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London a Cappella Festival

di Michele Manzotti
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Data di pubblicazione su web 20/01/2012  

Immaginate cinque ragazze nate a pane, hip hop e rhythm’n’blues che decidono di  mettersi  insieme e dare una scossa rock semplicemente con le loro voci. Sono The Boxettes, vivono a Londra e hanno rappresentato uno dei momenti  più alti del London a Cappella Festival, rassegna giunta alla terza edizione organizzata dai più noti  Swingle Singers e dal management Ikon Arts al King’s Place. Le Boxettes oltre alla bravura tecnica (impersonata da Isabelle “Bellatrix” Ehresmann, campionessa mondiale di beatbox) hanno la particolarità di scrivere e interpretare esclusivamente brani originali inclusi nel loro Ep di debutto che porta il loro stesso nome. Un fatto raro nella musica a cappella che tende a reinterpretare e a reinventare musiche di altri autori.


     The Boxettes (Foto per concessione Ikon Arts Management) 

Gli stessi Swingle Singers, conosciuti  in Italia grazie alla sigla di Superquark, hanno iniziato a percorre questa strada sul palco e nel loro ultimo album Yule Songs oltre ad aggiungere pezzi dei Mumford & Sons e degli Elbow in concerto insieme a Bach e a Piazzolla. Agli Swingle è toccato il gran finale della manifestazione, raggiunti in scena anche da altri artisti che si erano esibiti in precedenza. A partire dai talentuosi canadesi Cadence, interpreti di un jazz vocale raffinato e ad alti livelli,  ai componenti  del  London Vocal Project, scelti appositamente da Bobby McFerrin per interpretare i suoi brani dal vivo, all’italiano Albert Hera, sperimentatore delle possibilità della voce, al Freeplay Duo, coppia di Toronto impegnata in nuove  atmosfere sonore grazie all’uso delle tecnologie applicate al canto.


                         The Refrains (Foto Michele Manzotti)

I finlandesi  Fork, tecnicamente eccellenti, puntano invece su un aspetto visivo legato al kitsch degli anni ’80, che nel loro caso funziona per l’aggiunta di una buona dose di autoironia sul palco. Molto apprezzabili gli americani Euphonism nel loro pop scelto con gusto. La classica invece è stata rappresentata al meglio dal gruppo inaugurale, i Vasari Singers, che hanno presentato un programma affascinante dedicata al novecento.  Il festival rappresenta anche l’occasione per molti gruppi vocali di esibirsi nel foyer mostrando come la giovane scena inglese sia molto ricca di qualità ed entusiasmo:  ricordiamo gli All the King’s Men e The Refrains, entrambi già presenti al Fringe di Edimburgo, e i Cadenza che invece hanno aperto per le Boxettes ottenendo l'onore del palco principali.  Infine due curiosità: la cantante francese June Caravel, fresca di Ep  con la sola voce sovraincisa The A Cappella Session e un brano (London Song) dedicato alle strade di Londra, e l’esibizione dei Single Singers cantanti provenienti da sette paesi  che prima dell’esibizione si erano conosciuti solo via internet grazie all’appello di Annemarie Homan, olandese che vive in Italia. A loro l'onore  di chiudere nel foyer la rassegna in un clima di festa.


London a Cappella Festival



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