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Bicromia registica 

di Laura Bevione
  L'amica delle mogli
Data di pubblicazione su web 01/02/2003  
Marta è una donna affascinante, attorniata da uomini e donne ugualmente sedotti dalla sua affabilità e dalla sua saggezza, dal carisma e dall'intelligenza. Ma anche una creatura in fondo inafferrabile, asserragliata dietro una pur seducente muraglia di ambiguità e distacco. Pirandello modellò il personaggio - non a caso di nome Marta - sulla Abba cui sarebbe toccato interpretarlo sul palcoscenico, e lo alimentò delle incertezze e delle contraddizioni che qualificavano il loro stesso rapporto. Il risultato è un dramma in cui, come sempre nel drammaturgo siciliano, l'intima realtà dei personaggi non è mai pienamente conoscibile e l'ambiguità detta il tono della vicenda rappresentata. Nella messa in scena ideata da Gigi Dall'Aglio l'assenza di certezze e il dubbio sulle intenzioni e i pensieri di Marta sono immediatamente esplicitati dalla scenografia, "ingombrante" e algida, ed enfatizzati da musiche che definiscono un'atmosfera di opprimente cupezza. L'ambiguità è pesantemente sottolineata fino a essere quasi cancellata o, meglio, asfissiata per eccesso di inchiostro scuro, tanto che il pubblico, spiazzato dalla irregolarità della situazione iniziale, perde ben presto interesse e si riscuote appena per il colpo di pistola che segna il culmine della tragedia.

La realtà descritta è certo in fondo inconoscibile ma questa sua caratteristica ha come conseguenza prima la policromia, la frammentazione in tessere di forme e colori differenti e non sempre compatibili. A teatro ciò non si dovrebbe tradurre nel ritmo freddamente monotono scelto da Dall'Aglio, bensì in un'accurata orchestrazione di toni e umori. Le singole individualità dei personaggi principali risultano appiattite, assorbite da una melodia monocorde e invasiva, alla quale solo a tratti i due protagonisti Marta (Marina Malfatti) e l'avvocato Venzi (Corrado Pani) riescono a imporre variazioni. Malfatti e Pani paiono imprigionati in un contenitore scenico a cui è lentamente sottratto ossigeno. Tuttavia la salda professionalità dei due interpreti - evidenziata dalla mediocrità del resto del cast - consente loro di lottare con l'impostazione registica e, in alcuni momenti, di respirare con maggiore agio. Ciò vale soprattutto per la Malfatti, meno affaticata dal trascorrere degli anni che, al contrario, rallenta i movimenti di Pani.

L'amica delle mogli
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