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Soldi a pal(l)ate

di Roberto Fedi
  Luca Toni
Data di pubblicazione su web 13/06/2008  

Ok: ci sono di sicuro cose più importanti di cui discutere. Va bene: in fondo chi se ne frega del pallone. D'accordo: la benzina a tremila lire il litro (detta così fa anche più impressione) è un disastro, altro che la Nazionale che gioca male. Insomma, lo sappiamo anche noi che sono argomenti futili.

Ma 105 milioni (di euri) spesi dalla Rai per l'esclusiva degli Europei vi sembrano pochi? Di fronte a queste cifre, se non piangi, di che pianger suoli? (una citazione da Dante ci sta sempre bene). A noi, ragazzi, viene da piangere eccome. E allora anche se dedichiamo questa nota alla Rai pallonara beh, non è poi una futilità proprio futile, via.

E siccome a noi sembra una marea di soldi, ci chiediamo: ma possibile spendere tutta questa montagna di grana (degli italiani) per affidarla a Varriale, a Paris, a Civoli, a Lauro con la testa più tonda, quella sì, del pallone? E poi a Collovati, a Dossena, a Tardelli, a Salvatore Bagni (!!!), alla Morace (tanto per una quotina rosa)? Ma scherziamo? E poi in studio a Mazzola e a Marino Bartoletti?

L'abbiamo già detto altre volte, soprattutto a proposito del ciclismo: il modo in cui la Rai affronta questi Grandi Eventi Sportivi (usiamo una volta tanto la terminologia ufficiale) sarebbe degno di una tesi di laurea. Dal titolo: Discrasie comunicative – le tesi di laurea hanno sempre titoli difficili. Che tradotto in chiaro vorrebbe dire: ma guarda che casino riescono questi a imbastirti fra immagini e sonoro. Che è effettivamente più comprensibile. Incomprensibile è invece perché la Rai spenda questa barcata di soldi per offrirci un servizio che, per quanto riguarda le competenze sue, è degno all’incirca di una Tv locale.

Ci spieghiamo meglio. I cronisti sono, ad essere generosi, vecchi. Ma non di età: di competenze. Mentre tutto il resto, grazie alla tecnologia, è andato avanti di un millennio in dieci anni,  loro sono fermi a Niccolò Carosio. Che sarà stato anche mitico, come suol dirsi, ma era un totale incapace: sbagliava un nome su due, tifava in modi scomposti per i 'nostri', e non capì che la televisione era una cosa (la gente vedeva con i suoi occhi) e la radio un'altra. Questi qua, oggi, sono più o meno della stessa razza: divagano, chiacchierano, si rivolgono ai telespettatori come se fossero membri di uno stesso clan. Quindi espressioni gergali, sottintesi, battutine. E soprattutto parlano d’altro. Certe volte – abbiamo guardato l'orologio – fra scemenze varie, formazioni e discussioni sul modulo, divagazioni con l' ''esperto'' di turno al loro fianco, a giuramento hanno iniziato la telecronaca al 4° minuto. Ma si può?

L' ''esperto'' poi è un vero mistero. Innanzitutto: perché sta lì? Se il cronista ha bisogno di un esperto per capire il modulo, allora che vada a casa. Se non ne ha bisogno, che cavolo ci sta a fare l' ''esperto''? Il quale di solito è un ex giocatore, che litiga con la lingua italiana, si mangia le parole, è sovreccitato (Bagni: non si capiva nulla), parla poco o troppo, si sovrappone al cronista, urla, dà suggerimenti (del tipo 'ora non si deve fare così…', 'forza avanti ragazzi…') come se i giocatori lo ascoltassero, è moscio, dice in cento parole quello che chiunque direbbe in venti, spiega l'ovvio ('ha colpito con il destro…': che cavolo, ma l'abbiamo visto tutti!). Se poi è un ex allenatore disoccupato (Tardelli, Dossena, Morace…) viene da chiedersi come mai, se è così bravo a dare suggerimenti a Donadoni o ai giocatori, non lo vuole nessuno.

Una tristezza, ragazzi. Una débacle, peggio di quella degli azzurri. Ma  chi ce li ha messi, questi qua? Che, sia detto per inciso, sono gli unici a divertirsi un mondo, almeno a vederli: e ti credo. Domanda, che non avrà risposta: ma quanto intascano questi esperti del nulla, questi cronisti di cent'anni fa, questi che dicono che i tifosi si sono ''interfacciati'' con i giocatori, che se un portiere giudica un pallone fuori dicono che lo ha ''battezzato'' fuori, che se una squadra attacca minacciosi dichiarano che ''può far male'', che parlano una lingua da analfabeti e che non sanno cosa sia la retorica (quella buona), che nessun giornale neanche di provincia assumerebbe, che ci ammorbano le già tristi partitacce della nazionale? Per fare un esempio: quanto ha preso Salvatore Bagni per 'commentare',  senza che nessuno capisse un cavolo (pardon) di quello che diceva, la partita sciagurata dell'Italia contro l'Olanda?

Così, per curiosità, visto che sono soldi nostri.








 
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