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Gnocca

di Roberto Fedi
  Rula Jebreal
Data di pubblicazione su web 05/11/2006  
Facciamo un po’ di etimologia. Gnocca, che è un sostantivo che personalmente chi scrive è certissimo di aver usato qui per la prima volta in vita sua (è stupido, volgare e maschilista: quindi viene spesso usato in Tv), è una voce nata nel secolo scorso, quindi recente, derivata da gnocco (quelli che si mangiano), per indicare il sesso femminile. Per sineddoche (la parte per il tutto), e volgarissimamente, è la donna, specialmente se bella. Né più né meno. In toscano si dice in un’altra maniera; nei vari dialetti italiani ancora in altre. Una volta Benigni, quasi al suo meglio (tanti anni fa, purtroppo), in televisione si mise a citare tutti i modi possibili immaginabili che si usano in Italia per indicare, appunto, "la cosa che ci manca di più" (si cita da Zucchero, Bacco perbacco – si parva licet). Detta così, per accumulo, la cosa era esilarante e non più volgare; altrimenti, è un termine pesante.

Quindi, dire di una donna "è una g.", non è il massimo della finezza. L’altra sera, ad Annozero del Santoro redivivo, c’era un siparietto sconclusionato e gridato fra Antonio Di Pietro, insolitamente tranquillo e sorridente e neanche troppo buzzurro, e la giornalista Rula Jebreal: la quale, detto proprio inter nos, per noi almeno è un mistero. Recitano i vari siti web a lei dedicati che, trentaquattrenne, ex fisioterapista palestinese nata ad Haifa, è la giornalista più bella del mondo. O brava.

Notata (beh, ci voleva poco) da qualcuno di La7, fare la scalata per lei è stato tutt’uno. Dopo il Tg de La7, è arrivata senza scosse da Michele Santoro. O bravo anche lui.

Ora, l’altra sera, stava intervistando appunto il povero (si fa per dire) Di Pietro. E, visto che in Italia ci si fa notare anche così specialmente se si è la giornalista più bella del mondo e se si è in gara con Santoro, lo incalzava e non lo faceva neanche parlare. Una, due, tre, quattro volte. Il ministro non riusciva neanche a rifiatare. E quella sotto, gridando (non si capiva perché), e quello a dire ‘scusi, mi faccia parlare…’, e quella niente. Oltretutto dimostrando di non conoscere neanche bene i termini della questione (le autostrade). Strilli come se fosse al mercato (di Haifa), e davvero senza ragione.

A quel punto è successa la gnoccata, diciamo così. Perché qualcuno degli ospiti (i giornalisti Marco Travaglio e Filippo Facci, e l'eurodeputato di Forza Italia Renato Brunetta), che evidentemente aveva il microfono aperto, ha detto fuori inquadratura la frase incriminata, che in Italia in quel momento (crediamo) stavano pensando tutti, ognuno naturalmente nel suo gergo più o meno regionale.

Alla lettera: "È una gnocca senza testa". Una volgarità senza pari, e detta poi a una signora così misurata. Di quelle che vanno censurate in Tv, che non ci piacciono, che ci fanno spengere la televisione. Infatti l’abbiamo spenta.

Ciò detto, avremmo però un minimo suggerimento. Signora Rula, ma perché non torna a fare la fisioterapista?





 
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