Fiore allocchiello della città, il Festival del Maggio Musicale
Fiorentino torna puntualmente a destinare tra opere e concerti un posto particolare
allarte tersicorea e MaggioDanza, il corpo di ballo del Teatro del Maggio
Musicale, ogni volta risponde allappello
recitando un ruolo da protagonista e offrendo a ballettofili e curiosi neofiti
lopportunità di vedere uno spettacolo di qualità.
Per questa 75a edizione del Festival il direttore artistico della
compagnia Francesco Ventriglia ha riunito in un applaudito dittico dautore The Four Temperaments di George
Balanchine e Verklärte Nacht di
Susanne Linke. Due lavori di segno poetico differente eppure accomunati
dalleleganza dello stile compositivo dei coreografi: il primo riconosciuto a
tutti gli effetti il padre fondatore della scuola neoclassica, la seconda
considerata una delle esponenti più rappresentative del Tanztheater.
Due filosofie coreutiche tra passato e presente che prendono vita nello storico
Teatro della Pergola grazie a MaggioDanza, chiamata a far parte di unintelligente
operazione coreutica.
Il pregio maggiore di questo dittico sta proprio nellessere unimperdibile
occasione per riassaporare visivamente lincomparabile bellezza del balletto di
Balanchine e apprezzare la bravura di MaggioDanza nello Stuck (pezzo) della Linke. E se il cimento de I Quattro Temperamenti è una sfida rischiosa che abbisogna di un notevole coraggio e di un
pizzico di velleità anche in organici istituzionali più accreditati, la misura
appropriata della Notte Trasfigurata rende
giustizia alla resa interpretativa dei ballerini fiorentini, accompagnati in
entrambi i casi dallOrchestra del Maggio Musicale Fiorentino ben diretta da David
Garforth.
Dedicato a Eugenio Polyakov e presentato in prima assoluta al Maggio
Musicale Fiorentino, Verklärte Nacht è una creazione sullomonima partitura di
Schöeberg che in questa versione si sofferma sul ludus amoris tralasciando loriginario spunto tematico. La drammatica
confessione di una donna che in una notte di plenilunio rivela allamato di
attendere un figlio da un altro uomo.
Susanne Linke ispirandosi al proverbio tedesco “Wo die Liebe hinfällt…” (“che scherzi fa lAmore…”) si concentra
sul gioco dellAmore che ci sorprende sempre, trovandoci ogni volta impreparati
a fronteggiare i suoi pungenti strali e impossibilitati a cambiare il corso
degli eventi nella speranza di un amore eterno e felice. Un sogno puntualmente
infranto al quale però continuiamo a restare pervicacemente attaccati.
Un momento dello spettacolo
Così la Linke,
partendo da una coppia, gli ottimi Sabrina Vitangeli e Alessandro Riga,
racconta per emozioni il loro rapporto fatto di abbandoni e riconciliazioni fino
al triste epilogo in cui lui è insieme ad unaltra e lei resta sola.
Una storia tristemente emblematica e non inconsueta a cui fanno da
contraltare quelle simili di altre coppie che diventano simbolo dellinarrestabile
fluire dellEros e del desiderio umano di vivere un amore duraturo. Il tutto
accompagnato dalla magica musica di
Schöeberg che asseconda la partitura coreografica incentrata sulla “danza
comportamentale” del Tanztheater e su
quel margine di improvvisazione richiesto ai danzatori per essere soggetti
attivi dellaccadimento danzato. Unesperienza creativa che mette in luce le
doti di MaggioDanza, un corpo di ballo che sa rendere pieno di significato il
gesto apparentemente insignificante, e sottolinea quanto il Tanztheater in particolare e la danza in generale abbiano bisogno
di veri interpreti e non di meri esecutori.
