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Three Solos and A Duet

di Gabriella Gori
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Data di pubblicazione su web 28/05/2009  

Se Eugenio Montale fosse ancora vivo e potesse continuare il suo alto magistero poetico e critico, di sicuro di fronte a Three Solos and A Duet con Mikhail Baryshnikov e Ana Laguna saprebbe cogliere l'importanza di un evento che contraddice i dettami dello spettacolo di danza, di regola fatto per individui giovani e precluso a quelli cosiddetti agés, e apprezzare la perfomance del "divino Misha". Un sessantunenne che fa i conti con un passato da super star e ne esce vittorioso. Non solo ma vedendolo ballare con quell'aria disinvolta e sbarazzina lo definirebbe "l'eterno ragazzo danzante", come a suo tempo definì Carla Fracci "l'eterna fanciulla danzante", e non gli sfuggirebbero le motivazioni delle scelte artistiche di questo lèttone biondo, esile e scattante, nato a Riga da genitori russi. Scelte artistiche che si comprendono ancor meglio tenendo presente un altrettanto celebre giudizio che Montale espresse su Guido Gozzano. Il maggiore dei "crepuscolari" che secondo l’autore ligure fu il primo dei poeti del Novecento ad "attraversare D’Annunzio per approdare a un territorio suo". Un "attraversamento", inteso come riecheggiamento e distanziamento, che portava Gozzano a liquidare tutta la poesia ottocentesca e decadente.

Mikhail Baryshnikov

Ebbene questo richiamo letterario non sembri peregrino perché anche Mikhail Baryshnikov ha saputo "attraversare" la più alta tradizione ballettistica "per approdare a un territorio suo" liquidando volutamente il passato e aprendosi consapevolmente al nuovo. Un nuovo che negli anni lo ha visto passare con nonchalance dal classico, al modern, al postmodern, al contemporaneo, per arrivare ad essere quello che è ora. Un ballerino capace ancora di fascinare il pubblico anche con la sua sola presenza, di ironizzare su se stesso, di cimentarsi in linguaggi e stili di danza diversi, di voler lasciare un segno tangibile di quello che per lui significa essere artista, mecenate e promotore culturale. Ruoli che negli anni si è ritagliato come Principal dell’American Ballet Theatre e del New York City Ballet, come direttore artistico dell’American Ballet e del White Oak Dance Project, il gruppo istituito insieme al coreografo Mark Morris, e dulcis in fundo come fondatore nel 2005 del Baryshnikov Arts Center a Manhattan. Un'"officina delle arti sceniche" nata per ospitare residenze, laboratori, mostre, e tastare il polso alla creatività contemporanea. Impensabile dunque lasciarsi sfuggire l’occasione di vedere all'opera questo 'pezzo da novanta' che arriva al Teatro Regio di Parma per il ParmaDanza Festival con un programma 'cucito addosso' a lui e a Ana Laguna. Una splendida cinquantaquattrenne spagnola che ha fatto dell'allure quotidiana con i lunghi capelli quasi ormai bianchi e un vestiario semplice, il simbolo di un modo di danzare che porta in alto il vessillo dell'età. Un'età esibita da entrambi senza timori nella consapevolezza che si è ciò che si è stati e il tempo non può che portare un valore aggiunto alla vita e all’arte. 

Per questa attesissima rentrée italiana, Baryshnikov si cimenta in Three Solos and A Duet, quattro coreografe con le quali, dopo il debutto ai primi di maggio nella nativa Riga, sarà in tournée per tutto il 2009 accompagnato da Ana. Un sodalizio esaltato anche dalla prestigiose firme dei singoli pezzi presenti in scaletta: Valse-Fantasie, di Aleksej Ratmanskij, già direttore del Bol'šoj e ora coreografo residente dell’American Ballett Theatre, Solo for Two e Place di Mats Ek, guru del balletto contemporaneo europeo, Years Later di Benjamin Millepied, francese ma americano d’adozione e latore di un elegante stile fra classico e contemporaneo. Valse-Fantasie è un assolo creato appositamente da Ratmanskij per Misha e rappresentato en première a Riga il 2 maggio scorso sull’omonima partitura che Mikhail Glinka scrisse per Ekaterina Kern. Una ragazza dell'aristocratica società ottocentesca che il compositore perse di vista quando lasciò la Russia. Tornato in patria ebbe modo di rivederla e scoprire che il sentimento che nutriva per lei era immutato. Baryshnikov, elegantissimo nell'abito scuro e camicia bianca di Deanna Berg MacLean, lascia incantati per la signorilità e la grazia con cui tiene la scena, unico protagonista di una romantica rêverie resa ancora più sognante dalle soffuse luci di Jennifer Tipton. Teatrante nato, Mikhail racconta con il linguaggio del corpo la cocente passione di Glinka per Ekaterina in un continuum di passi pseudo-accademici che sembrano portare al peggio quando impugna una pistola immaginaria, mostrando l'intenzione di farla finita. In modo inaspettato cambia però idea, guarda il finto revolver, sorride e se ne va lasciando ad un sottile umorismo il compito di rompere l'illusione scenica di un sentimento che sembrava disperato e imperituro. 

