Omaggio al Royal Ballet, lo spettacolo che Mara Galeazzi, prima ballerina del prestigioso organico londinese, porta in tournée italiana con le étoiles e i solisti britannici, è uno di quegli eventi che meritano particolare attenzione per il significato che rivestono. Un significato che non si esaurisce nella constatazione dellindubbia qualità degli interpreti e delle proposte danzate, ma va ben oltre spingendo ad alcune considerazioni. La prima riguarda la formula dello spettacolo e il suo carattere divulgativo, la seconda è inerente a quella che potremmo definire ‘la scelta di Mara. Unartista di formazione scaligera che è stata costretta, come molti suoi colleghi di talento, a cercare asilo altrove ma è pronta a tornare saltuariamente in patria per diffondere al meglio il “verbo tersicoreo”.
E al Teatro del Giglio di Lucca, uno dei teatri di tradizione toscani più sensibili al fascino di Tersicore, è apparso subito chiaro il duplice significato di questo Omaggio al Royal Ballet targato Mara Galeazzi & Etoiles & Soloists del Royal Ballet di Londra, in cui Mara e otto elementi, Edward Watson, Sarah Lamb, Johannes Stepaenk, Yuhi Choe, Ernst Meisner, Lauren Cuthbertson, James Wilkie, più Alexander Zaitsev, principal dancer del Balletto di Stoccarda, rendono omaggio al celebre organico doltremanica e inaugurano la stagione di danza del teatro lucchese.
La formula dello spettacolo, una “crestomazia” coreografica composta da famosi passi a due, assoli, e quartetti della tradizione otto-novecentesca, ha il pregio di portare sulla scena un programma che, spaziando dal classico, al neoclassico, al moderno, al contemporaneo, offre agli spettatori un accattivante ventaglio di proposte. Senza contare che questo applaudito Tributo, presentandosi come un agile spettacolo a serata, compie una lodevole opera di divulgazione e “alfabetizzazione coreutica”, così necessaria per incrementare la cultura di danza in maniera easy and friendly. Due aspetti non trascurabili e capaci, da un lato, di soddisfare le esigenze dei palati più fini e, dallaltro, di fidelizzare nuovi adepti con questa antologia di pezzi allinsegna del “classicismo coreutico” di stampo accademico, moderno e contemporaneo.
E proprio il “classicismo accademico” tocca lapice con quattro pas de deux tratti, rispettivamente, il primo dal III atto di Spartacus, il secondo dal II atto de La Sylphide, il terzo dal I atto di Romeo e Giulietta, il quarto da Winter Dreams.
Capolavoro del balletto sovietico, Spartacus racconta la vicenda del gladiatore che osò ribellarsi a Roma e fu sconfitto e ucciso dal generale romano Crasso, allindomani della rivolta degli schiavi nel I secolo a.C. Di questo balletto, coreografato da Grigorovich nel 1968 su musica di Khatchaturian, è stata ripresa la scena “delladdio a Frigia”, la compagna di Spartaco, nella versione filologicamente rigorosa di Lucy Park. A dare corpo e anima ai protagonisti sono stati i più che bravi Sarah Lamb e Martin Harvey che riescono a far vibrare le corde più intime nello struggente addio delleroe, condannato alla sconfitta, e delleroina consapevole della fine che li attende.
Identica atmosfera si è avuta con il passo a due dall”atto bianco” de La Sylphide di Auguste Bournonville del 1836 su musica di Lovenskjold, considerato il prototipo del balletto romantico. A impersonare il giovane James che, prossimo alle nozze, lascia la fidanzata per inseguire la Silfide, creatura dellaria, sono Yuhui Choe e James Wilkie, due dancers di notevole capacità tecnico-interpretativa che, in stile “bournonville”, rievocano lincontro tra i due nel bosco.
Nella “scena del balcone” di Romeo e Giulietta di MacMillan, su musica di Prokofev, Mara Galeazzi, accompagnata da Edward Watson, ha mostrato tutta la sua bravura di interprete ‘macmillaniana riuscendo a tratteggiare la psicologia di una Giulietta innamorata del suo Montecchi e ancora ignara dellimplacabile moira che li travolgerà. Mara e Edward hanno sfoderato una tecnica mirabile in perfetto English Style e, in ossequio allItalian Style, unintensità drammatica non comune.
