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Unità di tempo

di Roberto Fedi
  24: Kiefer Sutherland
Data di pubblicazione su web 24/10/2003  
Un suggerimento, una volta tanto, ai vertici Rai (ma anche Mediaset, perché no?). Invece di fare tanti seminari, incontri, brain stormings, briefings o stages (e magari pronunciarli "steiges") sulla comunicazione; invece di mandare i vostri uomini a prendersi costosi master (improvvisati) in qualche università in luoghi ameni; insomma, invece di spendere un sacco di soldi (quanto alla Rai: nostri) per nulla, legateli a una sedia come Alfieri e costringeteli a vedere fiction come queste. Si spende meno, e si impara di più: a meno che uno sia così cretino da non capire, vedendolo, cos'è che distingue un capolavoro di sceneggiatura, montaggio, allestimento scenico, luci, recitazione, soluzioni grafiche e regia come questo, da una delle lagne nostrane. Se non lo capisce, pazienza: sarà pronto per nonno Libero.

Come accade per tutte le idee geniali, anche questa è semplice. Invece di una fiction a puntate che dura indefinitamente nel tempo, questa ha una durata (del tempo interno della narrazione, si vuol dire) di un'intera giornata: 24, come da titolo, cioè ventiquattr'ore. Aristotele ne sarebbe felice. Che iniziano in una giornata qualsiasi a Los Angeles, anzi alla fine di una giornata qualsiasi. A mezzanotte, prima di andare a letto in famiglia, l'agente della Cia Jack Bauer decide con la moglie di andare a parlare con la figlia adolescente in camera sua (la figlia ha seri problemi di comunicabilità con i genitori, e con la madre quasi non si saluta). Non c'è più: la finestra è aperta, e la ragazzina è scappata per una notte un po' diversa con un'amica. In quello stesso istante arriva una telefonata a Jack: è la centrale dell'Agenzia, che lo chiama d'urgenza (lui è una specie di capo sezione). Deve andare, mentre la moglie non sa darsi pace perché il marito se ne va proprio quando la figlia è sparita. Tornerà fra un'oretta, dice lui.
 
In realtà la cosa è seria. Il candidato alle presidenziali, il primo nero della storia, sarà ucciso quel giorno: la Cia ha scoperto che un killer sta arrivando dall'Europa per questo. Inizia così una frenetica ricerca, mentre il candidato che non sa ancora niente è nel suo quartier generale in attesa, il giorno dopo, di presentarsi al pubblico, e a un certo punto se ne va per qualcosa che ancora non sappiamo, da solo. Contemporaneamente, con il padre dell'altra ragazzina, la moglie si è messa in cerca, nella notte, della figlia, che noi vediamo preda di due balordi. Si snodano così due pazzesche ricerche, all'ultimo respiro: della moglie e dell'altro padre sulle tracce delle figlie scomparse, e dell'agente Bauer su quelle altrettanto labili del killer - mentre nella Cia c'è un traditore, e anche quello deve essere scoperto, e due cecchini uccidono in uno sconvolgente attentato notturno l'unico collega di cui Bauer si può fidare. Per telefono, freneticamente, Bauer cerca di stare vicino alla moglie che non capisce perché lui non è lì con lei, e perché l'ha lasciata con uno sconosciuto a cercare la figlia. Lui, da parte sua, non può dirle nulla, legato al segreto dell'operazione. L'eccezionalità della cosa è che tutto si svolge in tempo reale, come una scritta prima di ogni segmento temporale ci avverte: ogni tanto appare anche un cronometro che scandisce il tempo. Quindi il serial durerà esattamente (o quasi) 24 ore, da mezzanotte a mezzanotte, e sarà segmentato in altrettante puntate di un'ora (in Italia le puntate saranno dodici, e in ognuna ci sono due ore: nella prima puntata, Da mezzanotte all'una e Dall' una alle due).

Il tutto è girato con una maestria da stupire. Kiefer Sutherland, cioè Bauer, è il poliziotto dalla faccia normale che deve sventare l'attentato, bravissimo come tutti gli interpreti; l'ambientazione, notturna e inquietante, rinvia alla difficoltà della conoscenza (tutti, nella storia, brancolano nel buio, anche le due ragazzine rapite che non sanno né dove sono né perché); la regia è un modello di suspense, con soluzioni non nuove ma eccezionali (quella dello schermo, che ogni tanto e per pochi attimi si scompone in due o tre immagini, era una cifra stilistica degli anni Settanta poi abbandonata, ma qui utilizzata con grande bravura per evidenziare la molteplicità del reale, e la contemporaneità delle azioni). Dalla linea principale si diramano altre storie, per adesso appena accennate ma che avranno sviluppi. Gli eventi notturni (un aereo precipita, non a caso, sul cielo della California) sono girati con una sobrietà che aumenta la drammaticità; tutti i percorsi narrativi sono chiarissimi per lo spettatore, che li collega nella rete romanzesca e che quindi procede passo per passo nell'azione, come i protagonisti. Insomma: un capolavoro, un testo da studiare nelle scuole (per la tecnica del punto di vista e della narrazione, per la sceneggiatura, per la regia, per il concetto di tempo esterno e tempo interno della storia) meglio di qualsiasi manuale. Ovviamente in casa nostra nessuno ne terrà conto, e così continueremo a sorbirci pizze banali e nonostante tutto inestricabili, come sempre. P.S.. Un consiglio. Registrate le puntate, e poi guardatele facendo, se vi riesce, un ri-montaggio escludendo le inevitabili interruzioni della pubblicità, o almeno passandoci sopra veloci. Il testo lo merita.

24

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Il cast di 24
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