Verklärte Nacht di Susanne
Linke è uno Stuck che convince nella
forma coreografica ma anche nel raffinato allestimento di Alfred Peter che
sposa laspetto teatrale della messinscena con limpostazione metateatrale delle
video sequenze in cui la
Pergola vede riflessa se stessa, e con il taglio tecnologico
delle proiezioni curate da fettFILM (Torge Møller, Momme Hinrichs) che
stemperano nei paesaggi cittadini e naturali il divenire di sentimenti uguali e
contrari. Un tourbillon di passioni
ben espresso da passi e pose di stampo accademico trasfigurati dalla “danza
comportamentale”, dalla scelta di morbidi ed eleganti costumi di Rupert Franzen
e dalle carezzevoli luci di Gianni Paolo Mirenda.
Un balletto in perfetto stile ‘linkiano in cui MaggioDanza rifulge
per carisma e dimostra di essere pienamente a suo agio come non lo appare fino
in fondo nella mise en espace de The Four Temperaments di Balanchine su
musica di Hindemith. Un pietra miliare della danza del Novecento con cui è
arduo confrontarsi per quel suo essere non a misura di tutti i corpi di ballo e
nellesigere uno stile inconfondibile improntato a quellelegante difficilis facilitas, a quella sublime nonchalance che necessita di un lungo e
accurato training.
Creata a New York nel 1946 da Balanchine per il debutto del Ballet
Society e diventata dal 1951 il cavallo di battaglia del New York City Ballet, I Quattro Temperamenti è una mise en danse che segna la svolta estetica del linguaggio
accademico liberato dal surplus narrativo e descrittivo e approdato al
concetto di danza pura. Una danza astratta che, lontana dalla pantomima della
tradizione ballettistica ottocentesca, si riduce allessenzialità del messaggio
visivo, alla immediatezza di immagini poetiche che nascono dal lirismo cinetico
sotteso alla danza classica.
Un momento dello spettacolo
Balanchine infatti non fa altro che rendere esplicita tutta una serie
di comportamenti stilistici che erano già propri della danse décole petipatiana
riassorbendone il formulario grammaticale, gli schemi logico-compositivi ma
ripulendoli da tutte le incrostazioni di vecchie consuetudini coreografiche.
Per questo la sostanza del suo linguaggio resta comunque quella della splendida
tradizione classica ma diventa neoclassica col dispiegarsi luminoso ed
essenziale dellalfabeto purissimo di una danza assoluta, capace di esprimere
se stessa come in The Four Temperaments. Fulgido
esempio di questa vera e propria rivoluzione estetica della danza di tradizione.
I
Quattro Temperamenti sono
una raffigurazione astratta degli Umori in base ai quali la scienza medica
medievale classificava i temperamenti umani distinguendoli in quattro
caratteri: Malinconico, Sanguigno, Flemmatico, Collerico. Uno
spunto tematico che offre il destro per impiantare sulla partitura di Hindemith
una coreografia lontanissima dallallegorismo medievale ma aristotelica nella struttura
basata su tre Temi, sviluppati in altrettanti passi a due, e quattro Variazioni
che richiamano i quattro Temperamenti e alternano, in base allUmore, soli,
duetti, quartetti, ensemble. Un virtuosismo compositivo esaltato dalla mise balanchiniana delle donne in body
neri e gli uomini in tee-shirt bianche e calzamaglie nere e dal fluire
razionale degli enchaîmements.
Enchaîmements che MaggioDanza interpreta in maniera precisa ma senza quella
disinvolta sicurezza indispensabile per affrontare un lavoro che infonde nuova
linfa allassetto e alle regole del balletto accademico. Alessandro Riga nel
temperamento Malinconico mostra tutta la sua tecnica, Federica Maine e Zhani
Lukaj nel Sanguigno risultano i più vicini allo stile Balanchine e Gisela
Carmona Gálvez nel Collerico dimostra notevole presenza ma in generale si
coglie appena la scioltezza del movimento delle gambe staccate dal busto, la
mobilità del bacino e il pieno controllo del peso nei veloci passi a due. Detto
questo resta comunque apprezzabile la generosità del corpo di ballo fiorentino
che si mette alla prova in una
coreografia dincomparabile bellezza e innegabile difficoltà che è sempre
emozionante rivedere. Quindi, a conti fatti, “well done!” MaggioDanza.
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