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Quando la perfezione dell'arte è una meta impossibile

di Carmelo Alberti
  La forza dell'abitudine
Data di pubblicazione su web 19/01/2007  

Com'è accaduto con Samuel Beckett, la cui voce poetica ha prefigurato gli interrogativi esistenziali di un mondo di là da venire, così il paesaggio apocalittico, privo d'ogni barlume di speranza, che emerge dai testi teatrali di Thomas Bernhard si precisa sempre più a distanza dal tempo dell'ideazione. Più ancora di Beckett, il drammaturgo austriaco elabora una struttura espressiva che a partire da un linguaggio assurdo e ripetitivo svela il senso d'impotenza e d'inettitudine che travolge l'umanità, prigioniera di un sistema di relazioni bloccato e senza via d'uscita.

L'universo di Bernhard, contrassegnato da una sclerosi generazionale tale da far apparire vecchi persino i fanciulli, è spesso esaminato attraverso situazioni comico-grottesche, come accade nella commedia La forza dell'abitudine, scritta nel 1974, ora in scena sui palcoscenici italiani nella traduzione e nell'adattamento di Carlo Alighiero e Alessandro Gassman, che è anche regista e interprete della spettacolo. Stavolta il luogo del disfacimento è simbolizzato dalla quotidianità della vita del circo.

Alessandro Gassman
Alessandro Gassman


In mezzo a giocolieri miseri e acrobati apatici, ad artisti logori e animali consumati, il decrepito direttore Caribaldi, il cui nome storpia volutamente il riferimento all'eroe risorgimentale, impone ogni sera, dopo lo spettacolo, l'esecuzione del quintetto de La trota di Franz Schubert da un mal assortito gruppo di suonatori, che oltre allo stesso Caribaldi, comprende il superficiale giocoliere, l'ingenua nipote trapezista, il cocciuto nipote domatore e il dispettoso buffone. Giorno dopo giorno il vecchio insegue l'impossibile obiettivo di giungere la perfezione, perciò chiede che si provi e si riprovi continuamente. Ma il gruppo s'arena dinanzi al fallimento del progetto, bloccato com'è in uno stato permanente di disgregazione e disinteresse, mentre si preannuncia come un'imminente sciagura la partenza verso la prossima città, una meta screditata ancora prima di essere raggiunta.

Gli interpreti
Gli interpreti


La messinscena di Gassman, che si avvale delle scene fantasiose di Gianluca Amodio, dei costumi circensi di Helga Williams, dell'illuminazione a contrasto di Marco Palmieri e delle musiche di Roberto Pivio e Aldo De Scalzi, procede intanto da una contaminazione linguistica italiana, tra dialetti e riferimenti nazionali, e propone poi la dilatazione dell'ambientazione circense, che straripa oltre il palcoscenico, dove sopra  una piattaforma girevole si mostra il dritto e il rovescio di uno chapiteau, che accoglie gli strumenti e i leggii.  

Prima dell'inizio dello spettacolo, in sala s'aggirano vari artisti circensi e il giocoliere, che sussurra all'orecchio degli spettatori la propria contrarietà verso quanto sta per accadere. Poi Walter, Giancarlo, Kevin e Aileen, componenti della famiglia Colombaioni, animano alcuni numeri d'intrattenimento, giocando con palle e birilli, oppure mimando gli sketch dei clown, mentre il domatore, ruolo affidato a Sergio Meogrossi, s'ubriaca per contrastare la propria incapacità a domare il longevo leone Max, che continua a squarciargli le carni. Anche il giocoliere, avvolto nel suo candido frac, interpretato da Paolo Fosso, disquisisce con finezza sulla coerenza e sull'incoerenza della perfezione. L'ossessione di Caribaldi è espressa da Alessandro Gassman filo della necessità di scalare i vertici della compiutezza artistica, seppure la sua indoleautoritaria si accanisca nella denigrazione delle sue stesse vittime, perché sono incapaci di partecipare alla ricerca del sublime.





La forza dell'abitudine
cast cast & credits
 

Thomas Bernhard (1931-1989)
Thomas Bernhard (1931-1989)


La locandina de La forza dell'abitudine
La locandina de La forza dell'abitudine




 
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