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Nostro quarto mondo quotidiano

di Roberto Fedi
  "Arancia meccanica" di Stanley Kubrick
Data di pubblicazione su web 04/02/2007  
Come sempre più spesso accade, anche questa volta alla Tv si è celebrato il morto di turno: turno calcistico, vogliamo dire. I fatti sono noti. Guerra in città a Catania, in attesa dei festeggiamenti di Sant’Agata, per una partita di calcio fra la squadra locale e il Palermo. Strade trasformate in Bagdad sotto un bombardamento, fuoco, bombe lanciate dai dimostranti. Una di questa ha ammazzato un poliziotto; altre ne hanno mandati all’ospedale decine, di cui uno gravissimo. Oltre cento feriti negli ospedali della città, trasformati in pronto soccorso d’emergenza, come durante una battaglia.

Inutile commentare, se non con lo sdegno: purtroppo ripetuto, visto che solo una settimana fa era stato ammazzato un altro poveretto, in una partita di calcio da dilettanti. Non è di questo, naturalmente, che vogliamo parlare: dovrebbe essere lo Stato, assente e inadeguato come al solito, a farlo.

Parliamo, per quello che ci compete, di come la televisione venerdì sera ha affrontato l’evento nella trasmissione Tv7, allestita in fretta e furia per l’occasione, dalla durata infinita (fino quasi alle 2 di notte, Rai Uno).

In studio Marco Franzelli, esagitato. In collegamento da Catania un giornalista locale in maglioncino color fucsia (ci è sembrato), e il presidente del Catania Calcio, affranto. In collegamento il De Luca e Candido Cannavò, giornalisti sportivi di lungo corso. In studio, ospite pensoso, il direttore del TgUno, Gianni Riotta.

Vediamo un po’ se indovinate che cosa hanno detto. Per esempio: Cannavò ha detto che così non si può andare aventi e che il calcio va restituito alle famiglie? Risposta esatta. De Luca, sorridente come quando interloquiva con Raimondo Vianello, si è associato? Bravi! Da Catania il giornalista in maglioncino ha detto che il presidente del Catania Calcio era da sempre contro gli ultras? Sicuramente sarà vero, ma avete indovinato. Franzelli agitava le mani come se avesse avuto sul naso una mosca? Ebbene sì. E Riotta, pensoso come da contratto, avrà detto (visto che è il direttore del Tg più governativo che esista) che tutto ciò è indice di un "disagio sociale"? Ma come avete fatto a indovinare! E dite che secondo voi sono intervenuti i politici, anche di governo, che hanno espresso dolore e sgomento? Ma siete proprio bravi!

In collegamento, con il Paris che lo intervistava come fa con gli allenatori, il Commissario della Figc (Federazione italiana gioco calcio) Pancalli. Che, unica persona responsabile fra tutti, e sinceramente disperato, ha detto l’unica cosa seria: che il calcio, tutto, si fermava a tempo indeterminato, e che lui da cittadino si sentiva umiliato.

Anche noi, e stanchi di vivere in questo paese da quarto mondo, con una televisione da quarto mondo, politici da quarto mondo, e giornalisti idem. Con le dovute scuse al quarto mondo, naturalmente.





 
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