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Noi stiamo bene, grazie

di Roberto Fedi
  Lino Banfi
Data di pubblicazione su web 30/03/2009  

Si pensava che la cosa appartenesse ormai a un’altra televisione, quella per intenderci alla Maurizio Costanzo d’antan, sul cui palcoscenico de Roma e molto, molto, molto provinciale compariva almeno una volta a sera ora un’anoressica, ora una disabile, ora un drogato, ora un disperato e altri poveretti sfusi (e fusi). E invece.

E invece uno dei sintomi della generale regressione (sarà forse la crisi? mah) è proprio il ritorno in pompa magna della Tv del dolore. Abbiamo già parlato del caso della povera Jade, che nel frattempo è morta, in Inghilterra – da cui si deduce che non è solo un fenomeno de noantri. Abbiamo già detto la volta scorsa del rumeno da Vespa. Ma non avremmo mai immaginato quello che è accaduto l’altro giorno in quella nefanda trasmissione che si chiama L’Italia in diretta, un tempo condotta dal Cucuzza  o ora dal redivivo Lamberto Sposini, che dalla Rai passò a Mediaset come vice di Mentana al Tg5, poi passò se pur saltuariamente (ahilui) da Biscardi, e ora dopo un periodo di purga è approdato di nuovo fra le braccia della Rai che tutto perdona, e dirige quella robaccia lì. Che è sempre meglio di nulla, naturalmente, ma insomma.

 Dunque, arriva da Sposini Lino Banfi. Che a noi risulta insopportabile: dopo una vita passata a fare film soft core e a dire ‘manneggia!’ di fronte a culi, tette, cosce e roba simile, invecchiando (male) si è messo a fare il moralista e il buono, a piangere in Tv, e a fare predicozzi. Tra l’altro l’abbiamo visto in una bruttissima trasmissione dedicata a un invecchiatissimo Amedeo Minghi che sembrava il su’ bisnonno e che credeva di essere Mozart (se non sapete chi è, il Minghi vogliamo dire, poco male), sabato sera tardi 28 marzo su RaiUno, di nuovo nei panni del becero che fa finta di essere un allenatore di calcio (la trasmissione era registrata, ovviamente, e quella era la pubblicità di un invedibile film di qualche mese fa), e dice ‘incazzeto’ per far ridere. Una pena.

Ma  torniamo a l’altro giorno. Dunque il Banfi è da Sposini e rivela – udite udite – che la figlia ha un tumore. Da rimanere allibiti, a dir poco. Non so se avete  capito bene: uno non rivela che è malato, che già sarebbe secondo noi anche troppo, ma che è malata la figlia. E grave. E naturalmente giù lacrime. E naturalmente la scusa sarebbe che si dicono queste cose perché le donne facciano prevenzione eccetera eccetera. O bravo: anzi, o brevo.

Ora sarebbe inutile, qui, appulcrarci verbo, come si diceva una volta.   Ma  un commentino di una riga va fatto, perché siamo in presenza di una piccola novità. Questa, cioè,  è la televisione del dolore per procura: che è il massimo che finora si sia sentito nel generale trash televisivo. Mentre facciamo gli auguri all’incolpevole figlia del Banfi, speriamo solo che chi ha nipoti col morbillo, consuoceri con l’artrite, nuore con l’osteoporosi, cognati che stanno così così, lontani cugini con un’appendicite appena operata e via discorrendo, per non dir peggio, non faccia la fila da Sposini o da altri per raccontarcelo. Perché a noi, a costo di sembrare cinici, non ce ne frega proprio nulla.

Quanto a noi, beh: stiamo benissimo, grazie.








 
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