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Il Sessantotto, nessun rimpianto

di Marco Luceri
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Data di pubblicazione su web 04/09/2003  
François Truffaut diceva:"avere un'idea sul cinema significa avere un'idea sul mondo". La frase vale per The Dreamers, ultimo film del nostro più grande e famoso cineasta vivente, quel Bernardo Bertolucci che ci regala forse il più bell'atto d'amore della sua carriera. Un atto d'amore verso il cinema, verso la Parigi dei cineclub, della Nouvelle Vague e del Maggio, verso il '68 con tutte le sue illusioni, le sue amarezze, i suoi sognatori, appunto. Tutto questo senza nostalgie, con la consapevolezza di aver vissuto in prima persona quegli indimenticabili anni così turbolenti ed affascinanti da farci un film.



Guardando The Dreamers si ha l'impressione di aver visto un film della Nouvelle Vague quarant'anni dopo, con il cinema che celebra se stesso come rito; tutto questo non è di certo lasciato al caso, perché l'autobiografismo in questo film è la componente primaria su cui si innestano tutte le altre. La rivoluzione cinematografica francese dei primi anni '60 fu epocale, travolgente: il battagliero gruppo dei critici dei "Cahiers du cinéma" guidati da Bazin partivano dal realismo del patron Renoir per polemizzare contro il vecchio cinema, con la volontà di fondarne uno tutto nuovo su due pilastri: l'amore per la grande stagione del cinema americano classico (Hitchcock, Capra, Hawks, Ray, Ford, Sternberg ecc...) e la volontà di mostrare i trucchi del mestiere, il gioco delle citazioni più o meno affettive. Nessuna sorpresa allora che i tre giovani protagonisti di The Dreamers siano prima di tutto degli inguaribili cinefili, fruitori della Cinématheque Française diretta da Langlois. Bertolucci gioca e si diverte a citare al quadrato, con Isabelle (Eva Green) che si considera nata sugli Champs Elysées a strillare l'"Herald Tribune" come Jean Seberg in Fino all'ultimo respiro; e poi sempre lei che fa il verso alla Garbo de La regina Cristina mentre accarezza i mobili della stanza dopo una notte d'amore; o ancora quando, tentata dalla voglia di suicidarsi, ricorda le immagini del finale di Mouchette, o come quando si diverte a provocare il fratello Théo (Louis Garrel) facendo il verso alla Marlene Dietrich de La venere bionda, o costringendo sempre il suo gemello a masturbarsi di fronte ad una locandina de L'angelo azzurro. Théo e l'innocente amico americano Matthew (Michael Pitt) si sfidano a colpi di citazioni sulla grandezza di Keaton e Chaplin, ed è sempre Matthew ad essere "costretto" a fare l'amore con Isabelle per aver errato una risposta su Scarface. La ragazza è vergine e questo amplesso è una sorta di vera e propria iniziazione, seguita ad un'altra altrettanto significativa come la corsa dei tre mano nella mano tra gli stanzoni del Louvre che cita Band à part e ammicca a Jules et Jim.



The Dreamers è un vero e proprio film stile Nouvelle Vague - non a caso Bertolucci di quella stagione francese portò per primo in Italia gli echi e le suggestioni. Non fu di certo senza motivo il fatto che Pasolini (di cui Bertolucci fu assistente in Accattone e da cui ricevette il soggetto de La commare secca) individuasse proprio in Bertolucci e Godard i pionieri di quella nuova aria che avrebbe soffiato sul cinema internazionale svecchiandolo e rendendolo poetico al suo modo. Ma all'altezza del 2003 è come se il regista emiliano sentisse il peso della fallita operazione della Nouvelle Vague nostrana (all'inizio dei '60 l'Italia fu l'unico paese a non conoscere un fenomeno di questo genere). The Dreamers riflette, forse inconsapevolmente, l'amarezza per quell'occasione mancata.
L'ultimo film della trilogia parigina di Bertolucci - dopo Il conformista e Ultimo tango a Parigi - raccoglie delle due esperienze precedenti il clima esistenzialista, intimo e decadente, ma propone una diversa versione dell'eros. Strizzando l'occhio a Carrière, il sesso orgiastico di The Dreamers è la vera grande pratica rivoluzionaria che sperimentano i tre protagonisti e conferisce la dimensione intima necessaria ad evitare la deriva nostalgica ed apologetica di un '68 ormai lontano.



L'isolamento in cui Bertolucci chiude Isabelle, Théo e Matthew rende il senso e la portata di una rivoluzione che nasce da dentro e che solo in seguito si trasforma in movimento esterno. La rivoluzione è figlia dei cinefili della Cinématheque, dei ragazzi che guardando un film sognano un mondo diverso e quando la prima ventata di reazione si infrange proprio sul cinema, si scatena la rivolta fin qui sopita e puramente visionaria. L'appartamento parigino si nutre della cultura di sinistra: vi entrano Mao, Marcuse, Marx e i versi di Ponge anche attraverso il debole filtro dei padri (altro elemento autobiografico, il padre dei due gemelli è un famoso poeta - come lo è stato il padre di Bernardo, Attilio Bertolucci); vi entra il rock americano delle utopie e delle rivolte giovanili, da Bob Dylan a Janis Joplin, dai Doors a Jimi Hendrix. Eppure il mondo delle bandiere rosse e della politica passa, come atto rivoluzionario, in secondo piano rispetto al cammino d'iniziazione alla vita. La crescita (e non poteva essere altrimenti) passa attraverso l'eros provocatore e spregiudicato, che svela le relazioni intime tra i tre. L'innocenza di Matthew si scontra quasi sempre con l' autoreferenzialità sessuale e fraterna dei due gemelli, che inconsapevolmente non riescono a crescere se non al prezzo di passaggi troppo dolorosi se essi intaccano il loro rapporto di amore quasi incestuoso. Isabelle compirà un atto di rivoluzione mancato - non a caso i due fratelli alla fine del film resteranno chiusi nella loro stessa infanzia, rifiutandosi di crescere veramente: passeranno dalla parte di chi lancia le molotov contro la polizia, mentre Matthew starà dalla parte degli slogan pacifisti e non-violenti.
The Dreamers mostra un '68 cinefilo e visionario, che nella sua rievocazione non cede nulla, ma proprio nulla al rimpianto, proprio come le dolci e malinconiche parole di Rien de rien cantate sui titoli di coda (che scorrono al contrario) da Edith Piaf. Je ne regrette rien, il rimpianto non è più possibile.

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