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Cul de sac 

di Roberto Fedi
  Emilio Fede e una vecchia pubblicità di jeans
Data di pubblicazione su web 28/09/2003  
Tornare a casa dopo un po' di tempo (non brevissimo) e accendere la televisione, così anche per vedere se funziona, riporta alla memoria robetta che si era volentieri dimenticata: un po' come quando uno apre un cassetto che credeva vuoto, e ci ritrova quelle piccole cose di pessimo gusto che aveva rimosso, e che lì per lì lo imbarazzano anche. Di solito prende come un brivido, e si richiude il cassetto, meglio se a chiave.

Così, uno rientra in casa dopo un po' di settimane (era questa l'unica ragione della latitanza, se ci consentite uno scarto nel privato), e ancora un po' rintronato accende a caso. Appare Emilio Fede, accidenti.

Immarcescibile, cotonato, abbronzato anche fuori stagione. Lì per lì fa quasi piacere, come ogni prova provata che il tempo non passa - oddìo, qui siamo all'eterno autunno, più che all'eterna primavera degli antichi, ma non si può aver tutto.

Incuriosito e anche leggermente disgustato, il reduce da lidi stranieri sta a vedere. E sente presentare un servizio, con tanto di collegamento, con il solito prete (questa volta don Gelmini), sul problema dei giovani e delle droghe. Il caso non è nuovissimo, ma sempre meglio dire cose anche un po' banali su questi temi, che far vedere le solite fanciulle ignude da copione - o fare la solita tiritera su Berlusconi, anche. Così stiamo a sentire. Ma ci viene il sospetto che il jet lag ci abbia definitivamente rintronato quando, salutato il prete, il Fede avendo ora rapidamente mutato, come Fregoli, il volto da serio & compunto a malandrino & furbacchione, ci propone un servizio con tanto di collegamento in diretta sul culo.

Proprio così. Anche se lui, forse per rispetto al prete che magari è ancora lì, dice che si parlerà di c. (puntato). Per evitare equivoci - non si sa mai - ecco che però mette a tutto schermo né più né meno che quello: un bel culo, ovviamente di una bella pupa presa di spalle, tratta dalla copertina dell'ultimo numero di "Panorama". Rivista della Mondadori, per chi non lo sapesse - e indovinate un po' di chi è la proprietà della Mondadori? Indovinato? beh, era facile.

Pensiamo a uno scherzo. Macché. Tutto serio e anche un po' malandrino, il Nostro (pardon: il Loro) ecco che si collega con il direttore di "Panorama", l'arbiter elegantiarum Rossella che, com'è noto, compra solo le camicie e forse le mutande a New York. Il quale, da par suo, parla del culo: non il suo, elegantissimo (si presume) ma altrettanto presumibilmente stantìo, ma delle donne. Dicendo (stupore di Fede) che in non si sa bene quale università hanno dimostrato che il culo è importante per l'eros ecc. ecc. Accidenti che notizia, accidenti che scoop. Da copertina dell'equivalente italiano di "Newsweek" (buona questa), a dir poco.

Fra un culo e l'altro, questi due buontemponi vanno avanti per un po', con lazzi vari. A noi ci dispiace non esserci annotato il nome di quell'Università, nella quale andremmo volentieri a prendere un Master: ma pazienza. A Fede invece viene in mente di chiedere a una bellina di turno (ex Miss Italia: insomma, una che se ne intende) cosa ne pensa di quella copertina. A me non sembra volgare per niente, sentenzia la fanciulla: in fondo, la ragazza è presa di spalle.

A noi è rimasta netta la convinzione, anche a ripensarci, che il culo, nelle donne e in chiunque, stesse appunto di spalle. Ma vattelappesca. Chissà quante cose sono cambiate in Italia, nel periodo che siamo stati lontani. Questi qua non si possono lasciare soli un momento, che son capaci di spostarti anche il culo.

PS. Quello che abbiamo riferito era, davvero, il TG4 della sera del giorno 26 settembre. Pensando di avere le traveggole (si sa, il fuso orario…) abbiamo chiesto conferma a gente che non confonde il culo con le quarantore - secondo il celebre detto toscano. Tutto vero - compreso il povero don Gelmini. Che a noi - scusate se ci permettiamo la licenza - ci è sembrato a conti fatti un po' preso per il c. Puntato, questa volta.



Tg 4

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