Presse du coeur
di Roberto Fedi
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Data di pubblicazione su web 20/11/2006 |
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Facciamo un gioco di ruolo. Voi siete il direttore di un giornale e vi trovate di fronte due notizie. La prima: una manifestazione di piazza degenerata in tumulti, incendio di bandiere (italiane) e di fantocci vestiti da soldati italiani, cori del tipo "lunico tricolore da guardare / è quello sulle bare", e ancora "10, 100, mille Nassirya". Ammettiamo che questa manifestazione si sia svolta non in qualche paese arabo né in un paesino sconosciuto ma a Roma, guidata da un autorevole esponente della maggioranza. La seconda: le nozze di Tom Cruise e signora (ce ne sfugge il nome, scusate) a Bracciano, fra Vip (scusate ancora per la parolaccia), Vippesse, Vipponzoli, nobiltà e pseudo tale.
La domandina, facile facile, è la seguente. Con quale notizia aprireste il giornale? Daccordo: se voi siete il direttore di un giornale rosa, non cè imbarazzo. Tom Cruise. Del resto, siete specializzati in amori di dive & divi, gossip, roba così. Risposta esatta.
Ma voi, poniamo, siete il direttore di un Telegiornale nazionale; anzi, il Telegiornale dei Telegiornali, quello di Rai Uno. Insomma, il Tg1. Anche qui la risposta è facile: e chi se ne frega (pardon) di Tom & Jerry, insomma Cruise e neo sposa (la terza, per la cronaca)? Il Tiggì si apre, ovviamente, con un servizio sui tumulti nella Capitale, che diamine. Le nozze, se proprio le vogliamo mettere in scaletta, aspettano un po, magari immediatamente prima del gioco del calcio (che è più serio, tra laltro).
Invece ammettiamo – è un gioco, labbiamo detto – che il direttore del Tg1 abbia scelto la soluzione ‘rosa: nozze in apertura. Insomma, ha ‘bucato la notizia: che è importantissima, visto che da ieri ne parlano tutti i giornali del Paese, e che anche il premier ha avuto parole durissime contro non solo i manifestanti, ma anche lautorevole esponente della sua maggioranza che dirigeva il corteo.
Che succede, allora? Continuiamo il gioco. Il direttore chiede scusa, prende atto della disgrazia che gli è capitata, e dà le dimissioni. O bravo.
Questo nel nostro gioco di ruolo. Nella realtà, ovviamente, no. Il direttore, che si chiama Gianni Riotta e che è lì indovinate perché, resta. Anzi, neanche si scusa. Anzi, fa finta di niente. E chi lo muove più? Mica deve rispondere a un editore, lui.
Come vedete, sono più seri i giochi.
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