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Tra "Family life" e "Diritto del più forte": Strindberg secondo Massimo Castri

di Carmelo Alberti
  Umberto Orsini e Manuela Mandracchia
Data di pubblicazione su web 15/12/2006  

Entro le pareti di una stanza azzurra, arredata da pochi elementi, un camino, un tavolo, due sedie, una porta e una finestra, si consuma l'annientamento fisico e mentale di un capitano di cavalleria che prima soggiace al potere delle donne della propria famiglia, poi regredisce fino allo stadio infantile e infine muore, precipitando in un infinito sonno sereno, mentre le sue rivali trionfano sinistramente. Lungo il filo di una trama solo in apparenza labile si dispiega la devastante vicenda tratteggiata da August Strindberg nel suo dramma psicologico-grottesco Il padre, scritto nel 1887, ridondante di tracce autobiografiche.

Lo restituisce all'attenzione degli spettatori l'eccellente messinscena di Massimo Castri, regista particolarmente attento nel valorizzare lo spessore e la complessità dei personaggi creati dalla grande drammaturgia europea nell'età del realismo, da Ibsen a Pirandello. È la prima volta che Castri si misura con Strindberg, ma il suo allestimento non lascia trapelare incertezze, e neppure strappi, rispetto alla propensione a disattivare i meccanismi del dramma borghese.


Umberto Orsini e Manuela Mandracchia
Umberto Orsini e Manuela Mandracchia 


L'ambientazione, firmata da Maurizio Balò, con le luci di Gigi Saccomandi e il suono di Franco Visioli, ricorda un'inquietante camera della follia, che nel corso della rappresentazione ruota rispetto alla visuale della platea, passando dallo stadio di grigiore temporalesco del primo atto allo splendore di una festa di natale nel terzo.

Il contrasto tra il Capitano e Laura, sua esuberante moglie, inizia da un dissidio sull'educazione della figlia Berta. Con abilità la donna, dapprima, insinua nella mente di un uomo, abituato solo a comandare, l'incertezza della paternità; subito dopo, coinvolge nella sua sottile trama il Dottor Östermark, medico di famiglia, il fratello Pastore, la figlia e la Balia, colei che ha sempre accudito fin dalla nascita quell'ufficiale lunatico e appassionato di studi astronomici. Quando il padre, in seguito ad un'accesa discussione, non esita a sparare contro la moglie, un gesto che lo scredita fino all'interdizione, la sconfitta della parte maschile è espressa dal repentino cadere del protagonista nella dimensione infantile. Nel finale, mentre mima giochi di guerra e si accuccia in grembo alla tata, il Capitano sancisce il crollo di ogni eroismo mitologico di fronte all'intangibilità del potere femminile, che si esprime compiutamente nell'atto di generare. Di contro, l'esaltazione dell'atmosfera natalizia, accentuata per scelta del regista dalla presenza di un gigantesco e sfavillante albero e da una montagna di pacchi-regalo, decreta il trionfo delle donne di tre diverse generazioni, che ora appaiono felici, elegantemente vestite e completamente sicure di sé.


Umberto Orsini
Umberto Orsini



Nella progressione dei tre atti, volutamente scanditi come tre momenti separati, la regia evidenzia le tappe del deterioramento della natura maschile, che precipita dalla sicurezza dell'adulto, comandante fermo e padre amorevole, all'inconsistenza di un pavido bambino, che si crogiola nella sconfitta, nella paura della propria nullità. Per esprimere un irrefrenabile impulso al fallimento, allora, Castri evidenzia la discontinuità del linguaggio strindberghiano, che ora suona autoritario e aggressivo, ora s'inabissa nell'intimismo e nel vaneggiamento.

La nevrosi progressiva del padre ossessionato dall'incertezza generativa è disegnato con lodevole maestria da Umberto Orsini, che impone la sua presenza continuativa nella stanza della tortura, anche quando, prigioniero al piano di sopra, fa risuonare i suoi frenetici passi. Manuela Mandracchia è una Laura, moglie insinuante e femmina mutabile, Gianna Giachetti, una Balia rassegnata che esprime rimpianto e smarrimento attraverso una gamma di variazioni tonali della voce. Bravi anche gli altri interpreti: Alarico Salaroli, un Pastore sobrio e sfuggente, Roberto Valerio, un Dottore compiacente, Corinne Castelli, una Berta maliziosa, e Roberto Salemi, il rozzo attendente Nöjd.

 





Il padre
cast cast & credits
 



Massimo Castri
Massimo Castri


 
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