drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Core giallorosso

di Roberto Fedi
  Logo
Data di pubblicazione su web 30/09/2002  
Probabilmente molti ricorderanno il tragico episodio della giornalista Maria Grazia Cutuli, uccisa in Afghanistan l'anno scorso. E forse ricorderanno anche l'enorme emozione che l'episodio suscitò, inversamente proporzionale - succede sempre così, da noi - alla sua memoria. Al punto che qualcuno ci vide anche una vera e propria strumentalizzazione (Rory Carroll, Transformed by death in Afghanistan, "The Guardian", 21.11.2001)

Alcuni giornalisti, in particolare del "Correre della Sera" (che per altro non aveva esitato a pubblicare paginate di lettere alla povera morta, ormai vista tout-court come martire), protestarono vivacemente. Tutti si sdegnarono anche del solo sospetto di avere, diciamo così, esagerato. E qualcuno pensò bene di girare un film sull'evento. Che adesso è arrivato su Rai1 (30 settembre, ore 20.55), diretto da Franco Bernini e interpretato da Sabrina Ferilli. La famiglia Cutuli si è seriamente dissociata; il regista e l'interprete hanno ribattuto che si tratta di un'opera 'ispirata' al fatto, ma per il resto di fantasia. Anzi, si sono quasi risentiti, come se l'appropriarsi di una vita perduta a fini di spettacolo fosse cosa del tutto legittima e naturale.
foto Cuore di donna

Il titolo del film Tv, Cuore di donna, è addirittura anche più sciocco e falso delle suddette dichiarazioni. La storia è, inutile dirlo, un concentrato di banalità: Flavia, giornalista televisiva romana, dopo l'11 settembre decide di andare in Pakistan e poi in Afghanistan, lasciando a Roma affetti (il padre) e rimpianti (un'amica drogata che avrebbe bisogno di aiuto: il cui personaggio è anche più incomprensibile e banale del resto). Il dovere e la passione chiamano. Là, fra i talebani in fuga e i bombardamenti americani (mai visti bombardamenti meno realistici), si consuma la tragedia: un fotografo con un passato di drogato (e dài) con cui è scoppiato l'amore muore ucciso da un talebano superstite. Alla fine, alla giornalista rientrata a Roma resta però l'affetto di una bambina afghana orfana e adottata seduta stante, e dell'amica miracolosamente risanata. Fine.

Raramente ci era accaduto di vedere in Tv un film così sgangherato, mal diretto, mal sceneggiato e male interpretato. Una tragedia umana e storica come quella dell'11 settembre e della guerra, e della giornalista Cutuli (sciaguratamente imitata, con una protervia davvero notevole, nelle pose e nell'abbigliamento: molti ricorderanno le foto della vera Cutuli con il velo e gli occhiali da sole: così anche la Ferilli), diviene qui una scusa per un romanzetto rosa che sembra ambientato al Tiburtino, fra gang rivali della Lazio e della Roma.

La Ferilli, che di per sé è anche simpatica quando parla di calcio o si fa intervistare in romanesco, qui è a dire poco fuori parte, e la sceneggiatura le fa dire battute da far cadere le braccia: "vi porterò un burka", dice ai colleghi prima di partire per l'Afghanistan, come se andasse a un Club Mediterranée; quando esplode una bomba in guerra fa un gridolino identico a quello - ci scommettiamo - che le scappa quando vede un laziale che tira in porta alla Roma nel derby; nei dialoghi 'seri' col fotografo tenebroso e disincantato dice roba del tipo "il sangue chiama sangue" (un po' di pacifismo non guasta); la sua voce fuori campo che spiega la guerra è da premio letterario dei luoghi comuni; per non parlare delle telefonate (dall'Afghanistan) al padre e all'amica in crisi mentre intorno c'è, scusate se è poco, la battaglia fra talebani e Alleanza del Nord, con morti e fucilati (a un certo punto l'amica in crisi di astinenza, senza un soldo e da una cabina telefonica da Roma, addirittura la chiama mentre per strada laggiù ammazzano un po' di gente: e la Sabrina 'de noantri' ha anche il tempo per farle un po' di terapia a distanza). Per non parlare dell'immagine grottesca dei giornalisti e della redazione romana, da parodia di Striscia la notizia.

In tutto il film c'è un solo momento veramente notevole. Ed è quando, in collegamento con Roma, prima della diretta Tv la giornalista Flavia chiede il risultato della partita. "Uno a zero - le rispondono - gol di Totti!" E la Sabrina, finalmente tornata lei (macché giornalisti, macché talebani, macché Cutuli) fa un urlo, proprio come allo stadio. Perfetta. Cuore di donna? Talebani? ahò, volemo scherza'? Core giallorosso! Forza Roma, forza lupi. A conti fatti, aveva proprio ragione Rory Carroll.



Cuore di donna

cast cast & credits
 

 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013