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Che colpa abbiamo noi

di Roberto Fedi
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Data di pubblicazione su web 10/06/2003  
Per favore: salti fuori il colpevole. Chi di voi ha - che so? - insidiato sua nonna, rubato le caramelle a un bambino, spernacchiato un vigile o peggio, sia uomo. Si metta una mano sul cuore e confessi. Perché pur essendo noi di spirito laico e di mentalità aperta e senza pregiudizi, ci siamo convinti che ci dev'essere una ragione, forse inconfessabile, perché oltre cinquanta milioni di italiani compresi gli infanti debbano sciropparsi da ben due settimane un programma come Sanremo Estate, il sabato su Rai Uno in prima serata. E quindi coraggio: alzi la mano chi l'ha fatta grossa e ci liberi da quest'incubo.

Sanremo, poi, è proprio una specie di maledizione. Non bastasse l'infausta punizione invernale di una settimana di trasmissioni, con ore e ore di pippibaudi, e regolare débacle degli ascolti; non bastasse la quasi clandestina Anteprima Sanremo che il solito Pippo ha portato al disastro tempo fa; ecco che la versione più magra e meno disinvolta di Pippo, Amadeus, ci rifischia come se niente fosse il Sanremo anche d'estate. Ripetiamo: è una condanna di sicuro.

Questo Amadeus in Riviera presenta, di fronte a uno dei pubblici meno partecipi che si siano mai intravisti in Tv (se non per agitare la manina alla telecamera, cosa che non si vedeva dai tempi di Campanile sera, più o meno), un'accozzaglia a cui si fatica anche a dare un senso. Con sceneggiate che ci fanno capire che anche lui, forse, deve scontare qualcosa: presenta per esempio una puppuruta tedescona (ci dispiace questa definizione, ma non ce ne viene in mente nessun'altra) e si mette a fare l'imitazione del tedesco come nelle barzellette del nonno. Dice battute di spirito da far agghiacciare più del Pinguino Delonghi; conosce solo gli aggettivi al superlativo e comunque al grado più alto (bellissima, biondissima, meravigliosa, fantastica …); sembra sempre imbarazzato; è 'lampadato' quasi più di Carlo Conti, quindi più di un bagnino; quando ride è così poco spontaneo da far pena. Sicuramente è lì solo grazie a un generoso e discutibile permesso dagli arresti domiciliari.

Insomma, uno vede questa bolsaggine da sabato sera, e si fa delle domande drammatiche. Per esempio se è improvvisamente diventato scemo. Perché, in tutta onestà, non si riesce a capire cosa tenga insieme questa baracca. Si dovrebbe parlare di donne bionde (la settimana scorsa le brune: e le rosse?), che come tutti possono facilmente capire è un argomento nuovo, davvero che mancava alle nostre esperienze televisive. Ci sono delle sfilate di moda per far pubblicità a qualche stilista, che purtroppo poi viene anche intervistato, del tutto ingiustificate se non per esibire un po' di tette al vento. Mancherà un cantante? Non manca. A un certo punto infatti arriva (sabato 5 luglio) un Gino Paoli visibilmente scocciato (forse anche lui c'era per scontare una colpa), che canta a puntate qualche canzonetta su per giù dei tempi delle Crociate, e con l'imbranato Amadeus infila una chiacchieratina come se ci facesse un piacere, bofonchiando delle sue canzoni quasi parlasse di Shakespeare. Mancherà l'imitatore? Non manca. Ce ne sono un paio a piede libero che andrebbero rimessi subito all'Asinara. L'unica cosa che ha un senso è la pubblicità, che infatti come poche altre volte è davvero liberatoria.

Una tristezza. Ci si chiede, oltre a quale sia la nostra colpa, come si possa pensare di tirare avanti un'estate intera con questa roba. Dedicando due puntate di due ore e mezza ciascuna al niente, il sabato, contando sul fatto che tanto la gente è andata al mare, è fuori a cena, o sta guardando un film in qualche cinema all'aperto: e se è rimasta a casa, beh, qualche colpa da scontare ce l'aveva di sicuro.

Postilla tautologica. Quando si dice la scalogna. Questo caravanserraglio sbandato e sbracato, come se non bastasse la malinconia generale, è dovuto andare in onda proprio all'indomani del blitz giudiziario e delle rivelazioni sugli scandali di Sanremo: mazzette, corruzione e spezzatino vario. E lo stoccafisso Amadeus lì a strillare che 'Sanremo è Sanremo'. È stata l'unica battuta divertente in due ore. Involontaria, si capisce.


Sanremo Estate

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