Ancora Mara Galeazzi, questa volta affiancata da Martin Harvey, è stata la protagonista del pas de deux tratto da Winter Dreams di MacMillan, un balletto ispirato alle Tre sorelle di Cechov su musica di Tchaikovsky. Nel duetto delladdio tra Masha e linnamorato Vierscinin, i due danzatori rendono lestrema malinconia del distacco con una danza estenuata, languida, vivificata dal nitore dei singoli passi e degli enchainements.
Nel calibrato “palinsesto corografico” della serata al “classicismo” della dans décole fanno eco pezzi tratti dal repertorio moderno e contemporaneo a cominciare dal bel duetto Come neve al sole del coreografo italiano Rolando DAlesio su musica di Peter Scindler 'Santacello'. Qui Mara e Alexander Zaitsev del Balletto di Stoccarda mettono in scena il rapporto di coppia in un continuum di legati ispirati alla modern dance e di “tira e molla” con elastiche magliette che, aderenti allinizio, si allungano e si ritirano come gli addii e i ritorni dei due amanti. In Sans Reponse, un delizioso e divertente duo maschile coreografo da Patrick Delcroix su musica di Ali Farka Toure, Ernest Meinsner e Johannes Stepanek inscenano una sorta di dialogo basato su “oui” e “no” che ripetono modulando la voce e stando seduti su due grossi contenitori di plastica trasparante, da cui si alzano per ballare singolarmente o in coppia in un esilarante “tenzone” vocale e danzata.
Vere e proprie perle della serata sono stati Nisi Dominus, un solo di William Tuckett su musica di Claudio Monteverdi, interpretato da Lauren Cuthbertson, e Notations I-IV, un solo di Uwe Scholz su musica di Pierre Boulez con Alexander Zaitsev del Balletto di Stoccarda. Lauren Cuthbertson in Nisi Dominus, imprigionata in unenorme gonna a forma di gabbia, che lascia intravedere i movimenti delle gambe e dei piedi, recupera con braccia, mani e testa la tipica gestualità barocca in un interessantissimo incontro tra danza contemporanea e stilemi del “ballet de cour”. Due mondi coreutici distanti eppure resi vicini dalle splendide note monteverdiane. In Notations I-IV Alexander Zaitsev dà vita ad un liricissimo solo maschile in cui lartista si produce in tali e tanti virtuosismi che, se per il rigore ricordano la rigida disciplina classica, per limpressionante dinamicità non nascondano la loro filiazione dalla rivoluzione della danza moderna e contemporanea.
In chiusura Mara Galeazzi, Edward Watson, Sarah Lamb, Johannes Stepaenk, Yuhi Choe, Ernst Meisner, Lauren Cuthbertson, James Wilkie, portano in scena Elite Syncopation, un “balletto ragtime” di MacMillan su pagine di Scott Joplin ricco di humor inglese e di scintillanti dai costumi firmati da Ian Sperling. Il gruppo, sul sincopato di Joplin con le ballerine sulle punte e tanto di cappello, sprigiona unincontenibile energia e spinge al massimo la tecnica accademica divertendosi a contaminarla con i ritmi del ragtime.
Mara, terza italiana ad essere prima ballerina del Royal Ballet dopo Alessandra Ferri e Viviana Durante, è stata la star della serata e la beniamina del pubblico che ha mostrato di apprezzare la sua ‘scelta dettata dal desiderio di contribuire alla promozione della danza nel nostro paese. Una scelta che la porta a lasciare i fasti londinesi, in cui primeggia nel repertorio ottocentesco e soprattutto novecentesco di Fokine, Balanchine, Ashton, MacMillan, Cranko, Tetley, Tharp, Forsythe, e a tornare ad esibirsi sul suolo natio con una tale generosità che le fa onore e conferma la validità di questo Omaggio al Royal Ballet.
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