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Mors mea vita tua

di Roberto Fedi
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Data di pubblicazione su web 09/03/2009  

E poi a volte si dice l’aplomb degli inglesi. Come molti sapranno, in questi giorni in Inghilterra, patria del self control, gran parte dei giornali (non solo quelli popolari) e soprattutto dei media si sta occupando della triste ma eclatante (o viceversa) sorte di tale Jade Goody, malata allo stadio terminale. Chi è costei? È una ex concorrente dell’inglese Grande fratello, divenuta a suo tempo celebre (se così si può dire) per il suo carattere violento e volgare, a dir poco scostante; la quale, scoprendosi qualche mese fa condannata da un tumore ormai devastante, ha pensato bene di spettacolarizzare la sua morte imminente. Sfruttando la labile fama raggiunta con quella trasmissione (e grazie a un esperto di comunicazioni), ha reso pubblica la malattia, si è sposata con l’attuale compagno ventunenne, e si è anche battezzata. Il tutto sotto le telecamere, in diretta a pagamento, o vendendo le foto a un settimanale per uno sproposito di sterline. L’ho fatto, ha detto più o meno, per lasciare molti soldi ai miei figli (lei è senza risorse, e ha ci pare quattro figli). Ha 27 anni, e ha capito come va il mondo proprio mentre lo sta lasciando.

La cosa ha sollevato, specialmente nel compassato (?) Regno Unito, lunghe discussioni, non dissimili da quelle che qui hanno accompagnato il caso tristissimo della ragazza Eluana, ma con la differenza che lì almeno nessuno ha messo in dubbio la liceità di quello che Jade ha fatto, visto che è lei, perfettamente compos sui, a volerlo fare. Anche il primo ministro Gordon Brown, in affannata ricerca di consensi, ha ceduto al gioco macabro e ne ha parlato, con accenti di solidarietà.

Che dire? Lasciando ai moralisti in Servizio Permanente Effettivo le considerazioni etiche del caso, abbiamo qualche riflessione da fare, proprio terra terra. Che elenchiamo in dettaglio:

1. Non è la prima volta, in questo mondo di guardoni televisivi e di televisione imperante, che si assiste quasi in diretta a una morte, per non dire alla malattia. Non vorremmo sembrare blasfemi, ma vi preghiamo di ricordare cosa accadde nei mesi, settimane e infine giorni e ore della malattia mortale del papa precedente a questo. Ne scrivemmo, a più riprese;

2. Ormai la privacy è un optional sempre più spesso disatteso. Se vi sentite male in un supermercato, ad esempio, impietose telecamere senza che voi minimamente abbiate dato il consenso  registrano ogni cosa:  cadute di anziane signore, svenimenti, pianti, conati di vomito (e così per strada, in stazione, sulla metropolitana, e così via);

3. Il caso della ragazza Eluana è diversissimo: lì era la stampa e la televisione che morbosamente si impadronivano del corpo della ragazza, nonché i preti e le suore e i cattolici integralisti. Qui è l’opposto: è Jade che, volontariamente e perfettamente consapevole, ha sfruttato per sé la morbosità dei media: del resto, aveva imparato al Grande fratello che il ‘pubblico’ vuole intimità sempre più spinte, e quindi perché non la malattia e la morte?;

4. La morte, nella moderna società borghese, è divenuta un fatto privato (giustamente, si aggiungerà). Non così nel mondo antico: lì, era un evento pubblico, allestito per la pubblica edificazione (si chiamava infatti “buona morte”), e nemmeno nel più brutale mondo rurale. È quello che è successo, che succede e sempre succederà per i capi religiosi, ad esempio (e si veda il punto 1), la cui morte è resa quanto più possibile spettacolare – al contrario dei dittatori, la cui malattia ed eventualmente morte sono nascoste anche al di là del credibile perché il Capo non può che essere vigile e presente (si veda il caso di Castro);

5. Ergo, la ragazza Jade, in questo contesto di perdita di ogni senso del pudore, e di totale delega dell’etica ai sondaggi e ai confezionatori di eventi, ha fatto benissimo. Il che non significa che noi l’avremmo fatto: ma, scusate, in un mondo in cui ogni giorno gli schermi sono invasi da gente che quotidianamente mette le sue faccende in pubblico per avere consensi, e che ci infligge ogni sera in Tv la sua facciona amorfa per avere voti, qualcuno osa criticare questa poveretta che ha lucrato sull’unica cosa che aveva, la sua morte?

Almeno, se non altro lo farà per i figli, e – questo è poco ma sicuro – per una volta sola.







 
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