drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Senza cuore

di Roberto Fedi
  Gli alunni di Cuore
Data di pubblicazione su web 20/12/2002  
Recensire le repliche non si dovrebbe: ma in questo caso facciamo un'eccezione, perché ci permette di dire ancora due parole sul tema delle fiction all'italiana, a cui ci stiamo dedicando da qualche tempo. Questa volta tocca a Cuore, che - ah, il Natale! - a Canale 5 si sono sentiti in obbligo di rifilarci, a partire da domenica 15 dicembre. Proprio quando, non certo per caso, su Rai Uno andava in onda la Storia di guerra e d'amicizia, da noi già servito, in cui ancora di ragazzi si parlava. Che bella pensata.

Il romanzo di De Amicis aveva già avuto una riscrittura televisiva anni fa (1984), eccellente: la sceneggiatura era di Suso Cecchi d'Amico, la regia di Luigi Comencini, il ruolo principale era interpretato da Johnny Dorelli. Questa, uscita l'anno scorso per la regia di Maurizio Zaccaro, con Giulio Scarpati, Leo Gullotta e Anna Valle, è interessante perché, anche a rivederla, rappresenta uno sforzo produttivo non piccolo, con un risultato modestissimo. Vediamo perché.

La prima cosa che si nota, in questi sceneggiati o fiction che dir si voglia, è che gli autori si prendono delle libertà. Fin qui, niente di male: la trascrizione su altro medium porta con sé anche altre letture. Naturalmente se si tratta di libertà giustificate: altrimenti, sono solo sciatterie. Qui, ad esempio, l'azione è ambientata nell'autunno 1890. Cuore uscì nel 1886, come è noto; l'anno scolastico di cui si parla nel libro è quello del 1881-2. Non è un caso, visto che quell'anno rappresenta una specie di svolta nella politica italiana: nel 1882 viene approvata la nuova legge elettorale che, allargando il diritto di voto per censo e abbassando l'età a 21 anni, fa d'un colpo balzare gli elettori da 600.000 a circa 2 milioni: Andrea Costa sarà, nello stesso '82, il primo socialista eletto deputato, e il milanese Antonio Maffi sarà il primo operaio a entrare in Parlamento. Si aggiunga che nel 1877, cinque anni prima, era stata approvata la legge Coppino, che rendeva obbligatorie alcune classi elementari. Non è un caso, ancora, se proprio nel 1881, lo stesso anno in cui è ambientato il 'vero' Cuore, nasce il personaggio di Pinocchio, che appena 'nato' deve andare a scuola, e naturalmente non ne vuol sapere. Insomma, il biennio 1881-82 venne sentito come decisivo per la scuola e la società (nell'82 morì anche Garibaldi: un evento), mentre il 1890 non ebbe tale risonanza. Perché quindi spostare l'ambientazione? mistero.

Ma c'è di peggio. A parte gli interpreti - Giulio Scarpati sembra sempre sul punto di addormentarsi - è incresciosa la identificazione del personaggio del romanzo con il vero De Amicis, suggerita senza tanti riguardi dalla storia del maestro, titolare di moglie pazza (cosa effettivamente accaduta a De Amicis). Di questo non si riesce a capire la ragione, neanche a sforzarsi. Non basta. Mentre la moglie, pazza, presto toglierà il disturbo suicidandosi (a De Amicis questo non accadde: ma si suicidò suo figlio, nel 1898), il maestro che sembrava il bell'addormentato si sveglia, e si innamora - da non crederci - della bella Mestrina. A questo, davvero, non erano arrivate neanche le riscritture ironiche e qualche volta quasi offensive dei moderni avanguardisti. Un brivido corre lungo la schiena anche del più casto pedagogo, a pensarci.

I personaggi di contorno sono o scontati, o sbagliati. Assurda la figura del Direttore, interpretato da un Leo Gullotta che sembra uscito diretto dal Bagaglino, così manierato da far ridere invece che inviperire. Infatti è cattivissimo, petulante, onnipresente, anche stupido. Cosa assolutamente gratuita se mai ve ne furono, e del tutto inventata dagli autori televisivi, oltre che lontanissima da De Amicis: il quale, figuriamoci, credeva a tal punto nella funzione della scuola nella Nuova Italia da non poter nemmeno lontanamente ammettere che un Direttore potesse essere meno che onesto (infatti lo disegna così, pur essendo nel libro una figura di contorno).

Si resta senza parole. Ma soprattutto - l'abbiamo già rilevato recensendo l'Apocalisse televisiva - sembra ormai evidente che il gusto del testo, della narrazione, dell'intreccio o quel che volete è fuori totalmente dalle corde di questi modesti sceneggiatori della Tv. A loro il testo non basta, e hanno sempre bisogno di storicizzare (male), di far emergere il contesto storico, di propinarci luoghi comuni da Bignami di Storia liceale sugli operai, la società, le classi, e santini devozionali del genere. E di ficcare sempre dentro, in un modo o nell'altro, almeno almeno una storiella d'amore, meglio se adulterina. Secondo noi, oltre che licenziati, andrebbero psicanalizzati.


Cuore

cast cast & credits
 

giulio scarpati

Giulio Scarpati



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013