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Memorie romane

di Michele Manzotti
  Lucio Dalla e Francesco De Gregori
Data di pubblicazione su web 07/12/2009  

Antonello Venditti ha ricordato il suo provino per entrare a suonare nel locale, riproponendo lo stesso brano di tanti anni fa, Sora Rosa. Ernesto Bassignano, cantautore che oggi è affermato conduttore radiofonico, ha suonato una chitarra appartenuta a Francesco De Gregori fino a pochi anni prima. E poi Vinicio Capossela, Giovanna Marini, Otello Profazio, Mimmo Locasciulli, Raiz e tanti altri. Tutti nel nome e nel ricordo di Giancarlo Cesaroni e di un locale che ha fatto la storia della musica italiana. "Una notte al Folkstudio" è il nome dell'iniziativa che ha portato alla Sala Sinopoli tanti spettatori, che avevano voglia di ritrovare uno spirito particolare tra pubblico e artisti. Ne è scaturita una serata nel segno dell'informalità sul palco, con vari momenti di dialogo coordinati dai due ideatori, Gino Castaldo ed Ernesto Assante. Ma anche con momenti di grande qualità musicale.

Il locale nacque nel 1960 in una cantina di via Garibaldi, nel quartiere romano di Trastevere: inizialmente era lo studio del pittore e musicista afroamericano Harold Bradley, nel quale si riunivano altri artisti, pittori e musicisti. Poi, grazie a Cesaroni, che di professione faceva il chimico, si trasformò in un vero e proprio locale per ascoltare musica. Nel 1962 si esibì nel locale anche uno sconosciuto Bob Dylan, nella sua prima esibizione italiana. Un'esibizione che è entrata nella leggenda, non tanto per il suo valore musicale, ma per le circostanze che portarono Dylan a Roma, sulle tracce della fidanzata Suzie Rotolo, in quel momento a Perugia.

E' stato proprio Bradley ad aprire la serata, che ha visto ricordare i vari generi toccati dal Folkstudio nella sua attività. Il folk innanzitutto di Capossela, che ha interpretato a modo suo due brani dell'indimenticato artista pugliese Matteo Salvatore, Profazio, Pasquale Minieri e Piero Brega, protagonisti negli anni '70 dell'esperienza del Canzoniere del Lazio. Poi la canzone politica interpretata dalla sempre autorevole Marini, da Bassignano (che ai suoi tempi si definiva "rompiscatole comunista") e Paolo Pietrangeli che ha affiancato Assante e Castaldo nel recuparare ricordi preziosi. Quindi il jazz con uno straordinario Danilo Rea al pianoforte che con Roberto Gatto, Enzo Pietropaoli ha regalato una versione di You've Got a Friend di Carole King e un'altrettanto straordinaria Rita Marcotulli. Infine, il cantautorato tradizionale. Che in questo caso era rappresentato da Venditti e Locasciulli (che come lo scomparso Corrado Sannucci registrò per l'etichetta del Folkstudio), ma anche l'ultima scoperta di Cesaroni, Emma Tricca, oggi divenuta una nota folksinger in Inghilterra giunta al secondo album, Minor White. Tutti insieme alla fine sul palco per ricordare in musica un periodo sicuramente unico, ma con la segreta speranza che non sia irripetibile.

Una notte al Folkstudio



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