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Un cast stellare per un buon testo

di Gherardo Vitali Rosati
 
Data di pubblicazione su web 22/01/2009  

Un cast eccellente sta presentando in Italia Il dio della carneficina (Le dieu du carnage), l’ultima pièce di Yasmina Reza attualmente in tournée per la regia di Roberto Andò. Silvio Orlando, Anna Bonaiuto, Alessio Boni e Michela Cescon si sono dovuti confrontare con attori del calibro di Isabelle Huppert – che ha partecipato all’allestimento parigino del testo, diretto dalla stessa autrice – e Ralph Fiennes – fra i protagonisti del recente spettacolo di Londra – per incarnare le due coppie che si incontrano a seguito di un incidente intercorso fra i loro due figli. I quattro interpreti hanno saputo dar vita a una commedia esilarante, che sa fa ridere aprendo anche qualche spunto di riflessione non privo di interesse.

Come accade spesso nella drammaturgia della Reza, una trama estremamente semplice, che passa subito in secondo piano, permette di analizzare in profondità la psicologia dei personaggi. Nella sua prima pièce, Conversation après un enterrement (allestita nel 1987), si partiva dal funerale di un uomo per poi parlare delle storie sentimentali dei figli. E il successo internazionale della drammaturga francese di origine iraniana, era arrivato con Art (1994), che metteva in scena le discussioni di tre amici a seguito dell’acquisto, da parte di uno di loro, di una costosa opera di arte contemporanea. La riflessione sull’arte si intrecciava alle loro storie personali e alla loro amicizia. Il dio della carneficina si apre con un incontro dai modi assai formali, ma a poco a poco i personaggi abbandonano la loro cortesia per rivelare la loro vera identità. E non cesserà soltanto la gentilezza fra le due famiglie: ognuno inizierà a litigare con il proprio partner, rivelando aspetti oscuri della sua personalità.

Siamo in un salotto borghese: due divani, un tavolo basso con libri di arte, quattro vasi di fiori. Il tutto è posto su un’enorme pedana rotonda, che stacca la scena dal palcoscenico, ambientandola in uno spazio circolare e totalmente a se stante. Ottimo il lavoro svolto dallo scenografo e costumista Gianni Carluccio, che sottolinea le differenze caratteriali attraverso gli abiti dei personaggi. Più semplici quelli della coppia della vittima (Orlando - Bonaiuto) estremamente eleganti quelli dei genitori del colpevole (Boni – Cescon).

Gli attori sono capaci di creare una forte tensione scenica anche solo con uno sguardo. Eccellente Orlando, con i suoi silenzi, le sue pause, i suoi sguardi sempre estremamente comunicativi. Interpreta un uomo dimesso, che gestisce un negozio di sanitari, un personaggio dai toni moderati che ben gli si addice. Ma Orlando è capace anche di trasformarsi, quando Michel inizia a urlare e sbraitare rivelando il suo vero “io”. La sua compagna che si batte per la pace nel mondo è una splendida Anna Bonaiuto. Che spicca per la sua versatilità: recentemente sui palchi di tutt’Italia con Ronconi per Inventato di sana pianta, interpretava una donna senza scrupoli, dai modi rozzi e indelicati. Tutt’altro appare adesso, dopo esser passata anche dall’ottima performance che la vedeva moglie di Andreotti nel Divo: elegante, calma, raffinata. Nei panni di un antipatico spaccone, Alessio Boni sa rendere il suo personaggio meno eccessivo di quanto potrebbe essere. E la sua angosciata moglie è interpretata con una certa comicità dalla Cescon.

Un ottimo allestimento per un testo che cerca di parlare dell’oggi. Problemi fra genitori e figli – spesso trascurati da padri e madri che hanno altro a cui pensare – e ipocrisie nelle relazioni sociali sono alcune delle principali tematiche proposte dalla Reza. Il tutto condito con un’ottima dose di comicità. C’è chi dice che si aspettava di più da questo testo. Può essere, ma apprezziamo lo sforzo di rilanciare una drammaturgia “nuova” e perfettamente costruita. Senza un testo così ben strutturato, sarebbe difficile ridere e apprezzare tanto gli attori del Dio della carneficina.  


Il Dio della carneficina
cast cast & credits
 



 
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