the root».

 


 

The Suit
cast cast & credits
 


Foto: Laura Ferrari


 
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