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Fare l'indiano

di Roberto Fedi
  Porta a Porta
Data di pubblicazione su web 23/12/2003  
Non vorremmo che qualcuno pensasse che ce l'abbiamo con Bruno Vespa. Giammai. Se gli dedichiamo tanto spazio è perché la sua trasmissione, Porta a porta, è importante (scusate il bisticcio), e lui è un uomo televisivo fra i primi. Come si dice, fa notizia.

Fa anche dell'altro. Nella sua quasi giornaliera presenza sui nostri schermi, come si diceva una volta, si occupa del mondo. Sentite qua, dal sito ufficiale Rai del programma: "Bruno Vespa continua a portare nei salotti italiani il programma d'informazione più popolare e seguito della nostra televisione. La trasmissione si occupa di tutti i temi dell'attualità e della cronaca, dalle problematiche sociali ed istituzionali, allo sport, dalla religione ad argomenti più frivoli. Particolare attenzione viene data alla politica e ai suoi protagonisti, sempre presenti come ospiti in studio".
E dico poco. Si vede che l'altro giorno era la volta degli "argomenti più frivoli". Si parlava infatti dell'India. Come, e questo sarebbe un argomento frivolo? direte voi. Dipende da come se ne parla.

Perché in studio c'erano Massimo Boldi e Christian De Sica. Stupore degli ingenui. E che c'entrano con l'India questi due tristi mattacchioni? C'era anche il professor Stefano Zecchi, che anche lui con l'India c'entra poco o nulla ma che ha appena scritto un libro (non di estetica di cui è cattedratico, ma di quelli che si vendono o si vorrebbero vendere), e quindi eccolo lì a crogiolarsi. È arrivata anche un'attrice, di cui non ricordiamo il nome, che ha una madre (o un padre: e chi se ne frega) dell'India. A un certo punto è apparso in collegamento anche Beppe Severgnini, che con l'India c'entra ancora meno ma che ha appena scritto un libro regolarmente citato eccetera. Ma: e l'India?

Ecco svelato l'arcano. Si dà il caso infatti che il duo De Sica-Boldi stia per uscire con il film di Natale, appunto dedicato all'India. Beh, ammetterete che è un evento. Infatti per due ore sono stati fatti vedere lunghi spezzoni in anteprima di questa pietra miliare dell'arte cinematografica (secondo noi hanno fatto male: o hanno scelto il peggio, o qui ragazzi non si ride neanche a farsi fare il solletico).

Vespa, tutto contento (per una volta almeno non doveva zittire giornalisti beceri e politicanti becerissimi), trattava i due come se fossero stati la reincarnazione del fratelli Marx, di Oliver e Hardy, di Gianni e Pinotto e di Totò e Peppino messi insieme. Insomma due fenomeni della comicità planetaria. Che, in quanto tali, visto che di ridere non c'era verso, hanno anche detto il loro punto di vista sull'India, e sulla comicità in genere. De Sica si è anche paragonato a Sordi, e si vede che nell'aldilà Alberto era distratto perché sennò lo avrebbe incenerito di sicuro. Boldi qua e là infilava battute agghiaccianti. Il professor Zecchi, docente di Estetica a Milano, discettava sui due senza batter ciglio. A lungo, e pensosamente, si è discusso se le parolacce siano o no comiche. In collegamento, il Severgnini ne ha anche detta una (un brivido è corso per la schiena di molti) per dimostrare che tutto dipende dal contesto, e insomma (chiosa nostra) se uno dice vaff… in un film di Boldi è un conto, e se lo dice a un ricevimento al Quirinale è un altro. Geniale.

In mezzo a tutto questo dotto dialogo umanistico, si è tralasciata quella che avrebbe dovuto essere la domanda di fondo. Che è questa: se alla Rai quel film avesse fatto un paio d'ore di pubblicità, con tanto di trailers, quanto avrebbe dovuto sganciare? e quanto ha invece realmente sganciato?

Mistero. Così come lo è per noi il Severgnini: non tanto per le sue competenze, che ci sfuggono soprattutto se indiane, quanto per la sua identità. La sua foto sulla rubrica del 'Corriere della Sera', infatti, dev'essere di suo figlio. Lì è corvino, e in Tv è bianco come Babbo Natale. Cambi la foto, o faccia firmare gli articoli al promettente giovanotto.

Porta a Porta

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Bruno Vespa

Bruno Vespa

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