Mikhail Baryshnikov
 

In Solo for Two di Mats Ek, su musica di Arvo Pärt, Ana Laguna dà corpo a tutta la sua solitudine nell'incessante ricerca dell'amato. Un Baryshnikov che appare e scompare da dietro una parete e non interagisce con lei che si dispera per l'impossibilità di riallacciare un contatto con lui, di cui resta una scarpa. Ma la scarpa che lei adora non è quella giusta perché quando lui ritorna con un paio di nuovissime scarpe lucide, si capisce che non indosserà quella vecchia che resta abbandonata sul proscenio in un allusivo abbandono della donna, lasciata da una parte come la consunta scarpa. Balletto "simbolista", incentrato sulla "poetica degli oggetti", Solo for Two è un piccolo gioiello creato da Mats Ek nel 1995 per Sylvie Guillem e Niklas Ek e ora magistralmente riproposto da questi due big per i quali è stato riadattato nel 1996. Ana, musa e compagna di Mats, è perfetta nell'inanellare passi e gesti corposamente contemporanei, e incanta con quel suo corpo certo non più sottile ma morbido, flessuoso, agile, che gli abiti casual di Peter Freiij e le luci di Erik Berglund rendono ancora più familiare e umano.

 Ancora Ana e Mikhail tornano a duettare in Place, un moderno passo a due sempre di Mats Ek su musica di Fläskkvartetten, presentato per la prima volta al Danses Hus di Stoccolma nel 2007. Ideato per questo collaudato duo, Place si concentra sulle luci ed ombre del rapporto di coppia. Una coppia ritratta nella difficoltà di portare avanti un legame fatto di slanci, abbandoni, ritorni, gioie, dolori, espressi con un linguaggio a tratti viscerale, a tratti lirico, in cui Ana e Mikhail esprimono il proprio vissuto coreutico. Lui elegante, leggero, classicissimo nell'incedere, lei tellurica, passionale, contemporanea nel modo di porsi, insieme animano meravigliosamente la scena di nuovo arredata con oggetti simbolo. Un tavolo e un tappeto, emblemi di quella vita a due che irrimediabilmente s'infrange quando lui se ne va e lascia Ana sola con i ricordi. Years Later di Benjamin Millepied è un ritratto di Baryshnikov articolato su due piani temporali. Il passato di questo "eterno ragazzo danzante" scorre su un grande schermo con Misha giovanissimo alla scuola del Kirov, mentre esegue prodigiosi virtuosismi della danse d’école, il presente è per così dire fermato dalla presenza dell'artista che passa davanti alla immagini, si sofferma, ammicca al pubblico, prova a rifare quei passi ormai per lui 'proibiti', sorride e balla come adesso lui sa fare perché, in fondo, "ça c’est la vie"! Realizzato per Misha nel 2006, e rivisitato nel 2009, Years Later è una sorta di "metaballetto" costruito con il video di Olivier Simola e le musiche di Philip Glass e Akira Rabelais per rendere omaggio a un artista che ha saputo "attraversare" la monumentalità del classicismo accademico e "approdare a un territorio suo". Un territorio che il pubblico, letteralmente in visibilio davanti a questo fuoriclasse della danza di ieri, oggi e domani, ha mostrato di riconoscere e apprezzare.

Three Solos and A Duet


Valse-Fantasie
cast cast & credits
 


Solo for Two
cast cast & credits
 


Years Later
cast cast & credits
 


Place
cast cast & credits
 



 
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