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Alta formazione e nuove generazioni a confronto

di Gabriella Gori
  Progetto Speciale
Data di pubblicazione su web 21/02/2006  

Il Progetto Speciale “Danza l’Italia. Il futuro della Tradizione” ha inaugurato al Teatro Ariosto la stagione coreutica 2006 dei Teatri di Reggio Emilia, città simbolo della danza contemporanea in Italia. L’iniziativa, programmata da Giovanni Ottolini, direttore artistico di Reggio Emilia Danza, ha il valore dell’exemplum in quanto per la prima volta si è realizzato il connubio tra l’alta formazione della Compagnia Giovanile Junior Balletto di Toscana di Cristina Bozzolini e l’alto professionismo dell’Aterballetto di Mauro Bigonzetti. Le due compagini protagoniste dell’applauditissimo evento. 

In questa serata si è avuto modo di vedere all’opera l’agguerrita neoformazione ‘bozzoliniana’, nata a dicembre 2004 come erede del leggendario Balletto di Toscana e ‘vivaio’ di talenti da ‘travasare’ in altre consolidate realtà. Travaso che si è verificato a tempo di record con il passaggio di quattro elementi dello Junior Balletto di Toscana all’Aterballetto e un quinto nel gruppo giovanile della Compagnia di Basilea.  Inoltre grazie al palinsesto dello spettacolo è stato possibile apprezzare l’alto magistero coreutico di Cristina Bozzolini che con lo Junior offre un’opportunità di debutto sulle scene ad una ventina di elementi “under 21”, frutto maturo dei corsi di formazione della Scuola del Balletto di Toscana, e si colloca sulla scia di quanto avviene da altre parti dove a formazioni seniors fanno capo omonimi gruppi juniors come il Nederlands Dans Theater II, la Campagnia di Danza Nacho Duato II e l’American Ballet Theater Ensemble.


Progetto speciale



A voler andare ancora più a fondo non sfugge che, paradossalmente, l’incredibile fine del Balletto di Toscana nel dicembre del 2000 è stata per la Bozzolini, “ben tetragona ai colpi di ventura”, l’inizio del suo riscatto morale e artistico. Una revanche oggi visibile nello Junior Balletto di Toscana, forgiato dal ‘graffio’ inconfondibile di questa poliedrica figura di donna e artista. Già prima ballerina del Corpo di Ballo del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Cristina è stata direttrice per quindici anni del Balletto di Toscana ed ora del neonato Junior, è da decenni alla guida Scuola del BdT e non ha mai smesso di avere un fiuto speciale nello scoprire talenti sia nell’orchestica che nella coreografia. E proprio in virtù di questa indubbia statura professionale la Signora della danza italiana può contare sulla collaborazione di importanti “coreoautori” legati a lei da stima e rispetto reciproci, primo fra tutti Mauro Bigonzetti.

Mauro, se si è preso alcuni gioielli dello Junior, non ha esitato a concedere all’ensemble ‘bozzoliniano’ alcuni suoi pezzi famosi, ha lasciato che Walter Matteini, solista della compagine emiliana e coreografo in fieri, firmasse per gli “under 21” Corsi e ricorsi. Ha permesso a due danzatori simbolo dell’organico reggiano, Macha Daudel e Thibaut Cherradi, e alle new entry degli ex-Junior Alice Bellagamba, Dario Dinuzzi, Giuseppe Spota, Francesco Mariottini, di presenziare a ”Danza l’Italia. Il futuro della Tradizione” come testimoni della condivisione ‘bigonzettiana’  del Progetto Speciale ‘ottoliniano’. Di Bigonzetti è andato in scena il Passo a Tre tratto dalla mediterranea e conosciuta Cantata,  danzato dai più che bravi Alice Bellagamba, Dario Dinuzzi e Giuseppe Spota, l’intrigante solo estratto da WAM su pagine di Mozart con l’elegante Francesco Mariottini e, in prima assoluta, Vertigo. Un duetto su musica di Shostakovich con Macha Daudel e Thibaut Cherradi che è un felice ritorno del direttore romano alla lirismo puro della danza postclassica, ‘macchiata’ dal colore rosso del vestito di Macha, una ballerina dalle doti interpretative e fisiche eccelse, e dal nero dei pantaloni di Thibaut, un coreuta dalla forte presenza scenica.


Progetto speciale



Nella prima parte di ”Danza l’Italia” Cristina Bozzolini ha presentato i suoi ‘ragazzi irresistibili’ con la formula dello spettacolo pacthwork. Un collage di coreografie di vari autori che costituiscono il repertorio dello Junior, arricchitosi al Teatro Ariosto di nuove creazioni. Tutte all’insegna del primato della coreografia e della danza pura di stampo neoclassico, contemporaneo, modern-jazz, e valorizzate dal contributo di dancemakers affermati ed emergenti, secondo la migliore tradizione del Balletto di Toscana. Shabby di Eugenio Scagliano, già membro del Balletto di Toscana e dell’Aterballetto, è un pezzo fresco, perfetto per questi teen-ager che, su musica di Arvo Part, scoprono le prime pulsioni erotiche nascondendo il volto e le mani con una maglia grigia extra large e indossando infantili calzini bianchi. Il linguaggio contemporaneo dalle linee nitide e dai toni pacati mette in luce l’incontenibile vitalità dei tersicorei, travolti dalla dinamicità di movimenti dinoccolati che nel turbinio cinetico del corpo riflettono quello della nascente passione amorosa.

