Simpatico filmetto questo di Noah Baumbach anche se non è proprio il prodotto tipico da festival, di Berlino in particolare. Racconta in maniera lineare e senza neppure strappi cronologici o flashes back una storia non storia attraverso cui filtrano gli stati danimo di alcuni giovani disorientati. In particolare la storia tenue e garbata di due flebili personalità che si incontrano per caso, si sfiorano, si comprendono in profondità e con leggerezza. Lei è Florence Marr, giovane entusiasta della vita alla quale non ha ancora assegnato una direzione. Al momento è la collaboratrice di una giovane famiglia ben impostata: lavoro, reddito, bambini, cane, viaggi. Appunto in partenza per una trasferta in Vietnam le viene affidata la custodia congiunta del cane e della casa, in attesa che il fratello del proprietario Roger Greenberg, un bizzarro quarantenne in uscita da un periodo di riassetto psichiatrico, prenda il suo posto e, nella durata dellassenza dei padroni, si chiarisca un po le idee. Il fratello borderline è naturalmente il lui che noi aspettiamo.
Greta Gerwig in una scena
Inutile dire che dallincontro non scaturiranno se non complicazioni e malintesi, goffaggini e piccoli equivoci di una certa importanza. Ma non importa perché la sceneggiatura è assai ben fatta e gli slittamenti dei sentimenti sono impercettibili e assai ben calibrati. Tutto fila liscio come lolio, i personaggi di contorno non danno troppo fastidio e, tranne un evitabilissimo party con rimpatriata alla cocaina in ricordo delladolescenza del protagonista, il lieto fine arriva al momento giusto, senza insistenza e con delicata allusività. Una robetta del genere ha bisogno di interpreti giusti e qui sono tutti a posto; sicuramente Greta Gerwig ma persino Ben Stiller, a corto di smorfie e contorsioni, è di una commovente fragilità.
Greta Gerwig, Rhys Ifans e Ben Stiller
La domanda sulla presenza del filmetto al festival resta comunque valida.
|
|