Un nuovo teatro che nasce in una grande città è sempre un evento piacevole. Difficile sceglierne il repertorio dapertura. Le scelte lasciano sempre qualcuno scontento. Certo chi scrive avrebbe preferito vedere il magnifico Four Seasons Centre for the Performing Arts di Toronto inaugurato con Rossini, piuttosto che con il Ring di Wagner (in scena questo settembre 2006). Però dobbiamo ammettere che la scelta si è rivelata felice.
La sala del Four Seasons Centre for the Performing Arts di Toronto (Canada)
Il Four Seasons Centre è un teatro modernissimo, pensato in funzione di tre elementi: la comodità degli spettatori, la qualità acustica e performativa della sala, la comodità per gli artisti. Costruito quasi interamente con fondi di sponsor e donazioni di generosi privati cittadini, il Four Seasons si offre come un teatro ‘aperto sullesterno e nello stesso tempo lumonsamente chiuso nel raccoglimento pregiato offerto dalla splendida sala, che ricorda certe rivistazioni del modello ‘allitaliana eseguite, come ad esempio il teatro del Maggio Musicale di Firenze.
La predominanza e l'accorto uso del legno non solo conferiscono allambiente unacustica formidabile e invidiabile, ma si sposano a una tradizione edilizia locale che, per ovvie ragioni ricorre ancora moltissimo al legname. Un primo ordine di palchi dalle bombature aggettanti ricorda modelli Rococò che circolarono per lEuropa centrale grazie alla famiglia d'architetti e scenografi dei Bibbiena. In breve: uno splendido teatro, dalle vetrate che illuminano piccoli odeon da cui vediamo grattacieli e alberi dei parchi cirocstanti. Il co-protagonista della serata del Sigfried è stato, almeno per noi, il nuovo teatro della Canadian Opera Company: un teatro che non potrà che mettere in maggiore evidenza le già note qualità di questensemble produttivo e artistico.
Uno dei foyer-odeon del Four Seasons Centre di Toronto
Il Sigrfried è unopera singolare nella compagine del Ring (Das Rheingold; Die Walküre; Siegfried; Götterdämmerung). La regia è stata di François Girard, che ripresentava un suo precedente allestimento (2005) allinterno di un saggio ma quanto mai efficace riutilizzo teatrale che niente ha tolto allo spettacolo.
Spettacolo registicamente, scenograficamente e per le performance offerte dagli interpreti di grande qualità (grandi atleti questi interpreti wagneriani, poiché non se la cavano con le loro arie di convenienza come nell'opera dal sistema dei ruoli all'italiana, ma devono reggere lunghissime scene di vario contenuto e difficoltà). La regia di Gerard è riuscita a combinare una spettacolarità crepuscolare, primordialmente tenebrosa, con l'atmosfera da kammerspiel che a lunghi tratti emerge, stranamente, nello stile drammaturgico dell'opera.
Una scena dal Sigfried (Toronto, Canadian Opera Company)
Il problema dellantefatto (tanto caro al grande critico Szondi) e dello sviluppo successivo del contenuto narrativo è affidato sia a questa sorta di oralità ‘rapsodica, nel senso antico del termine, sia allinsorgere (per quanto riguarda gli annunci di eventi futuri o passati) di leit motive in maniera suadente, persistente, probabilmente efficace, alla lunga.
Tralasciamo la complicatissima trama, che affidiamo ai wagneriani e ai pellegrini di Bayreuth, senza polemica alcuna, e diciamo solo che Sigfried agisce su una scena magnifica ideata da Michael Levine, scengrafo canadese in forza alla Canadian Opera Company di Toronto.
Lantro del tesoro dei Nibelunghi, del mostro, dellanello, è un enorme cono rovestiato, che a sua volta rammenta, per la forma ramificata, il frassino universale dellEdda. Da un atto allaltro questenorme struttura che sorregge mimi e tutto un armamentario ‘universale (cattedrali, palazzi in scala ecc.), si ribalta, e dei mimi discendono dai rami per dare vita, come catene umane, a mostri, fiamme, foreste (movimenti coregrafici di Donna Feore). Una soluzione semplice che ottiene un elevato grado di fascino spettacolare, e nello stesso tempo non ostacola, anzi favorisce, la lettura egistica di Gerard che evidenzia, sebbene per ordine gigante, l'atmosfera kammerspiel di questo Sigfried.
Lorchestra è stata impeccabilmente wagneriana, e un paio di sbavature nel comparto dei fiati non hanno minimamente intaccato il nitore dellesecuzione, tecnicamente sostenuta e musicalmente efficace. Il direttore è stato lesperto Richard Bradshaw: “the General Director of the Canadian Opera Company”.
Il cast dei cantanti ha brillato con un bravissimo Christian Franz nella parte principale. Forse i costumi, tute bianche tra il penitente e linfermiere, non hanno aiutato molto la performatività che, tuttavia, considerando il generale livello della recitazione nel repertorio wagneriano, abbiamo trovato eccellente quanto la prestazione canora, che ha reso tutte le difficoltà, anche comunicative (Wagner voleva essere capito, che le sue opere e trame fossero ben intese, anche attraverso lo stillicidio propedeutico del leit motiv).
Un ottimo Peteris Eglitis nel doppio ruolo di Wotan/Il viandante; un abile attore oltre che cantante, come richiede la parte intrisa di comicità negativa di Mime (per toglierle ogni possibile residuo di nobiltà) affidata a Robert Künzli. Nel ruolo di Brünnhilde si sono alternate Susan Bullock / Frances Ginzer. Abbiamo sentito e apprezzato la prima per la controllata potenza. Bravi tutti gli altri, compresi i mimi che hanno conferito un sostrato dinamico e raffinato, tra l'apocalittico e l'aereo, alla drammaturgia del Siegried.
Successo di pubblico, entusiasta sia del nuovo teatro, sia dellallestimento del Ring. Tra pochi giorni la stagione autunnale si aprirà con Così fan tutte uno dei capolavori italiani di Mozart.
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Lettere da Toronto Siegfried e il nuovo teatro della Canadian Opera Company
Ring des Nibelungen, Bühnenfestspiel in tre giornate e una vigilia
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momenti delle coreografie
del Sigfried
(Toronto C.O.C. 2006)
A
production
Toronto, Canada
2005 & 2006
foto:
Michael Cooper
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