Il dittico di Fabrizio Monteverde formato da Notturno e da Barbablù, il Passo a Due tratto dall’omonimo balletto creato da Fabrizio nel 2000 per il Balletto di Toscana, è stato un vero banco di prova e insieme ai lavori di Bigonzetti ha rappresentato il top della serata. Notturno su musica di Pergolesi è un quintetto maschile creato per esaltare la disarmante bellezza dei ragazzi, potenziali amasi in pantaloni color arancione. I danzatori diventano protagonisti di un ludus “omo-erotico” di taglio atletico che li vede cimentarsi in soli, duetti e insiemi. Perla rara di uno scrigno prezioso il Passo a Due da Barbablù su musica di Marco Schiavoni è  andato in scena al Teatro Ariosto con Claudia Piana, chiamata a danzare sulle punte, e Saul Daniele Ardillo. In slip lui e in mutandine e reggiseno lei, color carne, Claudia e Daniele, accarezzati dal caldo gioco di luci di Carlo Cerri, rendono benissimo la difficile qualità del movimento ‘monteverdiano’ fatto di prese acrobatiche, lifts, jetés fuori asse, launchs in arabesque, in attitude e à la seconde, equilibri esasperati, posizioni tenute fino all’estremo. E questa performance ha riportato alla mente i fabulous dancers del Balletto di Toscana per quegli inconfondibili corpi che ‘parlano’, catturano gli sguardi, esprimono la conturbante dinamica dello stile neoclassico “corrotto” di Monteverde che alterna grande fisicità, lirismo e raffinato erotismo.


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Senza musica di Cristina Rizzo, uno delle anime dei Kinkaleri, è una creazione su musica di LCD Soundsystem che ha trasformato sei ragazze dello Junior in tante Valentine Crepax con parrucche a caschetto nere e frangetta, body scuro e i tipici tacchi a spillo di Cristina, sempre incline a negare e riaffermare prepotentemente la femminilità proprio grazie ai tacchi. Il pezzo, ricco di pose in equilibrio, è tutto giocato su una musica assordante e, pur nell’innegabile originalità del disegno coreografico, non entusiasma. Arianna Benedetti, coreografa e didatta della Scuola del Balletto di Toscana, ha presentato Fuggente e Guaio, due coreografie che testimoniano la sua generosità creativa ma rivelano la necessità di una maggiore maturazione coreografica. In Fuggente su musica di Arvo Part, Collima, Murcof, tre coppie inanellano una serie ininterrotta di scambi, lifts, launchs, alternando soli e sequenze corali d’impronta maschia e vigorosa in un vibrante stile modern-jazz, che però risulta penalizzato dall’atmosfera eccessivamente plumbea e poco adatta ai solari coreuti dello Junior. Con il quartetto Guaio su pagine di Attack e Sollima la Benedetti ridà respiro alla sua danza ma certo la vicinanza di autori del calibro di Monteverde e Bigonzetti, di cui Ariannna sente l’influenza, ha giocato a sfavore di questa artista toscana da cui aspettiamo altre prove prima di emettere sentenze.

Corsi e ricorsi di Walter Matteini su musiche di Ives, Vasks, Vivaldi, costumi color fucsia di Ina Broeckx, altro membro dell’Aterballetto, è stata una piacevole sorpresa. Questa coreografia, tutta incentrata sulla coralità, ha esaltato la giovane età dei nove protagonisti lasciandoli liberi di esprimere tutta l’energia che è alla base della loro ars (tenica) e del loro ingenium (talento). Due elementi che consentono a questi talentosi “saltatores” di passare con disinvoltura dal neoclassico, al contemporaneo, al modern-jazz, e di fare dell’eclettismo interpretativo il loro miglior biglietto da visita.  



Progetto Speciale "Danza l'Italia. Il futuro della Tradizione"


Shabby
cast cast & credits
 


Notturno
cast cast & credits
 


Fuggente
cast cast & credits
 


Barbablù
cast cast & credits
 


Senza musica
cast cast & credits
 


Guaio (a proposito di Adamo ed Eva)
cast cast & credits
 


Corsi e ricorsi
cast cast & credits
 


Cantata (Passo a tre)
cast cast & credits
 


WAM (Solo maschile - estratto)
cast cast & credits
 


Vertigo
cast cast & credits
 


 

 

 
Foto: A. Anceschi

 


 

 
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