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Cinque minuti di astinenza

di Roberto Fedi
  Claudio Lippi
Data di pubblicazione su web 02/11/2006  
E bravo Lippi. Non Marcello, che è bravo anche lui: Claudio. Che è, lo sapete, quel signore un po’ svagato, non antipatico, che da anni veleggia con una certa leggerezza sulle reti Mediaset. Da giovane faceva il cantante, un po’ melodico; poi sparì per qualche anno. Lo ripescarono quelli della Gialappa’s, e gli fecero fare il conduttore di un qualche Mai dire.... C’entrò quasi per caso (alla lettera: si narra che passasse casualmente da quello studio), e si rivelò bravo. Non si è mosso più dalle trasmissioni leggere, e – di tutta la masnada spesso inqualificabile che le frequenta – si distingueva per una sua dignità, anche nelle scemenze che qualche volta era costretto a fare. Non gli ricordiamo né una parolaccia né un doppio senso.

Voi direte: e basta questo per distinguersi? Ebbene sì, e riflettete su quale sia l’abisso nel quale la Tv s’è cacciata. Perché è come con il vino: si comincia da un bicchiere, e ci si trova a gambe all’aria. Con la pornolalia è così: si dice una mezza parolaccia, e si finisce a schifìo. E’ la storia, in sintesi, della Rai e di Mediaset degli ultimi anni.

Ovviamente non è solo questione di stile linguistico. Ma la parola, anche nel medium figurativo per eccellenza, conta. L’abbiamo detto più d’una volta: una donnetta può anche attraversare lo schermo seminuda e pazienza; ma se uno spara una bestemmia o un vaff..., un c... e derivati, o altre lepidezze, almeno noi sentiamo un colpo allo stomaco. Le parole sono pietre, come suol dirsi, mentre le immagini volant.

Bene: Claudio Lippi s’è stancato. "Buona Domenica - ha detto - è diventato un ring dove le finte risse sono premeditate e io non posso condividere una tv spazzatura fatta di parolacce e bestemmie". Se n’è andato dal programma della domenica di Canale 5 (che fa a gara con quello di Rai Uno a quale sia più brutto e spesso volgare), e ha proposto ai telespettatori di spengere la Tv, per protesta, almeno per un minuto fra le 17.30 e le 17.35 di domenica prossima.

Cesare Lanza, autore e capo progetto di Buona domenica, invece di vergognarsi sta pensando di querelarlo. Noi invece, che non siamo tondi come il Lanza ma acuti, stiamo con Lippi, e anzi andiamo oltre.

Spegniamo la Tv anche il lunedì, il martedì, il mercoledì, il giovedì, il venerdì e anche il sabato. E non per un minuto solo, ma per qualche ora. Pensate alla bellezza di una domenica (per esempio) senza Costanzo e Baudo, senza la Ventura e la Canalis con le sue tette all’aria. Volete un consiglio? Accendete la radio: non sarà un gran che, ma almeno non vedete quei panzoni, quei vecchi rifatti, quelle tettone idem, quei parrucchini e quei parrucconi.

Una liberazione, ragazzi.





 
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