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Tranches de vie

di Roberto Fedi
  Totò e Macario in "Totò sexy"
Data di pubblicazione su web 01/07/2006  
Un recente e fortunato ritrovamento, dovuto alla perizia dei nostri archeologi cinesi, ha permesso di riportare alla luce questo brano di dialogo. Secondo alcuni, un lacerto di ciò che all’inizio del Terzo Millennio si chiamava sceneggiatura o forse sceneggiata; secondo altri e forse più autorevoli, una trascrizione di copista ignoto di un vero scambio di informazioni. Stando a questi stessi ricercatori, dietro alle sigle che compaiono nel testo (VE e Na) si potrebbero celare tale Vittorio (o Vigorio) Emanuele (secondo altri: È Manuale) e un non meglio identificato Narducci, forse il segretario o famiglio.

Il ritrovamento fa parte della campagna di scavi, voluta dal nostro Governo di Pechino, sul sito dove quattrocento anni fa sorgeva la Biblioteca Nazionale di Firenze. La trascrizione presenta alcune lacune, segnalate con parentesi quadra.

VE: "Volevo andare a puttane" [...].

Na: "Vuole andare lì? È in via… in via… in via Ugo Ma, no Ugo, in via Mai, Mai".

VE: "In via Mai" […].

Na: "Mai, Mai".

VE: "Allora le ho detto: strada, come si chiama?".

Na: "Alice, Alice, Alice".

VE: "No, ma non lei, il posto!".

Na: "Ah la via? ah, si chiama in via Mai, Angelo Mai, Alberto Mai, Angelo Mai".

VE: "In via Angelo Mai?".

Na: "Sì proprio: Milano, Ancona, Imola, facilissimo: Mai".

VE: "Mai. Ha capito?" (in sottofondo, voce di altra persona non identificata, secondo alcuni l’auriga o autista: "Mai").

Trattasi, come si è appurato, di Angelo Mai, 1780-1850 (circa), filologo e forse scopritore del De Re Pubica (secondo altri codici: Publica) di Cicciolone (secondo altri: Cicerone), a cui James Leopardi, rimatore oscuro dell’inizio del secolo XIX dell’era cristiana, dedicò una canzonetta che iniziava: "Italo, al dito…".

Ciò confermerebbe l’ipotesi, ormai largamente accettata dagli studiosi, che all’inizio del Terzo Millennio la cultura classica era irrimediabilmente andata a puttane.




 
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