Una quarantina danni fa la regina Elisabetta nominò i Beatles Baronetti. Per protesta, e sdegnati, alcuni Baronetti restituirono il loro titolo. In quel caso avevano torto, naturalmente, e la Regina ragione. Perché i quattro di Liverpool non erano solo un gruppo musicale: erano la rivoluzione, il genio, lo spirito dei tempi. Come si è visto nei quaranta anni che sono seguiti.
Il presidente Ciampi, nei giorni scorsi, ha insignito della Gran Croce quattro cantanti nostrani: Zucchero, Bocelli, Ramazzotti e Pausini. Che, onestamente, non sembra che abbiano rivoluzionato nulla, allinfuori dei loro portafogli. Ma i tempi sono cambiati, e lo spirito dei (nostri) tempi è questo.
La cerimonia ufficiale si è svolta al teatro Ariston, quello di Sanremo. In assenza di Ciampi, le Croci cono state consegnate dal sottosegretario Letta. Zucchero, molto elegantemente, non si è presentato. La Pausini, altrettanto elegantemente, essendo Letta incerto nel pronunciare il suo cognome, ha urlato: "Pausini, che sennò mio papà si offende!". Ramazzotti sale sul palco e dice a Letta: "Vuol parlare ancora lei?". Poi, riferendosi alla Croce: "Se la Pausini la mette a sinistra [le donne la portano al braccio sinistro, ndr], io mi chiedo dove metterla, perché avevo pensato da unaltra parte…". Letta, imbarazzato ma ineccepibile, gliela mette al collo. Al che il Ramazzotti: "Sono molto felice di questa cosa qua, però cambierei il designer, è brutta. Magari Giugiaro". Finita lincredibile (è il caso di dirlo) cerimonia, al momento delle foto, con un gesto della mano lEros nazionale invita il rappresentante di Ciampi a farsi da parte. Poi aggiunge: "Non ricordiamoci della musica solo al Festival e sotto le elezioni". Dimostrando così di ritenere che il Presidente Ciampi, che dà il titolo, partecipi alle elezioni e alla campagna elettorale.
Bocelli, lunico educato, riceveva la nomina a GrandUfficiale e gli altri tre quella a Commendatore. Va bene, come si diceva una volta, che una croce in Italia non si nega a nessuno: ma insomma. Almeno un tempo si ringraziava, non si offendeva pubblicamente il Presidente della Repubblica.
Tutta questa bella cerimonia non si è vista nei Telegiornali, che hanno pudicamente glissato sulle offese, facendo vedere solo una scenetta ad usum delphini (si sa: Sanremo è Sanremo, e questi sono i nostri eroi…). La ricaviamo, testualmente, dalla cronaca del "Corriere della Sera" del 5 marzo.
Noi non siamo né GrandUff. né Commend. – né Lup. Mann., come diceva Fantozzi. Se lo fossimo, restituiremmo la Croce. Sicuri in questo caso che i prossimi quaranta anni ci darebbero ragione.
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Laura Pausini
Zucchero
Eros Ramazzotti
Andrea Bocelli
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