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Homecoming

di Roberto Fedi
 
Data di pubblicazione su web 07/11/2008  

Appena tornati dagli Stati Uniti, e con ancora in testa e negli occhi i festeggiamenti per Obama, due parole di commento ai casi nostrani – un po’ televisivi e un po’ no.

Intanto, scusate la latitanza. Poi, scusate l’insistenza, ormai troppo banale, sulla glorificazione di Obama. I nostri giornali, e tiggì, sono così abituati a correre in soccorso al vincitore che, anche questa volta, non si sono potuti tirare indietro: in certi casi, sembrava che a far vincere Obama fossero stati loro. Patetici e provinciali, o viceversa. Quindi, non ne parliamo per pura e semplice carità di patria, per così dire.

La prima cosa che abbiamo letto e sentito, appena sbarcati, è che il nostro Presidente del Consiglio ha definito Obama “abbronzato”. Pensavamo di aver capito male per colpa del jet-lag. Invece no. Abbiamo anche sentito che, dopo le reazioni inevitabili, lo stesso ineffabile Presidente ha definito “imbecilli” quelli che si erano un po’offesi. Mettendomi immediatamente fra gli imbecilli, faccio notare che se uno qualsiasi, con una carica pubblica, negli States osasse definire abbronzato (“suntanned”) un nero afroamericano, dopo cinque minuti sarebbe costretto a dimettersi. Qui da noi, no. Tanto per dire che differenza c’è tra un paese civile e uno incivile.

Ma noi siamo, ci mancherebbe altro, bipartisan. Quindi notiamo che il capo dell’opposizione, tale Veltrini o forse Veltroni – pardon: il nome adesso ci sfugge ma sarà colpa del solito jet-lag –, credendosi Obama ha festeggiato in una (immaginiamo) triste festona a Roma l’elezione americana. Qui non abbiamo parole: vorremmo solo far notare che c’è un numero telefonico, il 118, che soccorre prontamente in casi del genere. Fossi nel consigliere del suddetto, beh lo farei subito. Chissà, si potrebbero evitare guai peggiori.

Abbiamo anche letto, per rimanere in ambiti televisivi, che tale Dell’Utri ha definito “dark” le giornaliste che leggono il tristissimo (opinione nostra) Tiggìttré. Reazioni scomposte delle suddette. Sarà anche qui il jet-lag, ma onestamente non abbiamo capito cosa il già citato (in giudizio) volesse dire. Che si vestono di nero? che sono plumbee? che hanno i capelli scuri? che gli girano le scatole? Boh. A vederle, sembra sempre cha abbiano un minuto prima litigato col marito, ma saranno affari loro, mica del Dell’Utri. Non avendo una risposta, ci siamo sentiti indifesi di fronte alla generale stupidità.

Poi abbiamo visto e sentito che sull’Isola ne succedono di tutti i colori, e che l’ex onorevolessa (?) Luxuria ha in diretta detto al centravanti del Milan Borriello, la cui fidanzata è sull’isola, che era più o meno un cornuto. Che finezza. La cosa non ci fa né caldo né freddo, anche perché non tifiamo Milan; ma certo anche qui siamo rimasti un po’ scossi. Non per i problemi sentimentali del Borriello, dei quali – come Rhett Butler in Via col vento – francamente ce ne freghiamo;  ma perché pensavamo che più in basso di quando siamo partiti dall’Italia in Tv non si potesse scendere. E invece.

Poi, accendendo a caso, abbiamo visto una che sembrava la nonna di Raffaella Carrà. Beh: che ci crediate o no, era proprio Raffaella Carrà. Qui abbiamo avuto bisogno di un cognac, onestamente, per lo choc. La famiglia Addams no, per favore, ci siamo detti. Gira e rigira, canale dopo canale, siamo capitati su Mediaset Premium e ci siamo rimasti perché c’era Real Madrid-Juventus.

Siamo andati a letto con una salda convinzione: Del Piero for President.
          





Obama "abbronzato"

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