Lo sappiamo che non veniva considerata una grande attrice. Sappiamo anche che non era vero (andatevi a vedere lintensità e la bravura con cui aveva interpretato The burning bed, in italiano scioccamente Quando una donna, un Tv movie del 1984 diretto da Robert Greewald), e comunque per noi rimane una specie di nube aurata spazzata dalla tempesta, o il segno del tempo che precipita.
Era fondamentalmente una attrice televisiva, Farrah Fawcett, se questo è un limite: ma non lo è. È che nacque agli schermi con la serie Charlies Angels, nel 1976, in cui interpretava Jill, una bella ragazza dai capelli biondi: e fu un successo, come suol dirsi, mondiale. La serie era carina e ben confezionata, per essere degli anni Settanta; e anche ironica e spiritosa, sempre per essere di quel periodo. Ma delle altre due ragazze che la interpretavano non resta quasi traccia nella nostra memoria (si chiamavano, per la storia, Jaclyn Smith e Kate Jackson, questultima con una carriera niente male, a dire la verità, anche dopo).
Di lei ci ricordiamo e ci ricorderemo, ora che il male lha spenta a 62 anni, dopo tre anni di calvario accettato senza piagnistei né esibizioni da star hollywoodiana in declino. E ricorderemo i suoi capelli, di un biondo bello e ambrato, e cadenti in splendide volute su un volto un po magro, tuttaltro che banale, non bamboleggiante come siamo abituati a vedere nelle biondastre televisive o cinematografiche. Un volto bello e un sorriso splendido, ma veri tutte due: un volto un po lungo e magro, serio, che poteva divenire dolcissimo e ironico e che, in film come quello citato allinizio (la storia di una moglie abusata e picchiata, che per la disperazione dà fuoco alla casa con dentro il marito alcolizzato e brutale – uno dei pochi film in cui farsi giustizia da sé è liberatorio), diveniva intenso, sofferente, credibile. Quello di una donna, insomma.
Il biondo non è un colore di capelli. È un ‘segno, una metafora, unaspirazione sentimentale. Come tale, bisogna saperlo portare, bisogna esserne degni. Lei lo era. Dopo Marilyn Monroe (che per altro di suo era bruna), era la donna che aveva dato ai capelli doro, senza strafare, il volto e linterpretazione migliore. Aveva, anche a vederla in fotografia, una profondità di sguardo e sentimentale rara. Ne rimarrà una traccia profonda, nella nostra memoria.
Era nata in una cittadina americana che ha un curioso nome quasi fatale: Corpus Christi. Perché le bionde (certe bionde) nascono segnate da un destino, quasi da una natura divina ma spesso attraversata dal dolore: «leucoùs dè theòn pàidas èinai», aveva già sentenziato Platone (Repubblica, 474): ‘i figli degli dèi hanno i capelli chiari. E da sempre, comè noto, i figli degli dèi possono scendere sulla terra: ma solo per visite brevi, per luminosi passaggi.
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