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di Roberto Fedi
  Sanremo
Data di pubblicazione su web 27/02/2007  

Credeteci o no (mentre ci scusiamo per l’assenza prolungata: eravamo all’estero, tentati di rimanerci): ma è probabile che l’ultimo, o il penultimo, atto del ministro per le Riforme (ohibò!) Nicolais, prima di andarsene malinconicamente con tutto il governo – probabilmente in esilio a Vicenza, verrebbe da dire – , sia stato memorabile. Davvero degno di un Uomo di Stato. Siccome ci riguarda, come telespettatori e come cittadini, andiamo con ordine.

Come saprete, tra poco ci risiamo con la manfrina di Sanremo – era anche questa la ragione che ci spingeva a prolungare la permanenza all’estero. Tre conduttori:  Pippo, Paperino e Paperina. Vale a dire Baudo, Chiambretti e la Hunziker, una di quelle (tante) che hanno trovato l’America in Italia. Una volta fatte le scuse dovute a Disney, procediamo.

Grandi proclami, si capisce. Riportare Sanremo all’Italia, alla Canzone, alla Musica, alla Festa e a chissà chi. O bravi. C’era però un problemino, che a me e voi non ci tocca di certo, ma a questi Paladini dell’Italianità si vede di sì. Che è questo: la Finanziaria (quella che ha impoverito d’un colpo tre quarti d’Italia, tra cui chi scrive e sicuramente anche voi), guarda un po’, prevedeva un tetto di spesa per le consulenze esterne a società pubbliche. La Rai, mannaggia, è una Società Pubblica, anche se non si direbbe. E qual è il tetto?

Il tetto, cari amiconi, non è che fosse tanto basso. Anzi: 272 mila eurozzi, che in moneta vera (quella di una volta) sono più di mezzo miliardo. Che non sarà un granché, lo ammettiamo, ma buttali via.

Il sottoscritto si sarebbe accontentato, fatti due conti. Lo sappiamo che voi siete esigenti, schizzinosi e cari, ma siamo pronti a scommettere che alla fine, per Amor di Patria, ci sareste stati anche voi.

Invece Pippo no. Lasciamo stare la Hunziker, che è svizzera (ci pare) e che comunque avendo trovato l’America in Italia secondo noi non sa neanche lei dove sta. Ma Pippo… Eh, Pippo, Pippo… O che si fa così? Insomma, c’era il rischio che il Pippone facesse le valigie. Troppo poco.

Ed eccoci al prode Nicolais. Che, mentre tutto intorno a lui il governo crollava e Prodi raccoglieva le macerie, non s’è fatto sfuggire il colpo di coda dello Statista. E così ha firmato una circolare che – per Sanremo e solo per Sanremo – fa saltare il tetto. Giù miliardoni a sfare. Senza limiti: anzi, come diceva una pubblicità d’un tempo, no limits.

La cosa ci fa piacere, davvero. Deve aver fatto un gran piacere anche al “Corriere della Sera”, che sovratitolava “Il festival è salvo”. Ora, ci dispiace solo che il Nicolais, che probabilmente resterà nella Storia solo per questo, sia dimissionario. Perché avevamo già in mente un’altra richiesta. Che è questa, ultimativa. Visto che la Finanziaria ci ha portato le tasse quasi al 50 per cento, o ce le abbassa o chiudiamo questa rivista.

Chissenefrega dite voi? Già. Perché non avete mai visto le fanciulle che ci lavorano. Altro che svizzere. Altro che la Hunziker. Chiedere foto per credere.









 
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