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Antigone, ovvero la nudità della tragedia sul gran teatro del mondo

di Carmelo Alberti
  Giulio Bosetti
Data di pubblicazione su web 19/01/2007  

Nasce dall'impegno a trasmettere l'essenzialità della scena l'apprezzata rappresentazione di Antigone curata da Giulio Bosetti, che si avvale della traduzione poetica di Giovanni Raboni. Il palcoscenico spoglio, chiuso sul fondo da un largo pannello nero, evidenzia fin dall'inizio l'intento di affidare l'immortale tragedia di Sofocle alla "nudità" del gran teatro del mondo. Eliminando ogni illusione e ogni sovrastruttura la parola è consegnata direttamente alla mente e al cuore dei partecipanti al rito tragico. È come se il lacerante e irrisolto dilemma tra la pietà dovuta ai morti e il rispetto della ragion di stato si proiettasse verso uno studio ad ampio respiro sull'incerta "verità", una ricerca già iniziata dallo stesso Bosetti nella scorsa stagione con l'apprezzata realizzazione di Così è (se vi pare) di Pirandello. Il riscontro positivo che gli spettatori restituiscono a questa versione dell'Antigone, prodotta dal Teatro Carcano di Milano, comprova l'affidabilità della scelta.

Alla base del capolavoro del teatro greco rimane l'insanabile conflitto che contrappone Creonte ad Antigone. L'innocente protagonista ha deciso di onorare le spoglie del fratello Polinice, a cui con un decreto della polis il re di Tebe nega la sepoltura, perché ha osato muovere guerra contro la propria patria, mentre onora Eteocle che l'ha difesa con la propria vita. La scelta di Antigone si giustifica in nome dei comandamenti divini, i medesimi che hanno funestato la discendenza di suo padre Edipo, marchiandola  con un'inesauribile scia di sangue. Da parte sua, Creonte appare offuscato dall'ebbrezza del potere, tanto da trascinare nelle spire della morte, nonostante le predizioni di Tiresia e l'opposizione del popolo, oltre alla sicura Antigone, il fiero figlio Emone, promesso sposo della fanciulla, e l'infelice moglie Euridice.


Marina Bonfigli, Sandra Franzo
Marina Bonfigli, Sandra Franzo


 

In un'età che tende a svilire l'efficacia del discorso, i versi di Raboni hanno il pregio di conciliare  ritualità antica e concezione moderna. L'equilibrio si manifesta, ad esempio, nel garantire un alto grado di solennità e, insieme, una valenza d'interiorità, lasciando filtrare lo stato d'animo dei personaggi, in un procedimento espressivo che alla fine accomuna eroi del mito, uomini della politica, cittadini-coro e umili comparse.

A sua volta, la regia di Bosetti valorizza un tracciato drammatico che, straripando verso la sala, proietta i personaggi tra le braccia dell'umanità contemporanea. La linea lungo la quale gli interpreti si muovono è perpendicolare; si allarga ai lati dello spazio scenico e, soprattutto, mediante due scalette si estende dal fondale nero, dove l'aprirsi di una porta lascia immaginare l'interno della reggia, fino all'uscita della platea. Contribuiscono a dare fisionomia all'ambientazione e al décor le sollecitazioni musicali di Giancarlo Chiaramello, le luci a vista di Pasquale Mari e i costumi di Guido Fiorato. Come figure evocate dall'oscurità e dalle nebbie dell'arcaico i protagonisti distillano i significati del testo, collocandoli in un tempo e in uno spazio illimitati. Alla fine un bambino-spettatore richiamerà alla ribalta tutti gli interpreti, simili ad ombre di morti provenienti da un lontano passato.


Sandra Franzo, Marina Bonfigli, Giulio Bosetti
Sandra Franzo, Marina Bonfigli, Giulio Bosetti


 

Giulio Bosetti veste i panni di Creonte, fissandolo in un sofferto smarrimento dell'animo, denso di malinconico dolore, ed esprime impercettibilmente la vicenda personale di un re destinato a soccombere nel giro di un unico gesto di potere, passando dall'ostinazione allo smarrimento. Marina Bonfigli presta la sua maestria alla funzione di corifea, prima di cesellare lo strazio materno di Euridice, agendo sulla sobrietà del gesto e dell'espressione. Sandra Franzo dona ad Antigone un'ingenua freschezza e un'infantile vocazione per il martirio, demitizzando l'atteggiamento eroico a vantaggio di una tenerezza inconsueta. Sobria e pensata è l'interpretazione di Tiresia da parte di Massimo Loreto; energica e apprezzabile risulta l'Emone recitato con impeto da Tommaso Amadio. Sono da ricordare, ancora, Silvia Ferretti, indecisa e consapevole Ismene, sorella di Antigone, il messaggero Francesco Migliacco, il corifeo Alberto Mancioppi, la guardia Giuseppe Scordio.

 




Antigone
cast cast & credits
 

 

Foto:
Angelo Redaelli



Sandra Franzo
Sandra Franzo


 
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