Molto più complesso di quanto si possa preventivamente ipotizzare, Il truffacuori diretto da Pascal Chaumeil è unopera irriverente ma ironicamente delicata, caratterizzata dal sapiente dosaggio di cinismo e romanticismo. Uscito nelle sale italiane a ridosso di San Valentino, il film riesce a soddisfare le esigenze dello spettatore, perché rispetta lattesa e le aspettative che inevitabilmente si creano nella fruizione di un preciso genere cinematografico. Il truffacuori sembra avvicinarsi più ai canoni della commedia brillante che a quelli della commedia sentimentale, partendo dallo smantellamento del significato profondo dellamore, fino ad arrivare alla sua imprescindibile e ammiccante esaltazione.
Alex (Romain Duris), affascinante e scaltro rubacuori francese, viene ingaggiato dai parenti di giovani donne fidanzate con uomini immeritevoli e inadatti. Lo charmant garçon è chiamato, dietro lauto compenso, a distruggere la relazione sentimentale della coppia, facendo leva sulla latente insoddisfazione delle varie prede. Aiutato dal trasformismo camaleontico della sorella Mélanie (Julie Ferrier) e dal goffo cognato Marc (François Damiens), Alex sfrutta senza ritegno il suo ascendente sulle donne, coadiuvato da efficaci strumenti tecnologici e costosissimi mezzi spionistici e investigativi. La piccola équipe che opera in tutto il mondo, vera e propria ‘azienda di famiglia, riesce a portare a termine qualsiasi incarico. Nonostante ciò, il giovane mascalzone è tormentato dalle pressioni di un pericoloso creditore e per questo è costretto ad accettare una missione impossibile: corteggiare e dissuadere dal convolare a nozze laffascinante Juliette Van der Bercq (Vanessa Paradis), una testarda e viziata enologa di successo.
Lo spettatore più smaliziato può già immaginarsi cosa lo aspetta: il risultato, anche se prevedibile, risulta soddisfacente, grazie soprattutto alla presenza dei caratteristi Ferrier e Damiens, che riescono a imprimere al film unatmosfera leggera, ma originale, arricchendone lo spessore comico, senza cedere alla volgarità. La tentazione di abbandonarsi allincanto dellamore si alterna continuamente alla volontà di sbeffeggiarlo. Alex e i suoi complici allestiscono le loro fasulle scene di corteggiamento in romantici paesaggi esotici o lussuosi ed elitari set, dove, purtroppo per convenzione, la donna difficilmente resiste alle avances di un rubacuori professionista. La vicenda si svolge quasi esclusivamente a Montecarlo. Tale scelta, oltre a svolgere una funzione puramente narrativa, contribuisce a creare un vero e proprio apparato glamour, costituito da riprese al Monte-Carlo Bay Hotel, boutique prestigiose, abiti firmati (Paul Smith), e automobili lussuose. Questi elementi trovano una efficace corrispondenza con il volto e il corpo di Vanessa Paradis, attrice, cantante e testimonial per la maison Chanel, abituata a sfilare su tappeti rossi europei e americani a fianco del marito e divo Johnny Depp. La sua bellezza, affatto convenzionale, si pone a metà strada tra la freddezza e la sensualità. Romain Duris, dotato del fisique du rôle necessario, narcisista e sicuro di sé come il suo personaggio, alterna con consapevolezza irritanti sorrisi sornioni a scene dazione degne di James Bond, dando così vita a una figura multiforme e complessa. Anche un cinico approfittatore come Alex mostra uninsospettabile etica nel lavoro: come egli stesso afferma «esistono tre categorie di donne. La prima è quella felice, la seconda è infelice ma si rassegna, la terza è infelice, ma non lo vuole ammettere»; il protagonista agisce esclusivamente sulla terza categoria, risvegliandone i desideri e le inclinazioni represse.
La dissimulazione dei sentimenti acquista unimportanza centrale, e riguarda tanto lelegante mistificatore quanto la giovane enologa. A questo proposito, una delle scene più riuscite del film si concentra sullorgoglio e la riservatezza di Juliette. Mentre Alex e la nuova ‘cliente sfrecciano per le strade della Costa Azzurra, luomo sintonizza la radio su Wake me up before you go go degli Wham! La ragazza, fan per eccellenza di George Michael, cerca di nascondere la sua travolgente passione per la canzone, girandosi verso il finestrino, muovendo le labbra e la testa a ritmo della musica. La colonna sonora, firmata da Klaus Badelt, finisce però per diventare un incoerente calderone di musiche originali, grandi successi pop e brani di musica colta (come gli ormai inflazionati notturni di Chopin). Chiamati a riproporre allo spettatore il passo a due presente nel fenomeno cinematografico Dirty Dancing (Emile Ardolino, 1987), Duris e la Paradis non superano a pieno la prova, perché prediligono la serietà rispetto allautoironia. Quella esplicita di Dirty Dancing non appare la sola citazione proposta da Chaumeil: riferimenti a capolavori come Caccia al ladro (Alfred Hitchcock, 1955) e Il laureato (Mike Nichols, 1967) rischiano di irritare e sembrare fuori luogo, ma questo risulta lunico difetto del film. Il truffacuori è unopera che respinge esagerate e inopportune pretese, dunque godibile per la freschezza, la raffinatezza, il ritmo e lenergia che trasmette.
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