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Miracolo!

di Roberto Fedi
  Elena Guarnieri
Data di pubblicazione su web 10/06/2003  
Certe cose si possono anche capire. Uno torna a casa e già pensa che aprirà la porta, vedrà i soliti mobili, la solita moglie. La cena, poi la televisione. Poi a letto. Buonanotte. Buonanotte. Insomma, c'è di che essere un po' tristi. C'è di che pensare che ci vorrebbe un miracolo.

Et voilà! magari quel tale una sera rientra smoccolando, e cosa ti vede? una madonna che piange, anzi magari due o tre, anzi magari che piangono sangue. Non è un'invenzione di qualche bello spirito: ce l'ha fatto vedere la televisione, Rai Uno, qualche giorno fa. E noi alla televisione ci crediamo, altrimenti non pagheremmo di certo il canone per farci prendere in giro. Si ammetterà che avere in salotto un po' di madonne piangenti ti cambia la vita, e si torna a casa più volentieri.

Ci par già di sentire i nostri lettori che sospirano: "ah, capitasse anche a me!". Da qui forse l'idea di Rete 4: perlomeno, facciamone vedere un po' in prima serata. Magari di venerdì, alla fine di una settimana di rassegnati rientri, di porte aperte sperando nel miracolo di trovare, invece della solita faccia tirata, non si dice una Velina, ma almeno la riserva di una Letterina, anche di seconda mano.

Ora, se c'è uno che avrebbe bisogno di un miracolo, dalle parti della televisione pubblica o privata, è Piero Vigorelli. Che è un giornalista che sicuramente saprà il fatto suo: ma ha un aplomb un po' sinistro, da cugino di Nosferatu, al punto che qualche spiritoso lo chiama Vampirelli, e che sembrerebbe fatto apposta per parlare di lupi mannari. E invece da un po' si trova a parlare di Miracoli. Quelli, appunto, che Rete 4 ci ammannisce: a noi che, disgraziatamente, quando si torna a casa non ci piange neanche la statuina di padre Pio, figuriamoci quella della madonna.

 Assistito da Elena Guarnieri, il Vigorelli presenta di volta in volta dei miracoli. Né più né meno. In studio - ad esempio il 6 giugno - preti che, senza mezzi termini, affermano che è dimostrato che "chi ha fede guarisce prima" (testuale): così ad esempio tale don Giovanni D'Ercole, di professione teologo come da scritta nel sottopancia, e che veramente assomiglia piuttosto a Gianni Morandi con i capelli non tinti. Che anzi aggiunge che "quando la fede diventa un dono di Dio, la fede diventa veramente la chiave di volta della guarigione" (testuale, di nuovo). Del resto, continua il gemello di Morandi fra il generale consenso, "la guarigione non è un fatto matematico" (sic), e dipende da Dio. Così voi miscredenti siete avvertiti - soprattutto, si direbbe, di non andare dal professore di matematica di vostro figlio se avete mal di pancia. Il dottor Antonio De Filippo, che non è (crediamo) un parente di Peppino ma uno psicoterapeuta, si dichiara completamente d'accordo.

 Non abbiamo ancora finito di accendere un lumino a sant'Antonio, che arriva un servizio (ci scusiamo con i mistici: un po' disgustoso) su tale fra Elia, uno "stigmatizzato". Corrotti dalla retorica pensiamo che sia una metafora, e invece metafora un corno: è vero. Trattasi di un fraticello che suda sangue e ha le stigmate durante la Settimana santa. Segue intervista col poveretto, dopo che tutto è rientrato nella normalità (si fa per dire). Qua e là filmati e commenti su eremiti, gente che sta sulle montagne calabresi, che ha il dono della guarigione. E (naturalmente) a cui è apparsa la madonna, come da regolamento.

Ecco Fratel Cosimo: ex pastore semianalfabeta che guarisce e fa miracoli ("centinaia di persone asseriscono di essere state guarite"). Non vi basta? Arriva una contessa dalla Germania, pronipote di Zeppelin (sì, quello dei dirigibili: cosa che taglia la testa al toro, naturalmente) che testifica la faccenda e che ci fa vedere un bel nasone, il suo, che non sentiva gli odori e che è stato guarito dopo il pellegrinaggio da Cosimo: anzi, come dice l'aristocratica, il miracolo è avvenuto quando al ritorno sorpassando un camion "ho sentito una puzza terribile". Lo sappiamo: state pensando che era meglio prima. Miscredenti.





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