La mostra Ghirlandaio. Una famiglia di pittori del Rinascimento tra Firenze e Scandicci propone al visitatore un percorso innovativo dedicato allattività artistico-imprenditoriale dei Bigordi, detti Ghirlandaio. Sfilano così dinanzi agli occhi del visitatore le opere e i giorni di Domenico (1449-1494) e di suo figlio Ridolfo (1483-1561). Ma si rintracciano anche le orme dei fratelli David (1451-1525), Benedetto (1458-1497) e Giovambattista (1466-?), nonché quelle del cognato Bastiano Mainardi da San Gimignano (1466-1513). Accanto a loro allievi e discepoli: Francesco Botticini (1446-1497), Bartolomeo di Giovanni (documentato dal 1488-1501), Lorenzo di Credi (1459 ca.-1537), Domenico Puligo (1492-1527), Francesco Granacci (1469/1470-1543).
Bottega di Domenico Ghirlandaio, Deposizione di Cristo
(1479-1480, Scandicci, Badia di San Salvatore e
San Lorenzo a Settimo, sacrestia), particolare
Biografie artistiche in larga parte ancora sfuggenti. Si pensi allorganizzazione a più mani del lavoro artistico di bottega e allapporto dei tanti aiuti. Biografie, tuttavia, che la curatrice Annamaria Bernacchioni, validamente affiancata da altri studiosi, ricostruisce attraverso lanalisi di una quindicina di dipinti esposti al Castello dellAcciaiolo di Scandicci. Valga da esempio la Madonna col bambino e San Giovannino presentata per la prima volta al grande pubblico in questo evento. Il dipinto fu acquistato nel 1965 dalla Cassa di Risparmio di Firenze. Allora le pessime condizioni dellopera non permisero di valutarne la qualità (da ciò lattribuzione generica: “scuola toscana” del XVI secolo). Il recente lavoro di pulitura ha finalmente riportato alla luce particolarità cromatiche impensate: una ricchezza di sfumature e tonalità che restituisce il dipinto a Ridolfo del Ghirlandaio o, quanto meno, alla sua cerchia.
La tavola è ora datata con buone ragioni al 1520-1540, periodo in cui si colloca la collaborazione di Ridolfo con Michele di Jacopo Tosini (1503-1577), il suo più fedele allievo. Si pensi al Matrimonio mistico di Santa Caterina (1525-1530), unopera che i due artisti dipinsero «insieme e in compagnia» (così Vasari). La composizione denota unimpronta volutamente tradizionale di sapore neo-quattrocentesco, e si pone coerentemente in linea con la tradizione di Domenico Ghirlandaio, pur aggiornata dal confronto con la coeva produzione pittorica. Una formula vincente, come scrive David Franklin: «La consuetudine di Ridolfo e della sua bottega alluso di un lessico più familiare, leggibile e definito, dotato di innegabile vigore e naturalismo “epidermico”, fu la chiave del loro successo e assicurò la popolarità di questo stile, desueto ma funzionale quasi sino alla fine del secolo» (p. 65).
Ridolfo del Ghirlandaio e Michele Tosini,
Matrimonio mistico di Santa Caterina e santi
(1525-1530, Firenze, Università degli Studi,
Rettorato, Villa La Quiete di Montalve), particolare
Dalla familia alla civitas. Come tutte le manifestazioni promosse dallassociazione La città degli Uffizi, questo evento intende valorizzare gli stretti legami tra Firenze e il territorio. La scelta di Scandicci quale sede espositiva non è casuale: intende sottolineare il duraturo legame tra i Ghirlandaio e le parrocchie del comprensorio, in primis labbazia cistercense di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo. Qui sono ancora visibili la Deposizione di Cristo e lAdorazione dei Magi e San Benedetto, commissionate nel 1479 a Domenico Ghirlandaio. Perduta, invece, la terza tavola realizzata in quella medesima occasione e dedicata a San Niccolò. Di Domenico sono anche due medaglioni raffiguranti lAngelo e lAnnunciata: frammenti superstiti della decorazione della Cappella maggiore (1587), mentre è attribuita allallievo Francesco Botticini una seconda Deposizione (1580-1585).
Francesco Granacci, Ingresso di Carlo VIII a Firenze
(1515-1520, Firenze, Galleria degli Uffizi)
Parallelamente, il progetto Piccoli grandi musei offre al visitatore la possibilità di intraprendere due diversi itinerari alla scoperta dellattività dei Bigordi e della loro officina. Il primo tour consente di riscoprire realtà artistiche pregevoli, ma poco note: le case di proprietà dei Ghirlandaio a San Martino e Colleramole, la Chiesa di S. Andrea a Campi Bisenzio, il Museo darte sacra di S. Donnino e S. Martino a Gangalandi. Il percorso fiorentino comprende invece gli affreschi nella Sala dei Gigli in Palazzo Vecchio, la Cappella Sassetti in Santa Trinita e la Cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella, il Museo degli Innocenti, Palazzo Medici Riccardi.
Il catalogo, edito da Polistampa, arricchito da una presentazione di Antonio Natali (pp. 19-24), propone utili saggi di approfondimento: quello della curatrice Annamaria Bernacchioni illustra gli stretti legami tra i Ghirlandaio e Scandicci (pp. 27-51); mentre David Franklin indaga il sodalizio tra Ridolfo e Michele Tosini (pp. 53-67); infine, Maria Pia Zaccheddu ricostruisce la storia del Castello dellAcciaiolo e di Badia a Settimo, entrambi recentemente restaurati (pp. 69-82). Concludono il volume le Biografie degli artisti (pp. 83-93), il Catalogo delle opere (pp. 95-165) e la Bibliografia citata (pp. 167-174).
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