Che dire del Coriolano presentato al festival con la regia di Ralph Fiennes? Niente di nuovo rispetto a quello che si dice delle pellicole tratte dalle opere del grande bardo e che qui diligentemente ripetiamo: vi piacciono le “riduzioni” da un genere all’altro (teatro/cinema)? Vi piacciono le attualizzazioni in genere, non solo quelle shakespeariane (tipo don Giovanni che si droga, Mimì che si prostituisce, la regina della notte come donna in carriera, il Simon Boccanegra in un deserto, Mefistofele in ascensore, etc)? Amate alla follia le divise e gli stivali e vi piace quel maschio odor di complicità virile che trasuda da ogni parola sia pure in versi? Vi piacciono i bicipiti espansi, le maschere di sangue, le voci impostate e tonitruanti che arrivano alle ultime file del teatro anche se al cinema non ci sono problemi di acustica? Non vi disturba che le notizie di guerra (quella tra Romani e Volsci) siano date dalla CNN, che le divise siano accuratamente contemporanee, che il Senato di Roma sia la copia esibita dei nostri penosi arenghi politici, che i consiglieri siano vestiti come furfantelli azzimati etc etc? Non vi disturba che Ralph Fiennes, dopo anni di successi teatrali porti il suo "Coriolenus" (ma questa deformazione è colpa del Bardo) sulle scene con tutti i compiacimenti di cui sopra?

Bene, il suo "Coriolenus" è il vostro: vi apparirà coerente, forte, sanguigno e perfettamente adeguato all’attualizzazione; la voce di Ralph Fiennes vi sembrerà meravigliosa e non penserete neppure per un attimo che Vanesssa Redgrave ha la dentiera. Quindi vi piacerà il tutto, testo d’origine compreso.

Siete dei nostalgici conservatori che vorrebbero che i nomi romani avessero la risonanza dell’amato latino, rimpiangete loriche, spadini, pepli e vorreste al massimo una collocazione tra  ruderi e Colosseo? Vorreste il conforto di insegne con aquile? Vorreste severe matrone nerovestite? Vorreste le sedute del Senato come nei film peplum di una volta con i senatori avvolti in lenzuola dal bordo color porpora?  Non amerete questo film. Ci dispiace, per questa volta, di non poter essere di nessuna utilità, tanto in casi come questo valgono le inclinazioni personali. A proposito delle quali possiamo dirvi che la presenza di Ralph Fiennes, attore per noi incomprensibile, costituisce un’aggravante. C’è naturalmente il testo, uno dei più straordinari del valoroso genio di Stratford; che vale pur sempre due ore.