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Mala tempora currunt

di Roberto Fedi
  Mala tempora currunt
Data di pubblicazione su web 09/12/2009  

Confessiamo che non siamo, abitualmente, attenti lettori delle parole del papa. Lo sappiamo che è un difetto: ma, se è per questo, non siamo attenti lettori delle parole di un sacco di gente. Ma oggi, 8 dicembre e festa dell’Immacolata concezione, le abbiamo lette.

 

Eccole. Attraverso i mass media, dice il pontefice, “il male viene amplificato, abituandoci alle cose più orribili, intossicandoci”. Le virgolette sono d’obbligo, perché poi non si dica che abbiamo parafrasato. Anzi, citiamo la fonte: Ansa, 8 dicembre, ore 17.34. Per la precisione, stiamo scrivendo questa nota a caldo: ore 18.33.

 

Questo per la precisione, ripetiamo. E con la stessa cura per le parole, questa volta più modestamente le nostre, audemus dicere (come vedete una certa infarinatura liturgica ce l’abbiamo).

 

Il male, o se volete il Male, non esiste perché ce lo raccontano i media: televisione, giornali, radio eccetera. Esiste e stop. Né è vero che i media lo amplificano: semplicemente, lo riferiscono. Naturalmente, essendo molti i media, sono molte le occasioni per ascoltare i riferimenti al male. O sarebbe meglio non ascoltare, tapparsi gli occhi e le orecchie e la bocca come le scimmiette, e tirare avanti?

 

Prendiamo per esempio il caso, ormai nazionale, del tristemente celebre asilo Cip e Ciop di Pistoia, dove bambini e bambine di pochi mesi venivano strapazzati. Finora non si sapeva: perché non c’erano stati controlli, perché nessuno parlava, e così via. E già che ci siamo: possibile che, fra tutto lo sdegno che la cosa ha suscitato, nessuno abbia chiesto conto a chi di dovere dell’assenza dei controlli? Eppure, almeno una delle cosiddette maestre (chiediamo scusa alle maestre) era senza alcuna qualificazione, e quindi non doveva stare lì. Nessuno lo sapeva? Chiudiamo la parentesi e andiamo avanti.

 

Quindi, fino a una settimana fa nessuno era al corrente, in un modo o nell’altro. Forse che per questo il male non esisteva? E forse che avendolo divulgato in tutti i media ora ne siamo intossicati? No: ne siamo liberati, probabilmente, almeno in quel caso. Quindi i mezzi di comunicazione hanno fatto non solo il loro dovere, ma qualcosa di più: ci hanno, magari per un attimo, liberato dai mostri. Adesso quei bambini in un altro asilo staranno meglio, di sicuro.

 

Insomma: non è la notizia che intossica. È il male. Nascondere anche a se stessi il dolore non è guarire, è solo peggiorare finché il male sarà divenuto irreversibile. Questo a noi laici piacerebbe sentire, anche dal pontefice.    

 




 
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