La mostra e il catalogo Una gloria europea. Pietro da Cortona a Firenze (1637-1647), entrambi curati da Roberto Contini e Francesco Solinas, analizzano un periodo importante e cronologicamente ben determinato dellattività di Pietro Berrettini, detto Pietro da Cortona (1597-1669): lattività del pittore a Firenze nel decennio 1637-1647. Come chiaramente esposto nei saggi, tutti a firma dei due curatori, il 1637 è lanno in cui il pittore toscano, già inserito nella cerchia artistica e nel clima pittorico della Roma papale, compie un viaggio a Firenze, al seguito del cardinale Giulio Sacchetti, rappresentante ufficiale di papa Urbano VIII, in occasione delle nozze tra il granduca Ferdinando II e sua cugina Vittoria della Rovere. Presentata come una vera e propria trasferta, una delle prime “missioni” di artisti papali in una corte straniera, Pietro da Cortona a Firenze fu accolto da Michelangelo Buonarroti il Giovane e soggiornò nella casa di Via Ghibellina.
Pietro Berrettini, detto Pietro da Cortona,
La Vergine col Bambino e santa Martina,
olio su tela, 1643 circa, Rennes, Musée des beaux-arts
Proprio Michelangelo il Giovane è stato individuato quale trait dunion tra la Firenze di Cosimo II prima e di Ferdinando II poi e la corte papale, dominata dalla regale e magnifica committenza della famiglia Barberini. Accolto dallamico, che aveva conosciuto a Pisa attorno agli anni 1626-1627, Pietro da Cortona si cimentò nella decorazione del primo piano della reggia dei giovani granduchi fiorentini (quella che sarà detta poi la Stanza della Stufa), con lEtà dellOro e dellArgento, in cui lartista sperimentò un lessico ispirato alla scultura e alla pittura classica, unendo scenografica disposizione di animali, corpi e strumenti musicali (una “composizione”, si legge nel saggio di Francesco Solinas, ispirata probabilmente dalle imponenti scenografie del Teatro Mediceo) e leggero tocco pittorico, accogliendo le suggestioni di Rubens e dei Carracci.
Pietro Berrettini, detto Pietro da Cortona,
Studio per la musa Calliope in un pennacchio della Sala di Apollo,
carboncino, gessetto bianco su carta bruno-chiaro, 1647,
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica
Dietro la missione di Pietro da Cortona si nascondeva in verità un movente tutto politico, il desiderio da parte della corte papale di riappacificarsi con la quella medicea, dopo laggressione ai beni urbinati di Vittoria della Rovere, sposa e cugina del granduca, da parte dei Barberini. Questo carattere importante, recentemente valutato in tutta la sua complessa valenza, è il punto centrale per capire lattività fiorentina di Pietro da Cortona, che si interruppe nel 1641, per poi riprendere attraverso la collaborazione con Giovan Carlo e Leopoldo, principi fiorentini, fino alla conclusione della decorazione di Palazzo Pitti, egregiamente condotti dal pupillo Ciro Ferri (1634-1689), di cui sono riportate nella mostra alcune significative opere.
Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, ripercorre questo complesso periodo dellattività del pittore toscano, proponendo, dopo gli interessanti saggi dei curatori, una sezione dedicata agli affreschi di Palazzo Pitti, con le decorazioni della Stanza della Stufa, le volte della sala di Venere, Giove e Marte e il catalogo vero e proprio della mostra, tenutasi (non a caso) a Casa Buonarroti di Firenze, terminata da poco. Sono presenti i ritratti dei mecenati, quello di Francesco Barberini di Andrea Sacchi (1599-1661), di Urbano VIII di Gianlorenzo Bernini (1598-1680), del granduca di Firenze Ferdinando II de Medici e quello del principe Giovan Carlo, ad opera del Volterrano (1611-1690), oltre allo straordinario autoritratto iniziale.
Pietro Berrettini detto Pietro da Cortona, La Vergine offre il Bambino a San Francesco, 1641, olio su tela, collezione privata (particolare)
Unaltra sezione importante è rappresentata dai disegni preparatori (studi di figure e dinsieme) di Pietro da Cortona per la decorazione delle sale di Palazzo Pitti, e quella che raccoglie le pitture nel decennio 1630-1650. Campeggiano le maestose e leggere nuvole dellopera San Pier Damiani offre alla Vergine il libro della Regola (1629?) o le pose scenograficamente scandite e impreziosite dal classico e vibrante panneggio de Il ritorno di Agar da Abramo (circa 1637). Segue lintimistica e raccolta pala con La vergine che offre il Bambino a San Francesco (1641) o La vergine col Bambino e Santa Marta (1643) di Rennes, con un eccezionale particolare paesaggistico alle spalle dei personaggi. Infine, il Noli me tangere (1645-1646), in cui si notano le affinità con le coeve composizioni dellartista impegnato nel completamento della stanza della Stufa e nella decorazione della Sala di Venere.
Lultima parte del catalogo è dedicata ai cosiddetti “riflessi cortoneschi” a Firenze e raccoglie alcune tele di Ciro Ferri (eccezionali e pieni di movimento gli studi per la decorazione della volta della Sala di Saturno di Pitti) come la Sacra Famiglia con San Giovannino (1670), opere di Livio Mehus (1627-1691), alcuni gruppi bronzei di Giovan Battista Foggini (1652-1725) e marmi di Giovacchino Fortini (1670-1736) e Giuseppe Piamontini (1663-1744).
Da segnalare la sezione finale (“Apparati”), a cura di Elena Lombardi, che raccoglie le lettere e i documenti cartacei che riguardano questo periodo e lattività di Pietro da Cortona a Firenze, conservati allArchivio Buonarroti.
|
|