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Il nuvolo messaggero 

di Sara Mamone
  35° Festival internazionale del teatro
Data di pubblicazione su web 01/11/2003  
La direzione della 35a edizione del Festival internazionale del teatro nell'ambito della Biennale di Venezia è quest'anno affidata a Peter Sellars che, nello spazio asfittico di un solo anno (tempo troppo breve per progettare veramente qualcosa o per dar respiro a progetti, verificando e correggendo in corso d'opera) ha comunque impresso una forte impronta al suo operare. Il titolo Costruire e ricostruire, visonari e operatori di pace chiarisce bene la tendenziosità dell'intento. Ed è giusto che, sia pur nello spazio limitato di una settimana, l'artista faccia sentire nella sua voce, almeno una presa di posizione, una tendenza appunto, nell'arte o nella visione del mondo. Qui è tutto molto chiaro, l'undici settembre ha rimescolato le carte e l'anima di questo artista profondamente americano: americano nel senso migliore, quello attualmente oscurato dalla politica della vendetta, della risposta muscolosa e devastante. Come la parte più avveduta di quello stesso paese sa d'istinto e per lunga pratica, la vendetta cieca e immediata, la ritorsione, provocano solo dolore e oscurità, avvicinano i sentimenti degli offesi a quelli degli offensori, quando non ne avvicinano anche i metodi.


Martinus Miroto, Eko Supriyanto, Dwi Windarti
Martinus Miroto, Eko Supriyanto, Dwi Windarti


Peter Sellars è orgogliosamente convinto che l'artista in questo momento abbia non solo di nuovo qualche dovere politico (non è dalla parte "fragile" di quel grande paese che è nata la rivolta studentesca della fine degli anni Sessanta incarnata in teatro dalla rivoluzione del Living Theatre?) ma una grande opportunità: quella di "sentire" il pulsare della vita anche sotto il martellamento della potenza devastante, quella di cercare con umiltà, oltre l'orgoglio cieco di una presunta superiorità offesa, gli elementi di pietas. Ed ecco allora, in questo festival dedicato alla conoscenza di culture raffinate che non vogliono sparire ma cercare i tratti comuni con il ("vincente?") modello occidentale, le prove aperte di The love cloud, lettura quasi integrale di Meghaduta, poemetto di Kalidasa, il più grande poeta dell'India classica (vissuto a cavallo del quarto e quinto secolo dopo Cristo).


Particolare dell'allestimento
Particolare dell'allestimento


L'opera è una storia d'amore e di traumatica separazione, la storia di uno spirito vegetale allontanato brutalmente in esilio, strappato alla sua terra e alla sua amata. Peter Sellars che (questo tipo di operazione piaccia o non piaccia) è un grande attualizzatore, ha pensato allo strazio dei prigionieri di Guantanamo (che peraltro paiono soffrire per ben altro che l'assenza dell'amata), al loro sradicamento, alla loro solitudine. Ma grazie a Dio, a parte la tuta arancione del prigioniero protagonista, il lungo cammino della sua solitudine è percorso nel totale rispetto del poema (salvo il taglio, che poteva forse essere anche più consistente, di qualche ottava) della sua esasperante sublime lentezza, senza invenzioni "teatrali". L'io narrante, il prigioniero appunto che affida ad una nuvola passeggera il compito di raggiungere l'amata e confortarla ricordandole il suo amore, è scisso nella dualità di una voce maschile (Patrice Johnson) e di una femminile (Jesse J. Perez) affiancati, accarezzati, duplicati dai danzatori (Martinus Miroto, Eko Supriyanto, Dwi Windarti, splendidi artisti indonesiani da tempo inseriti nella creatività mescidata delle contaminazioni interculturali) che volta a volta assumono il ruolo dei tre protagonisti (l'esule, l'amata e, appunto, il nuvolo messaggero).


Asian Dub Foundation
Asian Dub Foundation

La musica, ben più che commento, vera e propria generatrice di stati d’animo, è affidata ai membri dell'Asian Dub Foundation (gruppo di punta dell'impegno politico "Asian Jungle Punk"). Tutti assai bravi, splendida in particolare la plasticità elegante dei danzatori, un po' più banalotto, forse troppo realistico, il pathos di Patrice Johnson. Operazioni del genere o piacciono o non piacciono, o prendono alla gola per l'incanto di quella che un tempo si chiamava la bellezza o si risolvono in continue occhiate all'orologio. L'accorta definizione di prove aperte forse ha giovato, creando il giusto clima di condivisione.

The love Cloud
cast cast & credits
 

Intervista a Peter Sellars
Peter Sellars
Peter Sellars





 
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