Una volta tanto siamo daccordo con Sandro Curzi, consigliere del CdA della Rai. Citiamo alla lettera: «Apprendo con soddisfazione come telespettatore e con stupore come consigliere di amministrazione che è stata assunta la decisione di chiudere Colpo di genio ».
Si riferisce, come si può evincere facilmente dal contesto, alla decisione del direttore di Rete Uno di chiudere uno dei programmi più brutti e inguardabili che la Tv di Stato abbia prodotto in questo ultimo decennio: Colpo di Genio. Condotto da Simona Ventura e tristemente intercalato da Teo Teocoli (uno che andrebbe psicanalizzato, sia detto senza offesa: come fa il più grande comico dItalia a buttarsi via così? E un mistero), aveva raggiunto alla prima puntata poco più del 17 per cento di share, e alla seconda appena il 14. Saggia decisione.
La trasmissione era triste. Al centro, le invenzioni di qualche archimede pitagorico di casa nostra. Poi un po di ‘artisti internazionali. Poi Teocoli a cercar di far ridere. Al centro Simona Ventura, di cui altre volte abbiamo già detto che è lunica in grado di mettere in scena il nulla (Quelli che il calcio…, le varie Isole), ma che come le si dà un programma, qualsiasi esso sia e fosse anche il Telegiornale, non riesce a farlo stare in piedi. Non che non sia brava, a modo suo: ma il suo limite è quello. Si trova a suo agio (o meglio: il pubblico le dà ascolto) solo in contesti assolutamente inconsistenti. Altrimenti non è in grado.
Qui infatti, inconsistenza a parte del programma, non cera nulla che reggesse. Ci rimane negli occhi, inorriditi, una lunga, infinita gag di Teo Teocoli truccato da ballerino che, mezzo nudo e con glutei e cosce false e neanche guardabili, ballava imitando il ballerino Roberto Bolle, della Scala (insopportabile anche lui dal vero, figuriamoci in imitazione). Penoso. Peggio: imbarazzante. Ripetiamo: ci si chiede con sgomento come faccia uno bravo come lui (si ricordino i duetti con Fazio a Che tempo che fa, in cui faceva sembrare simpatico anche Fazio – che è tutto dire –, oppure certi interventi alla Domenica sportiva, esilaranti), a sciuparsi così. Mistero.
Ergo: ci tocca dare ragione a Curzi. E ci piacerebbe sapere anche questo: in questi casi, cosa accade? Chi paga il flop? Quantè il cachet degli ‘artisti che hanno portato il programma allo sfacelo? Quanto ci rimette la Rai? Cioè: quanto ci rimettiamo noi?
È ovvio che non avremo risposta. Ma, così per non passare proprio da coglioni, almeno ce lo chiediamo.
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