A coloro a cui piacciono le atmosfere musicali diverse, intriganti, ma al tempo stesso rassicuranti perché essenzialmente melodiche, consigliamo vivamente The Hidden Cameras. Un gruppo dedicato anche a coloro che amano vedere qualcosa di singolare sul palco, non tanto per effetti più o meno speciali, ma per la grande vocazione al ritmo e alla gestualità. Quattro le date italiane che li hanno visti protagonisti (Bologna, Roma, Terracina-Latina, Firenze).
Laura Barret
The Hidden Cameras provengono da Toronto e sono un progetto nato dalla mente di Joel Gibb, cantante, chitarrista e compositore. Gibb non ha creato un gruppo tradizionale come è prassi nel rock, piuttosto ha voluto attorno a sé un numero di musicisti che può essere variabile a seconda delle occasioni. Quello che oggi, più propriamente, è chiamato collettivo musicale . «Generalmente abbiamo bisogno di palcoscenici piuttosto larghi – ci ha detto Gibb. Ne abbiamo bisogno per muoverci da una parte allaltra durante lesibizione. Siamo anche molto contenti per laccoglienza che abbiamo avuto in Italia in questo tour». The Hidden Cameras, hanno presentato in concerto un repertorio tratto in gran parte dal loro ultimo cd Origin: Orphan stampato delletichetta indipendente di Toronto Arts & Crafts. La loro discografia inizia nel 2001 con Ecce Homo. A seguire hanno pubblicato: nel 2003 The Smell Of Our Own, nel 2004 Mississauga Goddam e nel 2006 Awoo.
Shaun Brodie e Joel Bigg
Ma il modo migliore per conoscerli è apprezzare il loro spettacolo dal vivo. Nel tour italiano Gibb ha riunito altre otto musicisti sul palco che talvolta suonano bendati, tra cambi di strumento e ritmi musicali. Joel Gibb affonda le sue radici nel beat, che sa plasmare in un suono contemporaneo con grande senso del ritmo. Qualche tocco di psichedelia, di folk , di elettronica, di effetti “shoegaze”. A volte ricordano i migliori Euryhtmics di 20 anni fa, in altri momenti troviamo gli echi di un gruppo di grande innovazione, ma non capito abbastanza negli anni 70 come gli Sparks. Un mix ben riuscito grazie allabilità di Gibb e soci, tra cui ricordiamo il grande lavoro di Laura Barrett alle tastiere e Shaun Brodie alla tromba.
E poi il lungo set di brani come In the Na, Underage, Do I Belong? (tratte dallultimo album), Death of a tune, Breathe, lironica Awoo da ascoltare senza riuscire a rimanere fermi. Ma anche ballate quali A Miracle, che dimostrano unabilità compositiva di eccellente livello.
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