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Nella gabbia di uno zoo di vetro, beffarda rappresentazione della decadenza del mondo

di Carmelo Alberti
  Zoo di vetro
Data di pubblicazione su web 08/01/2007  

Zoo di vetro di Tennessee Williams costituisce un atteso ritorno sulle scene nazionali; la pièce, rappresentata al Civic Theatre di Chicago, il 24 dicembre 1944, e subito dopo alla Playhouse di New York, il 31 marzo 1945, con la regia di Eddie Dowling e Margo Jones, recitata dallo stesso Dowling, da Laurette Taylor e John Haydon, è legata non solo alla storia del grande teatro statunitense, ma anche a importanti realizzazioni curate da registi quali Luchino Visconti, la cui edizione era stata affidata alla compagnia Morelli-Stoppa (1946), e alle versioni cinematografiche di Irwing Rapper (1950) e più di recentemente di Paul Newman (1987). Ora è in tournèe nei teatri italiani, adattata e diretta da Andrea Liberovici e interpretata da Claudia Cardinale.

In apparenza vi si racconta una vicenda di ordinaria quotidianità, ambientata nel Sud degli Stati Uniti, in un luogo caparbiamente ostile verso qualunque cambiamento. In un interno, disseminato da inutili cimeli di un precedente benessere, Amanda, una madre americana, assilla senza tregua il figlio Tom, un magazziniere sfiduciato che sogna di fuggirsene via, e Laura, fragile e incerta ragazza zoppa, che sta rinchiusa nel suo piccolo mondo popolato da fragili animaletti di vetro. Mentre declina con orgoglioso rimpianto la lista dei tanti pretendenti, la madre insiste perché la figlia s'affretti a trovarsi un uomo che non beva e che non scappi via, come ha fatto il proprio marito; e per convincerla a uscire da una cupa solitudine, giunge a negare persino la sua visibile menomazione fisica. Quando Tom invita a cena l'amico Jim, colui che l'incerta Laura ha da sempre segretamente amato, s'infrange insieme all'unicorno, il pezzo più pregiato dello zoo di vetro, la speranza in un futuro diverso.

Zoo di vetro
Zoo di vetro


 

Liberovici, che è anche l'autore delle pregevoli musiche dello spettacolo, affida a Tom, marinaio e voce narrante, il compito di declinare il paradigma di un dramma della memoria; sviluppa, allora, le immagini di un fallimento familiare, fissandolo per sempre nell'angustia di un tempo perduto. La scena, curata da Lucia Goj e predisposta dalle luci di Sandro Sussi, si presenta come uno spazio onirico, tra velari e scale, e come la tromba di un vecchio grammofono, che pare ricordare anche l'otturatore di una macchina fotografica. Una lunga fila di statue di vetro s'illumina a tratti, insieme ad altri oggetti sopravvissuti che servono solo ad affermare un irreversibile declino.

Rileggendo con speciale maestria e liberamente le indicazioni di Williams, proprio come suggerisce lo stesso drammaturgo nella premessa al proprio lavoro, il regista fa scorrere sopra uno schermo, che copre il boccascena, stralci di dialogo di un testo smembrato, proietta squarci di figure accartocciate su se stesse e compone un ambiente acustico in cui risuona la difficoltà di comunicare. I personaggi, vestiti dai bei costumi di Silvia Aymonino, paiono figure impastate di parole e di sentimento, estratte dalle pagine di un diario di bordo e lasciate volteggiare in un'essenziale dimensione onirica. L'amplificazione delle voci, dunque, serve a valorizzare una recitazione evocativa, poco drammatizzata.

La splendida Claudia Cardinale misura la sua interpretazione sull'idea di una madre possessiva, fin troppo chiusa nelle sue inerti convenzioni piccolo-borghesi; sono apprezzabili Ivan Castiglione, un Tom combattuto e malinconico, Olga Rossi, speciale nel tenere la sua Laura sul filo dello smarrimento solitario, e Orlando Cinque, un Jim ben tratteggiato.

Uno dei meriti della messinscena è quella di tenere avvinti gli spettatori, quasi con il fiato sospeso, di fronte ad una esecuzione che, amalgamando linguaggi e forme differenti, moltiplica i riflessi dell'incongruenza dei legami familiari, senza ricorrere agli artifici della recitazione; è piuttosto un'azione descrittiva, prossima più ad un'indagine da laboratorio, ad una dissezione delle tortuosità della mente, ad un'assurda e beffarda rappresentazione della decadenza del mondo.

                       

 


Zoo di vetro
cast cast & credits
 

 


 

Claudia Cardinale
Claudia Cardinale


 

 

 

 



Zoo di vetro
Zoo di vetro

 


 


 



 

 
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