Fra le trasmissioni di informazione, spicca Enigma (Rai Tre, venerdì prima serata): che prende spunto dal fatto che ci sono momenti storici, o eventi, che ci scorrono di solito addosso e che vale la pena ricostruire, per trovarvi i punti oscuri, o nascosti, o poco chiari anche nei nostri ricordi. Per esempio venerdì 23 gennaio si è parlato del Conclave: cioè di come si eleggono i papi, e soprattutto di come si sono eletti negli ultimi cinquant'anni.
C'è, magari, un punto su cui si potrebbero avanzare obiezioni. Non è detto, insomma, che tutto ciò che accade abbia sempre un luogo segreto, un retrobottega misterioso da aprire e svelare. C'è un po' della nostra italica mania dei complotti, e della passione per la dietrologia, in tutto questo: ma anche il giornalismo televisivo ha le sue regole, e necessita di qualche aiuto spettacolare. Che qui c'è: anche se naturalmente due ore di trasmissione non possono certo spiegare proprio nulla di quello che eventualmente sarebbe da scoprire. Il risultato è che il programma risulta una buona esposizione di ciò che storicamente si sapeva, divulgato in modo accettabile e chiaro da filmati ad hoc, e da interviste in studio.
La puntata del 23 gennaio ha avuto come piatto forte la presenza, in diretta dalla Polonia, del generale Jaruzelski, con cui si è parlato dell'elezione di Giovanni Paolo II. È un modo interessante di usare il collegamento esterno, che di solito è relegato a una funzione decorativa (quasi mai chi è collegato in video riesce a esprimere un parere coerente, soverchiato com'è dai presenti in studio); e allo stesso modo fa piacere che gli interventi degli invitati siano pacati, di solito chiari, e soprattutto brevi. La televisione riguarda - chi lo direbbe vedendo i troppi talk show che ci ammorbano? - il senso della vista, più che dell'udito: insomma, non è la radio. In video, come chiunque può verificare da solo, risulta quasi insopportabile sentire qualcuno che parla per più di trenta secondi, a meno che non sia proprio un fenomeno. Da qui la retorica dell'urlo, dell'agitarsi, della parolaccia per richiamare l'attenzione. Da qui il disgusto, frequente.
Qui no. Che è un bel merito. Si potrebbe fare di più? Certamente sì. Per esempio Andrea Vianello, che conduce il programma e ne è anche uno degli autori, dovrebbe cercare di sembrare un po' meno simile a un conduttore di un programma sportivo (qualche volta è meglio parlare meno, e a voce più bassa); e magari basterebbe, per non far calare la tensione, affrontare un argomento 'forte' per volta: oltre due ore di trasmissione non sono poche anche per un programma ben fatto. E magari anche spingere un po' oltre il bisturi nelle parole dei presenti (farsi dire di più, insomma), e scoperchiare di più le pentole degli avvenimenti. Ma non chiediamo troppo a una trasmissione che deve fare i conti, lo stesso giorno e alla stessa ora, addirittura con Biscardi, e ce la mette tutta per essere e sembrare di un altro mondo.
Enigma storico-artistico (con soluzione). Nella trasmissione di cui sopra si parlava del Conclave. E quindi anche di dove questo si svolge: nella Cappella Sistina, mostrata più volte in modo così confuso che nessuno, a meno che non la conosca bene, avrà capito com'è fatta. Forse per questo più d'una volta si è detto che i cardinali si riuniscono 'sotto' il Giudizio Universale affrescato da Michelangelo. Sciogliamo allora anche noi un piccolo enigma: il Giudizio non è sulla volta della Sistina, ma sulla parete di fondo della stessa.
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