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Trick-track

di Roberto Fedi
  Michelle
Data di pubblicazione su web 04/03/2007  

«Se faccio il trick-track io vengo», ha detto la sguaiata svizzera Hunziker l’altra sera a un esterrefatto  Pippone (questa volta esterrefatto sul serio e non per i soliti bamboleggiamenti), con una notevole gaffe a sfondo sessuale. Non è stata l’unica sul ‘mitico’ palcoscenico di Sanremo: tanto per dire, a un certo punto, a sera inoltrata, s’è anche sentita una bestemmia. Scusate, hanno detto quelli della Rai, ma c’era tanta gente… Accidenti che bella gente c’è a Sanremo.

 

Ma è sul trick-track che vorremmo qualche delucidazione. Che è? Come si fa? Onestamente siamo curiosi. Una rapida consultazione del Kamasutra ci lascia a bocca asciutta: non c’è. Abbiamo chiesto a qualche amico più scafato degli altri, ed è rimasto interdetto. No, ci vuole qualche strumento più scientifico.

 

Trick e track per testo Sanremo

Dizionario della lingua italiana. Eh qui non si scappa. Dunque, vediamo. Abbiamo sottomano il De Mauro, che giustamente registra l’italianissimo tricche tracche, variante nostrale del trick-track. Tre definizioni: 1) tavola reale (gioco); 2) raganella, o – in romanesco – un “crepitacolo” (e che è?) che veniva usato al posto delle campane durante la settimana santa; 3) fuoco d’artificio, che all’esplodere produce scoppiettii brevi e secchi (a Napoli).

 

Siamo rimasti senza parole. Oddìo, tutto può essere, e non c’è limite alla perversione; e che gli svizzeri siano gente un po’ strana l’abbiamo sempre pensato, ma che avessero reazioni diciamo goderecce a giocare a carte  non si sapeva. E poi: quando vincono o quando perdono? Ammettiamo che la questione è interessante.

 

Continuiamo con ordine. Che uno, a sentire il “crepitacolo” (ma che è?), che così a occhio e croce deve fare un suono a dir poco sgraziato, abbia un orgasmo e addirittura nella settimana santa beh, è roba da far svenire (pardon) il papa, per altro tedesco e quindi anche un po’ svizzero o giù di lì. Comunque: che sia immediatamente proibito, perché è peggio dei Dico. Non si sa mai.

 

Resta il fuoco d’artificio a Napoli. Che si scatena a Capodanno e in altre feste comandate. All’idea di un godìo generale di milioni di persone per San Silvestro ci immaginiamo uno scenario apocalittico. Mentre ci prenotiamo un bell’albergo vista Fuorigrotta per il prossimo 31 dicembre, ci sorge spontanea una domanda, e siamo arrivati a una certezza.

 

La certezza: deve essere per forza una roba svizzera, come i buchi del cacio o la cioccolatina.

 

La domanda: ma è possibile cadere così in basso?











 
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