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Due regine

di Laura Bevione
  The breath of life
Data di pubblicazione su web 16/02/2003  
Due vere "dame" del teatro inglese e uno dei più intelligenti drammaturghi viventi: l'unione di tali "forze" non può che risultare in uno spettacolo assolutamente perfetto, cui di rado capita di assistere.

Madeleine Palmer (Maggie Smith) è una ricercatrice in pensione e vive sola in una casa sul mare sull'isola di Wight, dove continua a lavorare e a coltivare la propria orgogliosa indipendenza. Un giorno qualunque riceve l'inattesa visita di Frances Beale (Judi Dench), divenuta di recente famosa come scrittrice di romanzi piuttosto popolari. La due donne - entrambe sulla sessantina, benché Frances sia di qualche anno più giovane - si sono incontrate solo un'altra volta, molto tempo prima e appena per l'attimo che durò la presentazione reciproca.


The Breath of Life


Il legame fra Madeleine e Frances è tuttavia molto più stretto, poiché per anni la prima fu l'amante di Martin, il marito della seconda. Martin ha abbandonato la moglie e i figli per trasferirsi in America con la sua nuova giovane compagna. Frances, incapace di superare il trauma della separazione, ha deciso di scrivere la storia del proprio matrimonio, ovviamente non tralasciando la relazione adulterina del marito con Madeleine: una sorta di "memoriale", che giustifica anche il suo improvviso arrivo all'isola di Wight. L'atteggiamento reciproco delle due è dunque di aggressivo sospetto, seppur abilmente travestito da formale cortesia e, poi, da quella cosiddetta complicità femminile che inevitabilmente fa sì che una coppia di donne, a tu per tu, inizi prima o poi a parlare della rispettiva vita sentimentale, presente e, soprattutto, passata.

Madeleine racconta del suo primo incontro con Martin, in America, ai tempi della contestazione e delle battaglie per i diritti umani, e poi del silenzio durato dieci anni, allorché i due si incontrarono di nuovo a Londra e divennero amanti "stabili". Frances rievoca le tensioni e le amarezze del suo agonizzante matrimonio. Queste confidenze, tuttavia, non avvicinano realmente le due donne che rimangono in fondo distanti e ciò non tanto per l'ovvia ragione di aver condiviso per molti anni lo stesso uomo, quanto per un'insuperabile diversità di approccio alla vita e all'amore. Madeleine che non accetta di venire "definita" da un uomo e che scappa appena percepisce che un rapporto non potrà mai essere assoluto e totalizzante; Frances devota alla famiglia perché affamata di quel senso di sicurezza e protezione che essa dovrebbe in teoria offrire.

Il dialogo, ora ironico e puntellato da brucianti battute, ora aspro nelle accuse reciproche, ora malinconico e triste nella rievocazione del passato, veicola efficacemente la natura più profonda e i sentimenti delle due donne che, in meno di ventiquattro ore - le quattro scene del play racchiudono un arco temporale che va dal pomeriggio avanzato al mattino del giorno successivo - ricostruiscono l'intera loro esistenza. Hare è assai abile nel variare continuamente toni e umori e plasma due complesse e sfaccettate figure di donna cui Maggie Smith e Judi Dench regalano sostanza e inconfondibile voce. La prima con i movimenti rapidi, a scatti, con la gestualità enfatizzata, con l'ironia e la perentorietà dei toni, esprime bene la sicurezza di sé, la forza di carattere di Madeleine, di cui lascia anche intravedere quelle debolezze che l'estrema indipendenza e l'anticonformismo non riescono a soffocare.

Judi Dench - mirabile nella prima scena in cui per più di quindici minuti rimane immobile, distante dall'altra così da sottolineare l'ostilità che, malgrado la visita, continua a nutrire nei suoi confronti - è l'insicura Frances, sempre ripiegata su se stessa, incapace degli ampli movimenti di Madeleine. Due grandi prove d'attore cui l'umiltà, o meglio la professionalità, delle interpreti attribuisce ancora maggiore brillantezza.



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cast cast & credits
 



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