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Meglio le barzellette

di Roberto Fedi
  Manuela Arcuri
Data di pubblicazione su web 04/12/2002  
A voler essere ironici, sembra anche questa una barzelletta. Alla televisione si sprecano i telefilm a episodi di tipo giallo, o giallo-rosa. I protagonisti sono di solito poliziotti, commissari, avvocati, investigatori, magari preti che fingono al di là di ogni verosimiglianza di risolvere gialletti di periferia. Qualcuno all'Arma (dei Carabinieri) deve essersi detto: e noi? solo nelle barzellette? Oppure sarà stato uno sceneggiatore originale; oppure il desiderio di bilanciare un'altra serie televisiva interminabile sulla Polizia di Stato. Insomma, sarà come sarà, anche i Carabinieri sono finiti in una fiction.

La cosa curiosa è che il lunedì, alla stessa ora (21.00), su Canale 5 va in onda la Polizia, e su Italia 1 l'Arma dei Carabinieri. Evidentemente il coordinamento non funziona neanche in Tv. Distretto di polizia tutto sommato resiste al tempo, con attori ormai disinvolti e una regia accettabile (al punto che la serie si è potuta permettere anche di cambiare la protagonista, ora Claudia Pandolfi, senza troppe scosse: così accade nelle narrazioni televisive poco realistiche e senza spessore, in cui lo spettatore si affeziona alla serie più che ai personaggi, e ogni volta è come se si ricominciasse da capo); ma Carabinieri merita una riflessione a parte.

Qualcuno deve aver pensato che i Carabinieri, che da Pinocchio in poi hanno sempre fatto un po' paura, avevano bisogno di una energica operazione di maquillage. Gli agenti di polizia sono televisivamente diversi: intanto non sono militari, e poi possono anche stare senza divisa come il commissario Montalbano e i suoi collaboratori. Ma i Carabinieri, con quei vestiti neri e le bande rosse, effettivamente sono un po' troppo impalati almeno nell'immaginazione. Idea! - si saranno detti - ingentiliamoli un po'.

E così come prima cosa avranno deciso che era ora di mettere in campo, intanto, le carabiniere. Basta militari coi baffi e l'accento meridionale (quelli, comici almeno nelle intenzioni, sono relegati a far compagnia a Don Matteo). Così la scelta è caduta su Manuela Arcuri e Martina Colombari: e fin qui, se l'Arma avesse voluto rinnovare il suo (mitico) calendario, tutto perfetto: le fanciulle - questo è poco ma sicuro - i calendari li sanno fare. Il problema è che qui le fanno recitare.

La fiction italiana sembra che non sopporti le mezze misure. O si attesta su un piano di eccellenza (Montalbano: Rai) o scende a livelli di indecenza (gran parte delle altre produzioni). Gli attori sono da recita parrocchiale; la regia è lenta e scontata; la sceneggiatura sembra che tiri solo a far passare, fra dialoghi smozzicati e monosillabici, il tempo necessario per arrivare all'interruzione pubblicitaria. Insomma, più che film televisivi si tratta di fotoromanzi: le inquadrature sono quasi tutte fisse; gli esterni pochissimi; la recitazione è da scadente filodrammatica. Qui la Arcuri, ad esempio, nella vasta gamma delle possibilità ha solo due espressioni: con divisa e senza divisa. Scegliere, prego.

Il caso di Carabinieri è quindi a suo modo esemplare. Le storie non sono nemmeno inverosimili: sono risibili. Il bello è che gli episodi vorrebbero essere leggeri ma seri, accattivanti ma con un fondo di verità. Ora, vedere la Arcuri infilata in una divisa carabinieresca potrebbe magari interessare qualche amante del sadomaso, ma fa ridere tutti gli altri; vedere Villaggio che fa una specie di Fantozzi mezzo scemo amico dei carabinieri non fa ridere neanche i depravati; e pensare che qui i carabinieri sono interpretati da Pino Caruso, Andrea Roncato, Vincenzo Crocitti & C. ci obbliga ad optare - nel caso - di rivolgersi senz'altro alla Polizia.



Distretto di polizia 3

cast cast & credits
 



simone corrente

Simone Corrente (agente scelto Luca Benvenuto)




 
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