Una mutilazione avvenuta per ignominia. Era il 1949 quando la celebre insegna posta sulla collina di Tilsen Town, voluta dai palazzinari che costruirono case dargilla presto spazzate via dal terremoto, venne tagliata delle quattro lettere finali, land, terra. Un vero e proprio rito collettivo capace di esorcizzare il marcio nella rutilante schizofrenia della fabbrica dei sogni? Proprio così: bruciare la terra sporca e seppellirla dietro il sipario dello sfavillante luccichio delle stars e dello studio system. Ma ogni tanto il marcio ritorna a galla e il lato oscuro di Hollywood torna alla ribalta sugli schermi non solo con The Black Dahlia, ma anche con Hollywoodland, film di Allen Coulter, anchesso in concorso quest'anno alla Mostra di Venezia.
Diane Lane
Cè un sottile filo rosso che lega i due film che hanno come protagonista quel girone dantesco di prostituzione, corruzione, violenza e conflitti razziali che era la "Città degli angeli" negli anni Quaranta e Cinquanta. Unaltra morte misteriosa è infatti al centro del film di Coulter, e cioè quella di George Reeves, sfortunato interprete di un Superman televisivo. A differenza del film di De Palma, Hollywoodland parte da fatti di cronaca realmente accaduti. Il vero nome di Reeves era in realtà italiano, Bessolo, poi mutato nello pseudonimo una volta diventato boxeur dalla discreta fama. Dopo trentuno incontri vittoriosi il pugile diventa presto attore, per sete di fama, denaro e donne, e viene ingaggiato per il ruolo di Superman televisivo. Inizia qui una vita dissoluta fatta di eccessi, droga, alcol e quantaltro, fino allinterruzione della serie tv, il declino professionale e la tragica morte, avvenuta una mattina di giugno del 1959 nella sua villa di Benedict Canion. La polizia chiude frettolosamente il caso come suicidio, ma molte cose non quadrano.
Protagonista del film è il detective Louis Simo, interpretato da un superlativo Adrien Brody, che, ingaggiato dalla madre della vittima, ben presto scopre la calda relazione amorosa tra Reeves e Toni Mannix (Diane Lane), la moglie di un importante produttore degli studios.
Tragica parabola di genere, noir dai contorni sfumati e misteriosi, Hollywoodland è unimportante prima prova per il regista Allen Coulter, che dimostra di conoscere alla perfezione i meccanismi narrativi di un giallo costruito su un inedito parallelismo vittima-investigatore. Sceneggiatura forte, dialoghi incalzanti e deffetto, ancora una volta la città mutuata dalla letteratura e dal cinema e il gioco, semplice, ma perfetto: due uomini soli contro tutti nellinferno sporco e luccicante di Los Angeles. Simo ha i tratti marcati di un Marlowe dannata: separato dalla moglie, nutre spiccati sensi di colpa verso il figlio, ha una giovane amante, con cui vive in una appartamento fatiscente, è stato scaricato dai colleghi con cui è in concorrenza, e avvicinandosi alla verità è preso a botte dai vari scagnozzi dei boss. Reeves è un ingenuo ossessionato dalla volontà di fare carriera ben oltre le sue reali capacità, burattino prima nelle mani della ricca amante, dileggiato poi dallarrivista ragazza più giovane con cui condivide gli ultimi mesi di vita.
Adrien Brody
Due personaggi, due uomini si giocano inconsapevolmente il tutto per tutto in una sorta di ennesimo Sunset Boulevard che diventa tragica metafora della vita che si confonde con la finzione. "Non puoi sempre recitare" ripete spesso seccata Toni a Reeves, come se a Hollywoodland la fama, il successo e il denaro fossero uguali a ogni altro posto del mondo. No, perché il culto della celebrità è essenzialmente tragico: le vicende di Reeves e Louis sono le due facce della stessa medaglia, ambedue cercano di emergere dallanonima accidia esistenziale che brucia i corpi di Los Angeles, ad ereggere un impossibile sogno americano fatto di supereroi e redenzione. Niente di tutto questo, e come nel tragico film di Wylder, un colpo di pistola risuona nella notte disperata di Hollywoodland, a calare il sipario sulla realtà e soprattutto sulla verità, sempre e comunque da insabbiare, da nascondere, da eliminare, come la quattro lettere di land. Alla fine rimane solo Hollywood, ladies and gentleman. E lo spettacolo può continuare.
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Hollywoodland
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Adrien Brody
Robin Tunney
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